Il gol in rovesciata dell'attaccante della Cremonese Federico Bonazzoli contro il Genoa (foto Ansa)

Olive s4 e8

Federico Bonazzoli è un attaccante iconoclasta

Giovanni Battistuzzi

L'attaccante della Cremonese è da anni che viaggia, incapace di fermarsi. Sempre alla ricerca di qualcosa che non troverà, forse, mai. Qualcosa capace di sedarlo dalla sua volontà di complessità che mal si confà con la semplicità di un posto da chiamare casa

Sostengono, i più, che l’agio sia una dimensione auspicabile, ricercata, che quando viene raggiunta comporta un miglioramento della propria condizione. Va così praticamente sempre. L'agio è un richiamo spesso irresistibile, capace di convincere quasi chiunque di essere l’approdo migliore di ogni esistenza. 

A volte però l’agio può risultare indigesto. O almeno è così per chi si muove nell’inquietudine e si nutre di essa per stare a questo mondo, per fare cose di questo mondo. 

Federico Bonazzoli porta in campo un’inquietudine naturale, forse addirittura inconscia. Traspare in lui in ogni movimento, nel suo sguardo, nelle espressioni del suo volto quando qualcosa non va o avrebbe potuto essere migliore, nel suo modo di giocare davanti a tutti alla ricerca del gol. 

L’attaccante ora alla Cremonese l’agio l’ha sempre dribblato, forse perché l’agio l’ha conosciuto troppo presto e, probabilmente, non l’ha trovato poi sto granché. Era coccolato e vezzeggiato nelle giovanili dell’Inter. Lo consideravano un predestinato. Segnava con una facilità a tratti imbarazzante, era capace di tutto e tutto sembrava alla sua portata.  

Non sempre però ciò che è ambito dai più rappresenta l’ambizione di tutti. 

È pratica comune distruggere per costruire, o ricostruire. Federico Bonazzoli ha sempre fatto il contrario: ha costruito per distruggere. E una volta distrutto ha ricostruito di nuovo. Ha sempre scelto la via complicata per essere se stesso, ha sempre preferito l’azione all’attesa, il complesso al semplice, la rabbia all’amore. Anche quando questo amore era riuscito a costruirlo dopo averne distrutto un altro. 

A Salerno lo adoravano. Con la maglia della Salernitana nella stagione 2021-2022 aveva giocato come ai tempi delle giovanili dell’Inter. Aveva segnato, era diventato un beniamino. Poi ha preso a picconate qualsiasi cosa, animato da un’irrefrenabile volontà di spaccare qualsiasi altarino, qualsiasi icona. Pure la sua. È un calciatore iconoclasta. 

Federico Bonazzoli è da anni che viaggia, incapace di fermarsi. Sempre alla ricerca di qualcosa che non troverà, forse, mai. Qualcosa capace di sedarlo dalla sua volontà di complessità che mal si confà con la semplicità di un posto da chiamare casa. Forse è per questo che Federico Bonazzoli quando segna lo fa in maniera eclatante. Forse per questo preferisce l’aria. Forse perché si trova meglio a colpire i palloni che vagano nel vento, del tutto disinteressati al soffice comfort di un prato. E forse per questo li colpisce di piedi, esprimendo la sua inquietudine in rovesciate e semirovesciate, cercando di abbattere con un tiro l’icona per eccellenza della bellezza calcistica, la rovesciata. 

    


   

Anche quest'anno c'è Olive, la rubrica di Giovanni Battistuzzi sui (non per forza) protagonisti della Serie A. Piccoli ritratti, non denocciolati, da leggere all'aperitivo. Qui potete leggere tutti gli altri ritratti.

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