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Speranze e ambizioni dell'Italia del volley maschile (che vorrebbe imitare le donne)

Giuliana Lorenzo

I campioni in carica si presentano nelle Filippine con grandi ambizioni e molti dubbi. La Nazionale esordirà a Quezon City domenica 14 settembre contro l’Algeria (ore 15:30 italiane)

Julio Velasco ha sempre detto che per la cultura sportiva radicata in Italia, in questo paese, non conviene vincere. Chiedere a Ferdinando De Giorgi, chiamato o meglio quasi obbligato nel Mondiale che inizia oggi nelle Filippine e termina il 28, a riportare sul tetto del mondo i suoi ragazzi, vincenti nel 2022, in Polonia, a Katowice. La formazione del ct pugliese, che lavorerà sulla panchina azzurra almeno fino ai Giochi di Los Angeles 2028, dopo il successo delle ragazze in Thailandia, rischia così, di portare sulle proprie braccia una doppia responsabilità.

 

In questi ultimi due anni il gruppo maschile, a dispetto delle invincibili colleghe, ha faticato di più dopo i fasti successivi alla delusione olimpica di Tokyo 2020 che chiuse l’epoca da ct di Gianlorenzo Blengini. De Giorgi appena arrivato, in sordina e forse senza aspettative, con scelte che sembravano clamorose (come l’esclusione di Ivan Zaytsev), decise di puntare su un gruppo giovane. Scommise, ad esempio, su Yuri Romanò, che al tempo non aveva mai messo piede sul taraflex della Superlega, vincendo prima l’Europeo del 2021 e poi il Mondiale del 2022.

 

Quest’anno l’edizione del Campionato del mondo si presenta però con prospettive diverse e soprattutto con un format nuovo, logorante e forse meno stimolante sotto certi punti di vista. Per la prima volta ci saranno 32 formazioni e non 24: una struttura che può essere un vantaggio, almeno nella fase a gironi, e che potrebbe rappresentare per le favorite un’occasione di consolidamento dei meccanismi.

 

L’Italia esordirà a Quezon City domenica 14 settembre contro l’Algeria (ore 15:30 italiane), per poi affrontare il Belgio (16 settembre, ore 15:30) e l’Ucraina (18 settembre, ore 15:30). Poi, si inizierà a fare sul serio e in quel momento la squadra di De Giorgi dovrà tirare fuori il proprio carattere per provare a mettere un'altra coppa nella bacheca di un movimento comunque florido. La compagine nostrana è reduce da un’estate nel complesso positiva con la finale nella Volleyball Nations League, mai raggiunta prima di quest’anno, persa però, in maniera netta, contro la Polonia. La selezione di Nikola Grbic, uno che in Italia ha vissuto e ha allenato a lungo, è la favorita e può contare sul solito Leon, ritornato ai suoi standard, ma anche su giocatori come Kochanowski e Semeniuk. Non si può dimenticare la Francia di Andrea Giani, altra vecchia conoscenza azzurra che ha riportato “Les Bleus”, dopo l’oro di Tokyo sul gradino più alto del podio pure a Parigi 2024, eliminando in semifinale proprio capitan Simone Giannelli e compagni. La squadra di Antoine Brizard, ex regista di Piacenza e di Earvin Ngapeth, sulla sua strada, potrebbe incontrare proprio Polonia o l’Italia. Tra le altre avversarie c’è sempre un ottimo Giappone, solidissimo soprattutto da seconda linea, sconfitto negli ultimi due test match svolti in preparazione al Mondiale, ma che ha messo a duro repentaglio il cammino olimpico della nostra Nazionale in occasione dell’ultima edizione dell’Olimpiade. Infine, ci sono alcune outsider come il Brasile, anche se in un periodo di transizione e la Slovenia, reduce dal bronzo in VNL. Avversarie a parte la formazione italiana dovrà essere brava a reagire alle difficoltà, a non disgregarsi e a sfruttare la panchina, elemento che forse è mancato in passato. Nel Sud-Est asiatico non ci sarà, per infortunio, Antonio Lavia, da anni schiacciatore di riferimento, ma ci sarà un vicecapitano di esperienza e di carattere come Simone Anzani che si è messo alle spalle i problemi cardiaci. Inoltre, al ct, non mancano giocatori chiave come Luca Porro, seppur giovane ma temprato dall’edizione olimpica e Mattia Bottolo, forse il vero protagonista dell’ultima stagione di Superlega. Il veneto potrebbe essere una risorsa importante, con Michieletto e Kamil Rychlicki, “novità” degli ultimi mesi (è stato naturalizzato). Il gruppo deve essere compatto conscio di non dover dimostrare nulla, libero di sprigionare il proprio valore, vincendo e sapendo soffrire.

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