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Il Foglio sportivo
Liverpool è ancora piena d'amore per Diego Jota. Un reportage
Ad Anfield, il ricordo del calciatore portoghese vive tra murales, sciarpe e pub storici, a pochi giorni dalla sua tragica scomparsa. Un quartiere-museo dove il Liverpool celebra la memoria, la passione e l’identità collettiva
Nella galleria a cielo aperto, che è oggi il quartiere di Anfield, si vedono tanti murales raffiguranti i calciatori che hanno fatto la storia del Liverpool. Tra le tante opere, già trova spazio Diogo Jota, il giocatore portoghese scomparso assieme al fratello André Silva in un incidente stradale lo scorso 3 luglio. La tragica morte in giovane età, il ragazzo aveva 28 anni, lo ha messo in poco tempo nell’olimpo degli Scousers tra Billy Shankly, Steve Gerrard e Ian Rush. Nello spazio accanto al Main Stand, dove sorge la statua di John Houlding, il fondatore del Liverpool Football Club, si è creato spontaneamente un memoriale per l’attaccante, composto da sciarpe, rose rosse e bianche, bandiere portoghesi. Una distesa colorata che ha quasi completamente coperto lo spazio verde adiacente alla tribuna.
Oltre a questo omaggio arrivato direttamente dai tifosi, a sole due settimane dalla morte del ragazzo sulla parete di uno storico pub, a qualche centinaia di metri dall’impianto, è apparsa l’immagine del calciatore che con le mani fa il gesto del cuore, come a dimostrare l’amore ricambiato che c’era con il Liverpool e che continua ancora oggi. Dal 2020 Diego aveva disputato con i Reds 123 partite, realizzando 47 gol, dopo una prima esperienza inglese con il Wolverhampton. Con la Nazionale portoghese aveva giocato 49 gare. Il locale dove si può ammirare l’immagine del calciatore si chiama Halfway House ed è frequentatissimo dai tifosi del Liverpool. Oggi, sabato 20 settembre, che all’ora di pranzo c’è il derby cittadino con l’Everton, sarà completamente full e la birra uscirà a fiumi dalle spine. Entrambe le squadre vanno bene, il Liverpool è primo a punteggio pieno, i cugini hanno due vittorie, un pareggio e una sconfitta. Ma l’Anfield sarebbe stato sold out in ogni caso.
All’interno del pub ci sono decine di bandiere e stendardi del club, oltre all’immancabile gioco delle freccette. Il nome, Halfway, deriva dal fatto che si trova a metà strada dagli stadi storici delle due squadre, qui vicino c’è anche il Goodison Park, che l’Everton ha abbandonato solo da poche partite per il nuovo Hill Dickinson. Curiosamente, prima di trasferirsi a Goodison Park, l’Everton giocò ad Anfield, lo stadio che sarebbe poi diventato la casa storica dei loro rivali. Il pub, prima e dopo le partite, si riempie sempre di tifosi, ma è aperto già alla mattina, frequentato da anziani che si bevono la prima pinta di birra leggera, con un occhio più o meno attento alla tv, dove trasmettono le corse dei cavalli. Per la barista tutti gli avventori sono “lovely”, soprattutto se al secondo drink.
L’opera per Diogo è stata creata dall’artista locale John Culshaw, in collaborazione con il collettivo Murwalls. Degli stessi autori si trovano, oltre ai già citati, anche quelli per John Barnes, Mohamed Salah, Steven Gerrard, Kenny Dalglish, Trent Alexander-Arnold, Robbie Fowler, Roberto Firmino e Ray Clemence. Giri l’angolo e ne trovi uno di enorme. Davvero bello passeggiare da queste parti se sei un appassionato di calcio, con una sensibilità per la street art. È il risultato di una collaborazione diffusa tra il club, i tifosi, le attività commerciali locali e altre organizzazioni, uniti dal tifo per il Liverpool FC e la sua storia. Tutto quello che ruota attorno al Liverpool, sembra ammantato di storia, anche quella più recente: non tutti le formazioni inglesi, pure quelle titolate, possono dire la stessa cosa. Questo è un merito enorme per il club e i suoi fan. Recentemente in una parete dello stadio hanno affisso, per il cinquantennale della strage dell’Heysel, dove hanno perso la vita 39 persone, una targa che ha posto rimedio a qualcosa che forse poteva essere fatta anche prima. “In memoria e amicizia” con il logo della Juventus, oltre che della squadra di casa. Allo stadio sempre pieno per le partite casalinghe, va aggiunto che il museo e il relativo tour fanno il record di ingressi. Il culto della memoria, molto più prosaicamente, può rendere felice anche il cassiere.



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