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Il foglio sportivo
Il basket azzurro cerca il suo unicorno
Giovedì a Tortona l'esordio del nuovo ct Banchi: “Ho chiamato Polonara che saprà dirci le parole giuste”. E “sto girando l’Italia per trovare un giocatore speciale tra i nostri giovani”. Il nuovo ct sta girando il paese alla ricerca di un Sinner che giochi a pallacanestro
Per Luca Banchi, erede di Pozzecco sulla panchina azzurra, sta per cominciare una settimana di emozioni forti. Ha già diretto una Nazionale sperimentale ai Giochi del Mediterraneo e l’Under 21, ma la Nazionale maggiore sarà un’altra cosa e giovedì sera a Tortona contro la Finlandia, quando suonerà l’inno di Mameli, non sarà come l’ultima volta che lo aveva ascoltato, quando era sulla panchina della Lettonia e dell’Italia era un avversario. “La maglia azzurra era un sogno quando ero un giocatore e lo è rimasta quando sono diventato allenatore. Il debutto arriva in un momento della mia carriera dove dovrei riuscire a tollerare certe emozioni, anche se sarà qualcosa di unico e speciale come continua a ripetermi il presidente Petrucci”.
Giovedì cominciano le qualificazioni ai Mondiali in un girone con Lituania, Islanda e Gran Bretagna dove partite facili non ne esistono perché tra Eurolega, Nba e infortuni, il nuovo ct ha dovuto rinunciare a una dozzina di giocatori e affidarsi a tante facce nuove con la complicazione di dover dare un’anima a una squadra con un paio di allenamenti: “Siamo di fronte a quella che sulla carta può apparire l’ennesima missione impossibile, ma anche una missione che mi stimola. Insieme ai miei collaboratori abbiamo cercato di concentrarci su come strutturare il nostro messaggio per essere sintetici, calzanti, precisi, convincenti. Dobbiamo scegliere un linguaggio e un messaggio tecnico che sia facilmente assimilabile, svestire i panni dell’allenatore che ha a disposizione il precampionato e settimane di lavoro, indossando quelli dei selezionatori che devono concentrarsi intanto su il reclutamento della miglior tipologia possibile di giocatori e poi trovare un sistema che sia facilmente assimilabile perché questa squadra non deve perdere assolutamente”.
La sua Nazionale ha ben poco in comune con quella di Pozzecco perché tanti di quegli azzurri non sono convocabili (vedi Melli o Fontecchio su tutti): “Ma Gianmarco ha proseguito il lavoro cominciato dai suoi predecessori e ha lasciato una grande voglia di partecipazione e uno spirito che dovremo continuare ad alimentare”. In quest’ottica Luca Banchi ha convocato anche Achille Polonara che ovviamente non potrà unirsi alla squadra ma lunedì mattina sarà collegato in video: “Sono stato vicino ad Achi a Bologna durante la prima malattia. Conosco bene il ragazzo e il suo valore ed era giusto averlo con noi, farne il nostro capitano non giocatore. Achille saprà trovare certamente le parole per dare soprattutto ai più giovani il giusto abbrivio per vivere quest’esperienza straordinaria nel modo migliore possibile. Questa maglia ha un valore speciale, ma ha anche un peso e una responsabilità… Achille che ha 94 presenze in Azzurro saprà trovare le parole per aiutarci a vivere questi giorni nel modo migliore possibile”. Farà bene ai giovani azzurri e farà bene anche a sé stesso lasciarsi coinvolgere mentre continua la sua lotta.
La missione impossibile di Luca Banchi non è solo quella di vincere le partite che lo aspettano. Il nuovo ct sta girando il paese alla ricerca di un Sinner che giochi a basket: “Sono a caccia del mio unicorno, sono alla ricerca di qualcosa di quasi mitologico. La pallacanestro anche in Italia è stata capace improvvisamente, anche nei momenti di grande crisi, di trovare delle risorse che nessuno immaginava. Penso a un Bargnani prima scelta assoluta al draft Nba, a un talento assoluto come Gallinari, a Simone Fontecchio che seppure non giovanissimo sta giocando da protagonista in una grandissima franchigia come Miami. Sono a caccia di questo tra i giovani e ho visto dei prospetti interessanti. I risultati delle Nazionali giovanili dell’estate scorsa ci confermano che il materiale c’è. Noi dobbiamo lavorare per creare loro un percorso giusto e non disperdere tanto talento. Con Datome e Trainotti stiamo lavorando su questo e sono convinto che l’arrivo di una figura illuminata come Maurizio Gherardini alla guida della Lega e di un visionario come Massimo Faraoni in Lega Nazionale ci possano aiutare”.
Il basket italiano (e non solo il basket) ha un nuovo avversario nelle Università americane che grazie alle nuove regole Ncaa possono offrire contratti milionari e percorsi di studio ai nostri giovani migliori: “Ne abbiamo una sessantina in America e non tutti hanno il talento per diventare protagonisti a quel livello. Noi dobbiamo fare in modo di poter offrire ai nostri diciottenni un’alternativa di crescita valida da noi nei nostri campionati. Economicamente non possiamo competere con le università americane, ma dobbiamo creare delle opportunità di carriera”. Che cosa ci serve? Impianti all’altezza e minuti importanti per i giovani. “Il problema delle palestre comincia fin dall’attività giovanile per questo io conto molto sulla legge promossa dall’onorevole Berruto per l’apertura delle palestre scolastiche. Non so se avremo i soldi per costruire nuove scuole, ma almeno dovremmo ristrutturare quelle esistenti. Ci vorrebbero poi impianti nuovi, attrattivi. Per fortuna qualcosa si sta muovendo. Giovedì giocheremo a Tortona che ne è un esempio, ma stanno crescendo nuovi impianti a Bologna, Venezia, Cantù. Milano avrà una nuova Arena. Il basket può diventare più attrattivo con impianti moderni”.
Attorno poi c’è da costruire un sistema. Banchi ha in testa un modello preciso, quello tedesco: “È una lega che ha fatto progressi incredibile e di riflesso ha avuto risultati importanti anche con la Nazionale. Sono una nazione molto particolare, estremamente popolosa, ma anche una nazione dove c’è una cultura sportiva nelle scuole pazzesca e non solo nelle scuole perché loro hanno anche le accademie. Hanno istruttori ben retribuiti e preparatissimi con una cura maniacale del dettaglio. Sono all’avanguardia fin dal lavoro che fanno nelle prime fasce di età. Ecco il modello tedesco è un esempio valido a cui ispirarsi”. L’idea è che Luca Banchi non sia qui solo per vincere delle partite, ma anche per costruire qualcosa che resti nel tempo. Per regalare al basket italiano un futuro.