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a canestro

L'Olimpia Milano ha vinto un'altra Supercoppa. E ha fatto intravedere un'anima

Umberto Zapelloni

La squadra guidata da Ettore Messina ha battuto in finale la Germani Brescia. Piccoli indizi che fanno pensare che per la formazione milanese questa stagione possa essere diversa da quelle passate

Vincere la Supercoppa italiana nel basket significa poco se ti chiami Olimpia Milano e hai una bacheca di trofei piena di argenteria (16 i trofei vinti nell’era Armani). Significa ancora meno se pensi a come è andata a finire la stagione scorsa, cominciata allo stesso modo, alzando il primo trofeo dell’anno oltretutto in casa della Virtus. Quest’anno però la coppa giocata tra le migliori quattro della scorsa stagione, ha un sapore speciale, prima di tutto perchè è stata vinta indossando le maglie che ricordavano Giorgio Armani in quelle che erano le prime uscite ufficiali dopo la sua scomparsa, perdipiù giocate al Forum dove lui era di casa e l’altra sera il minuto in suo ricordo si è chiuso con l’applauso più lungo del weekend. Da brividi.

   

Ma la Supercoppa questa volta ha un altro sapore anche perché l’Olimpia ha fatto intravedere un’anima. Messina le ha cambiato ancora una volta pelle, ma pare aver trovato in Quinn Ellis (mvp della Supercoppa) e Lorenzo Brown (nuovo record di assist: 11) due teste che possono far ragionare la squadra indirizzandola verso le strade giuste, soprattutto in Eurolega dove la concorrenza è tosta e qualificata. Se là sotto Nebo e Brooker manterranno le promesse e soprattutto riusciranno ad avere una stagione senza gite in infermeria, qualcosa di buono si potrà costruire. “Ci fa piacere aver regalato una piccola soddisfazione a Leo Dell’Orco e alla famiglia Armani. Siamo contenti di far parte di questo bellissimo gruppo. Abbiamo vinto e giocato una buona partita con un  buon attacco per 40 minuti, equilibrato e muovendo la palla, nel secondo tempo poi la difesa è salita di tono, abbiamo controllato i rimbalzi e abbiamo vinto una partita contro una squadra forte, che gioca bene. Nulla è scontato”. Brescia non è cambiata molto rispetto allo scorso anno, anche se ha dovuto cambiare la guida dopo che Poeta aveva accettato di sedersi accanto a Messina sulla panchina di Milano, pronto a diventarne il successore il prossimo anno. Ma affidandosi a Matteo Cotelli, il suo vice, la filosofia è rimasta la stessa e finché ha potuto Brescia ha retto a Milano, scappata via solo all’inizio del terzo quarto.

     

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“Ovviamente sappiamo che la stagione non finisce qui - aggiunge Ettore Messina alla quarta Supercoppa personale - L’anno scorso avevamo avuto ottime sensazioni, poi tra infortuni e rendimento altalenante non abbiamo più trovato la chimica, l’importante quest’anno è continuare a costruire. Siamo in tanti, ci dobbiamo dividere le partite, trovare equilibrio e continuità non sarà facile. Servirà umiltà e grande coesione, quando il minutaggio sale devi essere pronto e farti trovare. Non solo noi, chi riuscirà a gestirla meglio avrà l’opportunità di fare meglio anche in Eurolega”. I segnali sono incoraggianti ma la storia recente dell’Olimpia insegna che è meglio restare con i piedi per terra e non farsi illusioni. Troppe volte negli ultimi anni le sensazioni di inizio stagione sono evaporate per colpa degli infortuni, ma anche di scelte sbagliate.

   

La Supercoppa ha confermato che Milano non potrà pensare di tirare il fiato in campionato per riposarsi dalle fatiche Europee, stessa cosa che capiterà alla Virtus che l’Olimpia in semifinale ha battuto solo allo sprint dopo aver agguantato i supplementari con l’ultimo tiro di Ellis. Dietro ci sono squadre come Brescia, ma anche come Trento e, probabilmente Tortona e Venezia, che dovranno essere affrontate con tutti i riguardi. La Serie A è pronta a ripartire con un nuovo presidente di Lega (Maurizio Gherardini al posto di Umberto Gandini) e una sua televisione. Il viaggio non sarà semplice perché la concorrenza, in un paese di calciofili improvvisamente attratti da tennis e pallavolo, sarà agguerritissima.