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Il foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA

Gli arbitri italiani a due passi dal baratro

Alessandro Bonan

Marinelli a San Siro ha avuto la grandiosa opportunità di riportare la sua categoria al centro della scena con una ritrovata veste di dignità. L’ha fallita miseramente, seguendo la “illogica” di Abisso, l’arbitro del Var. Guardiamo partite brutte che vengono peggiorate da arbitraggi senza coerenza

Per quanto mi sforzi di non farlo, mi scappa da ridere. Ormai non riesco a guardare gli arbitri se non in chiave satirica, anzi grottesca. Quindi rido e poi mi arrabbio dopo pochi secondi. Rido quando li vedo in posa, al centro del campo, annunciare alla folla il provvedimento preso, con l’incipit degno di un carabiniere di frontiera, “a seguito di revisione…” Parole che sono passate alla storia dopo la prima indimenticabile esibizione dell’arbitro Gianluca Manganiello in Como-Lazio, paragonato al Duce dal popolo del web, protagonista della satira più dei comici di professione. Da quel momento, niente è come prima. Gli arbitri sono visti come Alberto Sordi ne Il vigile, quello che faceva multe a tutti, anche al sindaco, con un fare ottuso e disgraziato.

 

Sono visti come Buster Keaton, il divo muto, quando vuole suonare il trombone ma gli si si spezza in due, e quindi non suona, anche perché sarebbe stato inutile dal momento che il film è muto. Perché i microfoni degli arbitri non funzionano mai e quindi la scena diventa ridicola, e tutto il pubblico fischia e non sa se ridere o, come capita a me, ridere e poi arrabbiarmi. Ho come l’impressione, senza esagerare, che certe scene arbitrali siano ormai la fotografia del nostro paese, dove, soprattutto nelle sedute parlamentari, non si capisce dove finisca il vero e inizi la parodia. Tanto che sia alla Camera che al Senato hanno inventato il Var per sapere se un politico ha fatto o detto certe cose.

 

Domenica ho guardato Liverpool-Manchester, e ho visto, rispetto a noi, lo stesso sport giocato alla rovescia. In Serie A tutti lenti (Milan-Fiorentina è stata una delle partite più brutte del secolo), in Premier tutti veloci, da noi tutti per terra, da loro tutti in piedi. In Italia sempre fermi, in Inghilterra sempre in azione. L’arbitro della partita, non so neanche come si chiami, ha fischiato pochissimo e nessuno ha mai avuto ragione di lamentarsi. La partita era bellissima in quanto giocata, mentre nel nostro campionato le partite sono bruttissime, in quanto continuamente interrotte dai fischi arbitrali che incoraggiano anche molte sceneggiate (rotola che ti rotolo). Per non parlare degli interventi del Var, intempestivi e fuori da ogni cognizione delle dinamiche di gioco e della conoscenza della natura amplificatrice delle immagini, le quali, mediando, deformano la realtà, cambiandola. 

 

L’arbitro Marinelli a San Siro ha avuto la grandiosa opportunità di riportare la sua categoria al centro della scena con una ritrovata veste di dignità. L’ha fallita miseramente, seguendo la “illogica” di Abisso, l’arbitro del Var. Sarebbe facile infierire sul nome e quindi non lo faccio. Mi limito a segnalare il pericolo che stiamo correndo, a due passi dal baratro, guardando partite indubbiamente brutte dal punto di vista calcistico che però vengono peggiorate da arbitraggi senza coerenza. Che dopo il baratro, gli esperti dicono, troviamo l’Abisso (ops).