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Il foglio sportivo
Mestre capitale dei calci piazzati. A colloquio con Gianni Vio e Paolo Favaretto
I due colleghi e amici sono degli specialisti delle palle inattive e gli unici in Italia a svolgere questo ruolo a tempo pieno, senza dividersi all’interno di uno staff in altri compiti da match analyst o allenatore in seconda. “Una volta c’era solo il dieci a calciare con precisione, ora ne trovi con più facilità"
Mentre attende il collega in un bar di Mestre, Gianni Vio tira fuori il taccuino nero e in una pagina bianca abbozza con penna ed evidenziatore un nuovo schema per un calcio di punizione. Sul foglio si distinguono i tratti di una porta, la linea di fondo, dei pallini, delle ics e alcune frecce. Anche se non è tutto intelligibile ad un occhio poco esperto, questo disegnino potrebbe a breve trasformarsi in un gol su campo da calcio. Intanto arriva, puntuale, Paolo Favaretto, amico da tempo e anche lui specialista delle palle inattive. Vio e Favaretto, che del primo è a tutti gli effetti un allievo, sono gli unici in Italia a svolgere questo ruolo a tempo pieno, senza dividersi all’interno di uno staff in altri compiti da match analyst o allenatore in seconda. Entrambi sono originari della stessa città, grazie a loro Mestre è la capitale italiana dei calci piazzati e un locale in centro può trasformarsi in una sorta di aula per una lezione sull’argomento. Un tema che talvolta è oscuro anche ad allenatori quotati di Serie A.
Vio ora è al Celta Vigo, dopo essere stato nella Nazionale americana con cui ha conquistato l’Olimpiade con la femminile e la Concacaf Nations League con la maschile. Nel 2021 ha vinto anche l’Europeo con l’Italia di Mancini. Favaretto, che è stato calciatore del Venezia e allenatore in Premier maltese, conosce Vio da sempre ma solo qualche estate fa, dopo una settimana trascorsa insieme nella spiaggia di Cavallino durante la quale hanno discusso di punizioni e corner, ha deciso di diventare uno specialista del settore. L’anno scorso era alla Sampdoria, oggi ha la valigia pronta per una nuova destinazione non italiana. “Rispetto alla Premier – spiega Vio – l’Italia è ancora indietro su questo tema, in questi diciotto anni, cioè da quando lavoro con i professionisti sulle palle inattive, anche se poi io queste cose le faccio da 45 stagioni, non è cambiato poi molto. Quando va bene gli allenatori ti lasciano lavorare negli ultimi due giorni di allenamento prima della partita. Oggi dai calci piazzati arriva circa il 35 percento delle reti totali, lavorando bene e con costanza si potrebbe arrivare sino alla soglia del 70 percento”.
Mancando spesso il tempo per lavorare, sia Vio che Favaretto si concentrano soprattutto sulla fase offensiva. “L’obiettivo – spiega Vio – è sempre quello di obbligare l’avversario che difende a fare una scelta, trovandone così il punto debole, che c’è sempre. Per esempio chi marca a uomo lascia necessariamente spazi vuoti, con chi marca a zona si ha in ogni caso la superiorità numerica e anche chi opta per una marcatura mista lascia alcuni giocatori liberi”. Per Vio il numero di schemi in fase offensiva è infinito perché per ognuno ci possono essere infinite varianti e comunque a schema già stabilito, studiato e provato in settimana, al giocatore che si muove verso la porta va sempre lasciata la libertà di improvvisare. “Al Tottenham, dove mi aveva chiamato Conte, c’era Harry Kane. Lui è un genio del calcio e gli dicevo attacca dove vuoi, sapeva sempre liberarsi anche quando era marcato a uomo. Ha una lettura della palla incredibile. Alcuni calciatori sono più intelligenti degli allenatori”.
Ma con quanti calciatori si attacca durante una punizione o un corner? Entrambi sono d’accordo. “Siccome va creato un problema per l’avversario proprio con i giocatori non apparentemente coinvolti nell’azione – continua Favaretto – portiamo avanti dieci giocatori e addirittura undici al novantesimo con il portiere che va a disturbare il collega avversario”. Dopo tante stagioni nei dilettanti veneti, Vio è stato portato al calcio che conta da Walter Zenga, che lo aveva scoperto dopo aver letto il suo primo libro. “Walter è l’allenatore con le potenzialità maggiori tra quelli con cui ho lavorato, forse anche grazie alla sua carriera da portiere, si accorge di quello che succede in campo in una maniera fuori dal comune, straordinario nel leggere le partite. Il più bravo nelle palle inattive è Pippo Inzaghi, ho lavorato con lui al Milan e devo dire che continua a essere bravissimo, i numeri di gol da calcio da fermo gli danno ragione”.
Come siamo messi con i piedi in Italia? “Che calciano con precisione in rosa ce ne sono tanti. Una volta c’era solo il dieci, ora ne trovi con più facilità, meglio avere due destri e due sinistri”, risponde Favaretto, che come Vio sostiene di non aver mai fatto uno schema completamente uguale ad un altro. “Quando gli allenatori si lamentano di non avere piedi buoni in squadra – interviene Vio – io dico sempre che sono sicuro che il loro allenatore dei portieri, che calcia per ore tutti i giorni, è bravissimo. Ecco, vanno allenati anche i calciatori”.
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