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Verstappen, il dominatore che riscrive la Formula 1

Fabio Tavelli

A Monza l’olandese ha offerto una delle prestazioni individuali più straordinarie della storia recente: 230 punti sui 239 Red Bull sono tutti suoi. Con lui, oggi, anche la Ferrari potrebbe lottare per il titolo

In sedici gare la Red Bull ha conquistato 239 punti nella classifica dei costruttori. Di questi 239 punti Max Verstappen ne ha portati 230. 230! La possibilità che il suo compagno di squadra, prima Lawson per due gare e poi Tsunoda per quattordici, sia scarso non sono poche. Ma spiegare questo “spread” tra due compagni di squadra è possibile solo scomodando comparazioni illustri. Max Verstappen, dominatore del Gran Premio di Monza, non da oggi può essere considerato uno dei più grandi di sempre. Ma quel che ha fatto in Brianza rimarrà come una delle più straordinarie prestazioni individuali della storia della Formula 1.

Non c’è sempre bisogno di un sorpasso al limite o di una staccata portentosa per illuminare la scena. A volte è anche solo la conduzione della vettura in gara dopo aver strappato la pole ai papaya e a Leclerc sabato a lasciare senza parole. Lo ha fatto da dominatore, da colui che governa la competizione senza avere, complessivamente, il mezzo migliore. Verstappen dimostra ancora una volta due cose. La prima: non è vero che la Mc Laren è di un altro pianeta. Se c’è qualcuno di un altro pianeta, questo è Verstappen. La Mc Laren è forte, fortissima, ma solo in alcune condizioni. La seconda è che in tempi di eccessi tecnologici e intelligenza artificiale c’è ancora un umanesimo fatto di talento e intuizioni che non hanno nulla a che fare con i microchip. “Fa sembrare gli altri tutti stupidi”, ha detto con splendido dono della sintesi Toto Wolff dopo la gara. Il team principal della Mercedes non da oggi è un estimatore di Verstappen e non ha mai fatto mistero di volerlo portare in grigio. Ma chi dovrebbe, anche qui non da oggi, mettersi sulle tracce dell’olandese è la Ferrari. Qualche giorno fa, interrogato sulla possibilità in futuro di vestire i colori di Maranello, Max ha risposto da par suo. Ha detto quel che disse a suo tempo Ayrton Senna. Ovvero che verrebbe volentieri a vestire di rosso ma a condizione di essere competitivo per vincere il titolo mondiale. “Non verrei per soddisfare un desiderio, che è quello di ogni pilota. Ovvero di guidare una Ferrari. Verrei solo se sapessi di poter vincere”.

Giusto per far capire quali sarebbero le condizioni. Senna fu anche più specifico, disse che la Ferrari era più lenta di un secondo al giro rispetto alla concorrenza. E aggiunse che una volta che il gap fosse stato dimezzato, quel mezzo secondo lo avrebbe colmato lui. Ecco, oggi uno che potrebbe rendere competitiva la Ferrari per lottare contro la Mc Laren è solo Max Verstappen. Attenzione, oggi. Non l’anno prossimo. Già oggi, con queste forze in campo. Leclerc in un modo ed Hamilton nell’altro stanno facendo il loro. Più Leclerc di Hamilton. Ma non basta. Alla fine, la Scuderia, che non ha ancora vinto una gara, arriverà seconda nella classifica costruttori. Ma quel che riesce a fare Max, la sudditanza psicologica nella quale mette gli avversari, l’innalzamento del livello prestazionale che riesce a dare alla sua vettura sono elementi che riuscirebbero a compensare il divario con Piastri e Norris. Oggi! Oggi su questa Ferrari uno come Verstappen sarebbe ancora in corsa per il titolo mondiale piloti. I due della Mc Laren stanno dando vita a una delle sfide mondiali più noiose della storia recente. A Monza il problema avuto al pit-stop da Norris è stato coperto da un ordine di scuderia, che ha rimesso Piastri dietro l’inglese. Qualcosa di molto politicamente corretto ma di altrettanto opposto allo spirito del Motorsport. Che sta diventando sempre più un mondo del: “prego, si accomodi” rispetto ai duelli rusticani dei tempi andati. Eppure la gente sta sotto al podio per ore, riempie gli autodromi e in tv guarda le gare.  Ne mancano otto. Otto capitoli per vedere se ci sarà tra i due Mc Laren qualcosa di meno scontato e, possibilmente, più avvincente.

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