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il foglio sportivo
“Sinner è un esempio di made in Italy”. Parla l'imprenditore Damilano
Il fatto non sussiste per l'ex candidato sindaco a Torino del centrodestra Paolo Damilano: "Jannik Sinner ha tutto il diritto di rinunciare alla Coppa Davis. Dobbiamo anzi essere grati di avere un fuoriclasse come lui, ancora di più per lo stile e l'eleganza con cui rappresenta la nostra nazione"
Venezia. Poco da girarci attorno: il fatto non dovrebbe neanche sussistere. “Jannik Sinner ha tutto il diritto di rinunciare alla Coppa Davis per poter recuperare verso la nuova stagione in Australia”, dice al Foglio Paolo Damilano, ex candidato sindaco a Torino per il centrodestra e proprietario di Acqua Valmora – sponsor, fra gli altri, degli Internazionali di Roma, del Monte Carlo Masters e delle Atp Finals. “L’origine e la causa di questa polemica si deve in parte alle comunicazioni superficiali del suo ufficio stampa”. Cioè? “Jannik ritratto in prima pagina da faraone, con in mano la racchetta d’oro 18 carati. E il giorno dopo arriva la decisione che per gran parte dell’opinione pubblica è il gran rifiuto all’Italia. Fra i tanti trofei che ha vinto il campione quest’anno, bisognerebbe consegnarne uno anche al suo entourage: se volevano metterlo in difficoltà ci sono riusciti”. Ricco fa antipatico. “Anche questo è un grande equivoco. Ho visto tanti commenti critici da parte di ex tennisti e non solo: dobbiamo anzi essere grati di avere un fuoriclasse come Sinner, ancora di più per lo stile e l’eleganza con cui rappresenta la nostra nazione. Elementi che in questo sport fanno la differenza”.
Eppure siamo di fronte alla grottesca situazione, italico piagnisteo, di non essere nemmeno in grado di acclamare univocamente un giocatore del suo calibro. Come mai se n’erano visti qui da noi. “Oggi tanti tennisti del passato salgono sul piedistallo”, puntualizza l’imprenditore. “Tutti a rimarcare la sacralità della Coppa Davis. Però quella era per loro uno dei pochi momenti di gloria, con tutto il rispetto: troppo facile accusare Sinner, che ci ha portato a rivincere il trofeo dopo tantissimi anni. Il problema è che si deve confrontare con dei numeri uno di altre epoche non alla sua altezza. E poi la Davis è una competizione a sé. Federer, Nadal, Djokovic: tutti i grandi prima o poi l’hanno saltata”. Se lo fa Jannik però torna di colpo il tirolese, mai abbastanza italiano. “Anche basta con questa faccenda. La mia generazione si ricorda bene i successi di Gustavo Thoeni nello sci: eravamo molto orgogliosi di lui eppure nessuno se la prendeva per il suo accento. Negli sport invernali siamo sempre stati abituati a grandi atleti provenienti da quelle parti. Nel tennis è meno comune ma il principio è lo stesso”.
Di nuovo, il fatto non sussiste. “Sinner inoltre è il migliore al mondo nel momento più concitato della sua disciplina: mai così planetaria, attraente, densa di impegni in calendario. Dunque per chi gareggia significa stress psicofisico, pressione mediatica, sollecitazioni continue. Sponsor, interviste, servizi fotografici. Sono ritmi serrati”. E profumatamente pagati. Qualcuno obietta che pochi giorni prima della rinuncia alla Coppa Davis, Sinner ha conquistato il Six Kings Slam in Arabia senza battere ciglio: un torneo senz’anima, in termini di prestigio, ma con l’inverosimile cifra di 6 milioni di dollari di montepremi. Lì nessuna stanchezza. “Lui ha spiegato che anche pochi giorni possono fare la differenza, in termini di recupero fisico. E la Coppa Davis si pone a ridosso delle Atp Finals, a loro volta vicine all’Australian Open. Dal punto di vista della preparazione atletica è una scelta ineccepibile: i programmi di riposo sono fondamentali quanto l’allenamento”, insiste Damilano, appassionato e praticante di tennis – “almeno due volte alla settimana” – al di là di ogni ragione lavorativa. Ma a chi nel suo stesso alveo politico fa la morale a Sinner, come si risponde? “Che di Jannik bisogna esser fieri. Non solo è il numero uno, ma è anche un esempio di Made in Italy nel senso più alto del termine. Spero ci sia consenso bipartisan, almeno su questo”.