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Giovane è l'effetto nostalgia che non fa male alla Serie A

Federico Giorgetti

L’attaccante brasiliano dell’Hellas arrivato questa estate ha tutte le caratteristiche per essere apprezzato: 22 anni, sinistro da artista, brasiliano e con i poster di Ronaldo il fenomeno in camera. Col gol contro all’Inter la strada è tracciata, ora serve continuità

Qualche settimana fa Alessandro Del Piero ha descritto così i calciatori che le squadre italiane cercano sul mercato: “Grandi, grossi e veloci”. Sottolineando con una certa malinconia come una volta, almeno nel nostro paese, puntavamo su altre qualità. Oggi contano i muscoli, la potenza delle falcate e un corpo che sappia resistere a ritmi spesso asfissianti. Forse anche per questo le copertine dei giochi di calcio e le pubblicità in tv si riempiono di atleti che sembrano usciti da un laboratorio: gente come Jude Bellingham o Erling Haaland (e compagnia), tutti altissimi e forzutissimi. Serve questo nel calcio di oggi.

Ci sono giocatori che il tempo invece lo riportano indietro, almeno un pochino, almeno sino agli anni di Alex Del Piero. Giocatori come Giovane Santana Do Nascimento – si legge Sciovàne – attaccante dell’Hellas Verona. 
 
Nell’ultima giornata il calciatore brasiliano ha segnato il suo primo gol in Serie A contro l’Inter. E che gol. Giovane parte dai 25 metri sulla destra, punta Alessandro Bastoni, prepara la corsa per andare sul sinistro (suo piede naturale), poi improvvisamente sterza sul destro accarezzando il pallone, sbilancia il difensore dell’Inter, tira fortissimo, piega le mani a Sommer, il pallone si insacca all’incrocio dei pali. Chapeau. 

Primo gol segnato alla decima partita in Serie A, per di più contro la squadra del suo idolo: Ronaldo, il fenomeno. 

Facile, per chi da bambino si era abituato a un certo calcio, innamorarsi di nuovo. In quella giocata vista contro i nerazzurri c’è tutto ciò che c'era allora e che ora è diventato “anti-sistema”. In un Italia diventata provincia, nemmeno troppo accattivante, del calcio europeo, avvolta da una nostalgia canaglia per i bei tempi passati però l'effetto nostalgia che provoca Giovane è qualcosa di positivo perché ci fa sperare che non solo di muscoli possa vivere il calcio. 

In Brasile, al Corinthians, Giovane ha vissuto mesi complicati. I rapporti con il suo allenatore si erano logorati, e a luglio del 2025 il ragazzo decide di voltare pagina: comunica al club che non rinnoverà il contratto. Il sogno è chiaro, limpido – l’Europa. L’Hellas Verona lo aveva già seguito a gennaio, senza riuscire a chiudere la trattativa, ma stavolta la volontà del giocatore cambia tutto. Le tensioni con la società lo relegano ai margini della squadra, e così Giovane prepara le valigie. Destinazione: Italia. O meglio, Europa – come piace dire ai brasiliani, con quella punta di orgoglio che sa di promessa e speranza. È la terra sognata da chi cresce tra i campetti di cemento, tra i palazzi e la polvere, immaginando che un pallone possa essere la chiave per riscattare un’intera famiglia. Lì dove la povertà convive con la bellezza del gioco, Giovane ha coltivato la sua ambizione. Ora la rincorre davvero.

L'Hellas Verona ha il peggior attacco del campionato e dovrà lottare per restare a galla, ma spazio per lui ce ne sarà. Per il suo sinistro – pardon, per il destro – e per quel tocco brasiliano che accende le partite.

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