guanti sporchi #8

Anche qualche tifoso dell'Hellas ha applaudito Elia Caprile

Quei cinque secondi nei quali il portiere del Cagliari ha dimostrato che una parata può essere una dimostrazione universale di bellezza

Giovanni Battistuzzi

Si fa presto a dire che una parata, una grande parata, vale un gol. Certo un gol evitato algebricamente vale quanto un gol fatto, ma non è davvero così. Perché quando un giocatore segna un gol tutto si ferma e parte la festa – o così era prima di quel dannatissimo Var che rende la gioia meno gioia, la dilata nell'incertezza, e quando decreta l'inizio della festa ormai è festa mesta –, quando un portiere para invece non sempre tutto si blocca. Succede solo quando il pallone esce dal campo di gioco e, spesso, si cerca di velocizzare il tiro dalla bandierina per cogliere il portiere in un momento di calo di concentrazione per troppa contentezza.

Anche per questo quella del portiere è la vita più grama in un campo di calcio. A volte un portiere non ha nemmeno il tempo di compiacersi di quello che ha fatto che già gli tirano di nuovo addosso. E quando tirano per la seconda volta in pochi istanti di solito è quasi sempre gol. Perché ci vuole una bravura incredibile per rialzarsi da terra, rimettersi in piedi e non farsi trovare né fuori tempo né fuori posizione e respingere ancora il pallone.

Domenica 26 ottobre allo stadio Marcantonio Bentegodi di Verona, durante Hellas Verona-Cagliari (finita 2-2) quel marcantonio di Elia Capile lo ha fatto. Prima ha fatto scendere al suolo il suo metro e novantuno in qualche frazione di secondo deviando il tiro, assai forte, di Suat Serdar, poi, ancor prima che il pallone incocciasse la traversa, si è alzato altrettanto velocemente, si è orientato in quel marasma che aveva davanti, ha fatto tre passi e si allungato per respingere anche il colpo di testa diretto verso la reta di Gift Orban, riuscendo anche ad agguantare il pallone evitando il corner. Tutto questo in cinque secondi.

Solo allora si è preso gli applausi, meritatissimi, dello stadio. Pure qualche tifoso dell'Hellas Verona ha applaudito, dice chi era allo stadio. Perché certi gesti atletici dovrebbero superare i confini dei colori, sono dimostrazioni universali di bellezza. Allo stadio Marcantonio Bentegodi qualcuno lo ha capito.

 

Le tre migliori parate dell'ottava giornata di Serie A

1. Elia Caprile al 33esimo minuto di Hellas Verona-Cagliari 2-2 – 5 punti     

2. Elia Caprile al 54esimo minuto di Hellas Verona-Cagliari 2-2 – 3 punti

   

      

3 Ex aequo. Nicola Leali al 70esimo minuto di Torino-Genoa 2-1 – 1 punti

   

 

3 Ex aequo. Mile Svilar al 6o minuto di Sassuolo-Roma 0-1 – 1 punti

   

     

La classifica dopo 8 giornate

1. Ivan Provedel (Lazio), 14 punti;

2. Elia Caprile (Cagliari), 13 punti;

3. Arijanet Murić (Sassuolo), 12 punti;

4. David De Gea (Fiorentina), 9 punti;

5. Mike Maignan (Milan) e Nicola Leali (Genoa), 6 punti;

7. Wladimiro Falcone (Lecce), 5 punti

8. Mile Svilar (Roma), 4 punti;

9. Zion Suzuki (Parma), 3 punti;

10. Marco Carnesecchi (Atalanta) e Maduka Okoye (Udinese), 1 punto.

  


   

Quello che avete letto è Guanti sporchi, un divertissement calcistico-narrativo sui numeri uno della Serie A e sulla parata che in qualche modo ha reso migliore, almeno dal punto di vista di quella minoranza che si veste diversamente dagli altri in campo, il fine settimana calcistico. Tutti gli episodi precedenti li trovate qui.

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