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Il Foglio sportivo - IL RITRATTO DI BONANZA
La benda di Silvio Baldini
Chiamato a sorpresa a guidare la Nazionale Under 21 e guidato da una visione romantica e folle dell'esistenza, vuole educare i giovani a vivere con maggiore consapevolezza. Il suo approccio: telefoni vietati e fratellanza tra i calciatori
Trovo estremamente interessante l’esperimento di Silvio Baldini, il ct dell’Under 21. Sta cercando di educare i giovani a vivere con maggiore consapevolezza. Perché non si tratta solo di calcio, ma di vita ed è importante sottolinearlo. Silvio Baldini è un uomo particolare, andrebbe conosciuto prima di giudicarlo. Ha in sé una visione romantica e folle dell’esistenza, qualcosa che lo accomuna alla sua terra, l’alta Toscana, Massa, una città racchiusa all’interno di due frontiere, il mare e le Apuane, un po’ in altezza, come a non volersi mischiare al resto del territorio. Se vi capita di visitarla, date un’occhiata verso i monti, sulla aspra collina sovrastante, dove si trova il sontuoso castello di Malaspina. È lì che collocherei Baldini, come un signorotto che guarda in basso lo svolgersi dei giorni.
Chiamato a sorpresa a guidare la Nazionale dei giovani, Baldini è sceso dalla rupe e si è proposto come un educatore, senza tralasciare l’aspetto tecnico, convocando i migliori. A prescindere dai risultati, la strada è certamente quella giusta. Baldini ha abolito i telefoni cellulari, che ognuno può usare a casa sua, ma non quando si trova dentro lo spogliatoio.
Questo gesto ha un significato chiaro: guardate avanti, intorno, in alto e in basso, parlatevi, toccatevi, siete ciò che vedete in carne ed ossa. La vita dentro un telefonino non è vita, è traslazione della realtà, distrazione senza tempo, anacoluto dei fatti, qualcosa “che non torna”, crea disagio, ansia, frustrazione. Chi lo nega è già spacciato. Anche per questo motivo, il ct propone una sorta di fratellanza (parola grossa, ma ci vuole) tra i calciatori. Così li ha voluti rimettere in coppia, camere non più separate nei ritiri, uniti anche di notte, quando il sonno si fa attendere e quindi si parla, ci si confida, si diventa più amici. In allenamento si è inventato la benda da applicare sull’occhio. E qui siamo al genio, perché vedere il campo a metà rende maggiormente attenti, o per meglio dire, consapevoli del gioco, protagonisti della giocata e non semplicemente esecutori.
C’è solo un “ma” che mi separa da Baldini, qualcosa che attiene al suo linguaggio e a certe uscite di cui non ho mai capito il senso e che mi hanno provocato un certo disagio dentro, come il suono di uno strumento scordato. È un “ma” un po’ privato e quindi lo tengo mio, e se lui vorrà ne parleremo a voce. Intanto apprezzo ciò che vedo, e con la benda all’occhio, tutto mi sembra molto vero. E molto giusto.