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MotoGP, Marc Marquez torna campione del mondo dopo 2.184 giorni
Si possono avere molti dubbi sull’uomo Marquez, ma nessuno potrà mai mettere in discussione le sue qualità in pista. E neppure la sua forza mentale, indispensabile per risalire dal buco nero dove era finito dopo gli infortuni che lo hanno fermato nel 2020
“Ho sbagliato, ho lottato e adesso sono in pace con me stesso”: 2.184 giorni dopo l’ultimo titolo, Marc Marquez è ancora campione del mondo. Nove volte campione del mondo. Si possono avere molti dubbi sull’uomo Marquez, ma nessuno potrà mai mettere in discussione le sue qualità in pista. E neppure la sua forza mentale, indispensabile per risalire dal buco nero dove era finito dopo gli infortuni che lo hanno fermato nel 2020, infortuni che avrebbero spezzato piloti meno forti di testa, un ritorno affrettato dopo la frattura di un omero. Marc invece ha avuto la forza di ricominciare, di rimettersi in gioco ripartendo lontano da quella che era sempre stata la sua casa.
Ha lasciato la Honda con cui aveva vinto 6 titoli mondiali per accettare la sfida propostagli da Nadia Gresini con la Ducati. Un anno per dimostrare al mondo che Marquez c’era ancora, la promozione nel team ufficiale e una stagione praticamente perfetta che lo ha portato al nono titolo della carriera. Come Valentino, quel Valentino che era stato il suo idolo da bambino, ma che poi lui aveva scorrettamente sgambettato nel 2015 impedendogli di andare a vincere il suo decimo titolo contro Lorenzo. Ora toccherà a lui andare a caccia del decimo, inseguire il numero tondo e perfetto che riaprirà il dibattito su chi è stato il miglior pilota della storia. Marc ha già risposto: “Non mi sentirete mai dire che sono il più grande di tutti i tempi, perché credo che ogni pilota ha avuto la sua epoca ed è difficile dire se uno è migliore di un altro. Poi, quando qualcuno si ritira, i numeri ti dicono chi è il migliore. I numeri non mentono. Ci sono piloti che non hanno mai gareggiato l’uno contro l’altro, e non è chiaro chi sia più veloce, perché ognuno ha avuto la sua epoca, le sue difficoltà, i suoi infortuni e i suoi momenti. È come il dibattito tra Maradona e Messi nel calcio. Io ho vissuto solo Messi, ed è per questo che penso che sia migliore di Maradona, di cui ho sentito parlare e visto video. Le carriere degli atleti, purtroppo, non sono fatte solo di numeri, ma anche di momenti, infortuni, adattabilità ed emozioni”.
Marquez contro Valentino. Valentino contro Giacomo Agostini a cui Liberty Media, nuova proprietaria del moto mondiale, vorrebbe togliere i titoli vinti in 350 cc. Speriamo si fermino prima di commettere un sacrilegio.
Se solo Marc non avesse fatto quello che ha fatto con Valentino, beh non ci sarebbero dubbi neppure sull’uomo. Quel finale di stagione, invece, a me proprio non va giù. Eppure sentendo i racconti su Marc si capisce che dentro di lui c’è qualcosa di speciale. Lo conferma anche Nadia Gresini che gli ha riacceso la luce: “Ho visto piloti che non hanno vinto neanche una mano a briscola atteggiarsi da fenomeni, ragazzi che, saliti su un podio, erano convinti di essere ascesi alla santità motoristica e pontificavano addossando a ingegneri peccatori la colpa di costanti insuccessi. Poi, nei nostri box, è entrato Marc. Otto volte campione del mondo e lavora come se fosse un apprendista al suo primo giorno di prova. Umile, educato, sensibile e gentile. «Grazie» ripete in continuazione «per avermi dato l’opportunità di correre con voi.» Ma grazie a te!”.
L’atteggiamento del fuoriclasse. Che ha continuato ad avere anche quando è arrivato nella squadra ufficiale Ducati e a suon di risultati ha sbriciolato Pecco Bagnaia mandandolo in crisi di testa prima che di tecnica. Marquez e la Ducati hanno rappresentato un’accoppiata ingiocabile per tutti. Troppo forti anche perché con il passare del tempo Marc ha imparato a cadere di meno e a gestirsi in modo perfetto. “Marc ha vinto tantissimo anche per una sua caratteristica unica: è molto analitico nel descrivere il comportamento della moto. Inoltre, ha uno straordinario talento e tanta determinazione, un’accoppiata con la quale ottiene risultati formidabili”, ha detto di lui Claudio Domenicali il ceo di Ducati che lo ha voluto accanto a Pecco.
“Travolgente e, soprattutto, intelligente. Sempre in grado di gestire le diverse situazioni e condizioni di gara, sia che si tratti di prendere la testa della corsa dal primo all’ultimo giro in assoluta padronanza”, aggiunge Gigi Dall’Igna, il mago che rende imbattibili le moto italiane. Forse non c’era bisogno di Marc per continuare a vincere, ma nel mondo dei motori ci sono coppie destinate a unirsi prima o poi. Quest’anno è successo a Hamilton e alla Ferrari e a Marquez e alla Ducati. Con risultati decisamente diversi. E con la ciliegina finale del ritorno alla vittoria di Pecco Bagnaia per completare il festival Ducati al quarto mondiale piloti di fila. E’ stato davvero il giorno delle rinascite.