Joao Almeida e Jonas Vingegaard sull'Angliru (foto Epa, via Ansa)

Vuelta 2025 | Miraggi e tentativi di rivolta in cima all'Angliru: vince Almeida

Giovanni Battistuzzi

Il corridore portoghese ha vinto la tredicesima tappa della Vuelta 2025 davanti a Jonas Vingegaard che veste ancora la maglia rossa di capoclassifica della generale. Giulio Pellizzari sale al sesto posto

La nuvola fantozziana da ciclisti che di solito gravita sul Pico de Gamonal nemmeno questa volta ha lasciato stare i corridori della Vuelta 2025. Li ha costretti anche oggi a tagliare con il manubrio e con il naso la nebbiolina per raggiungere il traguardo. Sembra fatta apposta per concere all'Alto de l'Angliru l'illusione di essere un luogo senza luogo, un altrove immaginifico che esiste, ma forse no.

 

I raggi del sole si sono presi la scena solo nelle ultime centinaia di metri dopo aver illuminao la tappa sino al punto più impegnativo dell'Angliru, quando il tentativo di ribaltamento vueltesco di João Almeida era già andato a vuoto. Ma forse nemmeno troppo. Non è scattato il portoghese. È difficile farlo quando le pendenze raggiungono il 20 per cento, soprattutto non sarebbe servito. João Almeida si è messo davanti, sempre seduto sui pedali, sempre cercando di aumentare un po' l'andatura per arrivare al punto di non ritorno, quello della resa dell'avversario in maglia rossa, Jonas Vingegaard. Va così su certe salite, quelle almeno talmente dure da essere affascinanti e troppo difficili per essere appassionanti.

  

Lassù in cima, lì dove il sole aveva superato la nuvola fantozziana João Almeida si è presentato per primo e per primo ha oltrepassato la linea d'arrivo della tredicesima tappa della Vuelta 2025. Alle sue spalle, come per tutta la salita, è arrivato Jonas Vingegaard. Non era oggi che doveva attaccare la maglia rossa. Non era oggi che doveva ampliare lo strappo tra lui e il portoghese. Oggi bastava stare lì e non perdere un metro. Perché a volte fa più male una resistenza che un attacco. E oggi era uno di quei giorni.

  

Uno di quei giorni, che a questa Vuelta sembrano un po' tutti uguali, con un arrivo in cima a un monte, sebbeno questo fosse assai più prestigioso, con un corridore in maglia UAE Team Emirates - XRG a braccia alzate davanti a tutti: è la quinta volta che accade: due volte era capitato a Jay Vine, due volte a Juan Ayuso. Mancava il capitano João Almeida: missione compiuta.

 

Uno dei quei giorni nei quali non il ciclismo fa scoprire che non c'è poi tanta differenza tra un deserto e una salita. La fatica è come il calore, disidrata. E la disidratazione può falsare la percezione della realtà. João Almeida aveva inseguito un miraggio dolcissimo, si è imbattuto in una realtà certo piacevole, ma senz'altro meno suadente. Terminata con un abbraccio con il rivale di oggi che esternava rispetto tra i due. E un ultimo e dispetato desiderio del portoghese di impossessarsi di quella maglia alla quale si è avvicinato di quattro secondi (d'abbuono) pur rimanendo distante ancora di 46 secondi.

   

L'Angliru non ha visto compiersi il tentativo di rivolta di João Almeida, si è concesso però il merito di rimodellare le certezze e le convinzioni di chi vorrebbe stare con il portoghese e il danese sul podio di Madrid. Tom Pidcock ha fatto fatica, ma si è prodigato in una resistenza ostinata e convincente. La stessa, anche se meno redditizia, messa sui pedali da Felix Gall, tra i primi a capire che il ritmo imposto da João Almeida non era cosa per lui, ma capace di trovare quello giusto per permettergli di superare tutti quelli che non avevano avuto la sua lungimiranza. A eccezione di Sepp Kuss, quarto, e Jay Hindley, terzo. E proprio l'australiano si ritrova ora con il morale alto e la gamba buona per poter dimostrare un'altra volta che, nonostante i più si dimentichino di lui, lui non si dimentica mai di essere uno che in salita e nelle tre settimane ci sa fare parecchio.

  

In fondo però il più simile a Felix Gall è stato Giulio Pellizzari. Ed è caratteristica inusuale per un ventunenne. Ma Giulio Pellizzari ha dimostrato in questi anni di essere corridore di talento e di gamba e soprattutto di cervello fine. E tutto questo vale un sesto posto alla Vuelta 2025. A meno di due minuti dal terzo gradino del podio.

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