L'attaccante brasiliano Lucas Ribeiro Costa (foto Ap, via LaPresse) 

calci giudiziari

Lucas Ribeiro Costa inaugura il calcio del post sentenza Lassana Diarra

Francesco Caremani

L'attaccante brasiliano, capocannoniere in Sud Africa, ha rescisso unilateralmente con i Mamelodi Sundowns e ha firmato per gli spagnoli del Cultural Leonesa, sfruttando la sentenza Diarra. Ora tutto dipenderà dall’ammontare del risarcimento che la Fifa stabilirà per i Sundowns: se alto, effetto deterrente; se basso, precedenti a catena

Nessuna sirena social, nessun video virale. Il trasferimento più importante dell’estate è passato inosservato: Lucas Ribeiro Costa, attaccante brasiliano, capocannoniere in Sud Africa, ha rescisso unilateralmente con i Mamelodi Sundowns e ha firmato per la Cultural Leonesa, club di Segunda División spagnola controllato dalla qatariota Aspire Academy. Tre anni di contratto cancellati con un comunicato cui è seguito il transfer internazionale concesso dalla Fifa il 12 settembre. Apparentemente un dettaglio, in realtà un cambio di paradigma.

 

Il precedente è del 1995, quando Jean-Marc Bosman ottenne dalla Corte di giustizia Ue il diritto a muoversi liberamente a contratto scaduto. Prima, i club continuavano a ‘possedere’ il cartellino: la sentenza liberò i giocatori e gonfiò i salari. Bosman non divenne mai una stella, ma il suo nome segnò l’inizio della globalizzazione del mercato.

 

Trent’anni dopo, è stato Lassana Diarra ad aprire un’altra breccia. Licenziato nel 2014 dal Lokomotiv Mosca, è stato condannato dalla Fifa a 10,5 milioni di euro di risarcimento e a quindici mesi di squalifica, in base all’articolo 17 del regolamento sui trasferimenti: una norma che puniva pesantemente i calciatori che rompevano i contratti e minacciava anche i club acquirenti. Diarra è ricorso fino alla Corte di Lussemburgo, che nel 2024 ha ribaltato tutto: regole discriminatorie, opache, sproporzionate.

  

Qui sta la differenza. Bosman liberava “dopo”: a scadenza, il giocatore è libero. Diarra ha aperto al “durante”: un contratto può essere sciolto prima, purché l’indennizzo sia proporzionato. Non più multe arbitrarie, non più danni inventati. I club restano protetti, ma entro limiti di ragionevolezza.

  

Ribeiro – che ha come avvocato Jean-Louis Dupont, lo stesso di Jean-Marc Bosman – è il primo a sfruttare questa nuova giurisprudenza. Ha scelto la Spagna e un contratto breve, quasi un test, mentre la disputa con i Sundowns finirà davanti al tribunale della Fifa e forse al Tas. Nel frattempo gioca. Un calciatore di seconda fascia, come Bosman, al centro di una rivoluzione potenziale.

  

Le conseguenze economiche potrebbero essere enormi. Dopo Bosman i salari esplosero grazie ai parametri zero. Con Diarra e Ribeiro il rischio è quello di destabilizzare l’intero mercato: i contratti lunghi perderebbero valore, le clausole diventerebbero carta straccia, l’equilibrio finanziario dei club sarebbe più fragile. Tutto dipenderà dall’ammontare del risarcimento che la Fifa stabilirà per i Sundowns: se alto, effetto deterrente; se basso, precedenti a catena.

 

C’è poi il contesto politico. La Corte ha ricordato che la Fifa è un’associazione privata, non un legislatore. Esiste l’“Albany exemption”: un ente dominante può derogare al diritto Ue solo con il consenso dei lavoratori, tramite contrattazione collettiva. È ciò che accade negli sport nordamericani, con i sindacati che firmano Cba – Collective Bargaining Agreements – vincolanti. FIFPro spinge in questa direzione, ma i rapporti con la Fifa sono tesi e molte federazioni non riconoscono neppure i sindacati.

 

Il risultato è un limbo: nuove bozze regolamentari più leggere ma incomplete, cause collettive già avviate, e sul campo Ribeiro che gioca e segna. Forse tra qualche anno il suo nome, come quello di Bosman, sarà ricordato non per i gol, ma per avere cambiato le regole del gioco. Ed esattamente come Bosman trent’anni fa, un calciatore sconosciuto ai più si ritrova al centro di una rivoluzione che rischia di pesare più dei trasferimenti multimilionari.