Il nuovo Palazzetto di Tortona, un impianto di nuova generazione al centro della Cittadella dello sport (foto Derthona Basket Ciamillo-Castoria)

Il foglio sportivo

Non solo basket nell'astronave di Tortona

Umberto Zapelloni

L’inaugurazione ufficiale è programmata per domani pomeriggio con l’amichevole tra il Derthona Basket e la Virtus Bologna. È il regalo di Gavio alla città: “Vorrei che la Cittadella diventasse un polo di aggregazione”

L’astronave di Tortona sta per partire. Ma non sarà un viaggio scontato perché dovrà andare a esplorare nuovi territori, non limitandosi al basket per cui è nata. La Nuova Arena della Cittadella dello sport, ancora senza il nome di uno sponsor, ma dedicata da Beniamino Gavio al padre e allo zio, Marcellino e Pietro e che per riconoscenza potremmo chiamare proprio PalaGavio, vuole diventare un polo d’attrazione per la città e non solo, visto che la sua posizione strategica a pochi chilometri dall’uscita dell’autostrada Milano Genova la rende facilmente raggiungibile sia dalla Lombardia che dalla Liguria.

 

L’inaugurazione ufficiale è programmata per domani pomeriggio con l’amichevole tra il Derthona Basket e la Virtus Bologna. Un debutto da tutto esaurito con 4.500 biglietti venduti e 500 ospiti che verranno a vedere come un privato con la passione e la disponibilità finanziaria, possa ancora fare dei miracoli alla faccia della burocrazia che gli stava quasi facendo passare la voglia. Quattro anni dopo la presentazione del progetto, la Cittadella è pronta ad aprire la sua Arena regalando finalmente alla Bertram una casa, dopo aver giocato in trasferta tra Voghera e Casale i suoi primi campionati in A1. “Abbiamo dovuto affrontare tutti gli impedimenti burocratici, il ritardo sulle consegne dei materiali e il loro rincaro dovuto alla guerra in Ucraina, la legge italiana sull’edilizia… ma alla fine siamo arrivati al traguardo e ora siamo pronti a partire. I costi sono cresciuti, i tempi si sono allungati, ma ormai eravamo in ballo e dovevamo ballare anche perché volevo fare un regalo alla città e a tutta la zona”, racconta Beniamino Gavio, il presidente di un gruppo che tra autostrade, grandi opere, energia e nautica ha un fatturato di oltre 4,5 miliardi di euro. Gavio si è appassionato al basket, ha salvato e fatto volare fino alla A1, la squadra della sua città, ma non si è fermato.

 

 

Ha pensato di darle una casa moderna e avveniristica e poi ha deciso di ampliare ancora di più l’orizzonte: “La pallacanestro è stata il punto di aggancio e di incontro. Ma ho sempre avuto l’idea di costruire qualcosa per restituire alla città e al territorio quello che avevo ricevuto. Volevo costruire qualcosa che restasse nel tempo e diventasse un punto di aggregazione per le famiglie. Presto ci organizzeremo una serata di beneficenza, ma poi una volta aperta la bottega la faremo conoscere e penseremo a un futuro dove porteremo dei concerti e chissà cos’altro”. L’investimento è stato di alcune decine di milioni di euro, si parla di una cinquantina e adesso arriva il momento di cominciare a incassare. “I nostri tifosi non dovranno più andare in trasferta per sostenerci quando giochiamo in casa e i giovani non dovranno più andare a Milano, Torino o Genova per vedere dei concerti, anzi magari verranno qui i giovani di quelle città”. Un piano ambizioso, ma non irrealizzabile. “Abbiamo creato un palazzo che è un passo nel futuro, dotato delle migliori tecnologie. È un impianto di nuova generazione in un Italia dove gli impianti sono quasi tutti vecchi”. Basta pensare al Forum di Milano o alla Virtus che a Bologna gioca in un capannone della Fiera. A parole sono tutti bravi, ma poi bisogna metterci i soldi.

 

“Avevamo fatto una domanda iniziale al Coni e al credito sportivo, ma non ci hanno dato un euro e ce lo siamo pagato tutto  noi”. La Cittadella nasce in un’area di 70 mila metri quadri che era già di proprietà della famiglia Gavio. Il progetto è firmato dallo studio milanese Barreca & La Varra, mentre il cantiere è stato seguito da Codelfa. Attorno all’arena per il basket ci sono un campo di allenamento, una palestra, un ristorante aperto 24 ore, campi da padel, da basket all’aperto, un’area commerciale dedicata. La zona è collegata alla città da una pista ciclabile, ma nei giorni delle partite ci sarà anche un servizio di navette dal centro. “E i biglietti non sono rincarati troppo rispetto a quanto costavano a Casale”, assicura Gavio che vuole vedere il palazzetto pieno per dare alla squadra un uomo in più. L’anno scorso a Casale la Bertram ha avuto 2.256 spettatori di media. L’obiettivo è di crescere nel numero degli spettatori, ma anche nei risultati. “L’anno scorso avevamo una squadra che avrebbe potuto fare di più e secondo me avrebbe potuto arrivare tranquillamente ai playoff. Qualcosa non ha funzionato. Quest’anno ci siamo rinforzati e in panchina abbiamo chiamato Mario Fioretti che era il vice di Messina a  Milano. Mi è piaciuto subito molto anche come persona oltre che come tecnico. È intellettualmente onesto ed è un allenatore di carattere, molto scrupoloso, meticoloso. È uno di polso e di carattere. Non basta gridare per farsi rispettare. Lui non ha bisogno neppure di gridare”.

 

 

Con Fioretti è arrivato come direttore generale anche Gianmaria Vacirca che seguirà anche lo sviluppo della Cittadella, mentre alla presidenza resta un nome storico del basket tortonese come Marco Picchi passato dal campo alla scrivania ormai da anni. “Sulla carta partiamo in sordina, poi partita dopo partita vedremo”, dice Gavio che vorrebbe fare una battaglia per equiparare il basket alla pallavolo e ridurre la tassazione che fa lievitare gli ingaggi dei giocatori (“ai giovani converrebbe farsi una polizza integrativa, piuttosto che fare quei versamenti all’Inps. Non è possibile che i giocatori italiani ci vengano a costare tra i 150 e i 200 mila euro”). È  chiaro come i playoff siano l’obbiettivo minimo e i sogni a bordo dell’astronave, non siano più vietati. Intanto sarebbe bello vedere da queste parti la Nazionale. Sarebbe giusto dare un riconoscimento a chi sta facendo così tanto per il nostro basket.

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