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Gli scacchi presi con filosofia

Il gambetto di Halloween che spaventa tanti giocatori

Enrico Adinolfi

 

La scoperta di una apertura considerata statica ma che si rivela soprendente in un club cittadino di Lipsia nel 1888 arriva ad essere replicata dal primo server che consentiva ai giocatori di sfidarsi online da ogni angolo del globo nel 1996: "i giocatori restano spaventati come lo sarebbero da una maschera di Halloween"

Cosa c’entrano gli scacchi con Halloween e i computer? A connetterli è una storia plurisecolare. Lipsia, 1888. Il mondo degli scacchi è in fibrillazione romantica, su ogni scacchiera d’Europa si cerca di replicare gli spettacolari sacrifici e le pirotecniche combinazioni delle prime leggende scacchistiche (Morphy, Steinitz, Anderssen). Non si tratta di mera aggressività, ma di una concezione del gioco totalmente diversa, alla quale noi contemporanei, “inquinati” da biblioteche di pensiero posizionale, siamo da tempo disabituati. Il gioco si sviluppa e si evolve nelle sale dei prestigiosi tornei, ma anche nelle più umili stanze dei giocatori da circolo. Nel club cittadino di Lipsia si sta sperimentando una curiosa novità: dopo sole tre mosse, in un’apertura considerata notoriamente statica, si scopre la possibilità di un sacrificio di pezzo scioccante, che dona al Bianco una notevole iniziativa. Lo scacchista Oskar Cordel lo chiama dispregiativamente “gambetto Müller-Schulze” (l’equivalente tedesco di sig. Bianchi-sig. Rossi) ad indicare l’origine “plebea” di un gambetto sì sorprendente, tuttavia facilmente confutabile, a suo dire, da giocatori più esperti. Il giudizio attecchisce e il gambetto, per oltre un secolo, rimarrà relegato alle note a piè di pagina dei manuali: una divertente parentesi da segnalare, ma nulla più. 


Facciamo un balzo al 1996. E’ l’anno dell’ingresso dei computer nel mondo degli scacchi, del primo match fra il campione in carica, Garry Kasparov, e il motore DeepBlue, ed è anche il quinto anno di vita dell’Internet Chess Server, il primo server che consentiva ai giocatori di sfidarsi online da ogni angolo del globo. Steffen Jakob, un amatore, ma soprattutto uno sviluppatore di motori scacchistici, si imbatte, in una delle sue partite online, proprio in questo gambetto. Si sente deriso, come se l’avversario non stesse prendendo in seria considerazione la partita, ma è soprattutto incuriosito. La nostra storia accelera, Jakob inizia a fare le sue ricerche. Scopre che quel gambetto esiste, e ha un nome infamante, pertanto intende ribattezzarlo in “Halloween gambit”, in quanto “molti giocatori restano scioccati, spaventati come lo sarebbero da una maschera di Halloween, sono mentalmente pronti a una noiosa quattro cavalli, e si ritrovano ad affrontare Cxe5”.

 

La partita: Eric Rosen vs Volen Dyulgerov, 2025, 1-0
Da una partita online fra i due famosi streamer scacchistici, ecco un esempio di come in Nero possa trovarsi facilmente in una posizione persa dopo poche mosse se poco attento. Dopo 14.g5, come può il Bianco scatenare l’attacco vincente?

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