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Il Foglio sportivo
La caccia allo scudetto del Napoli parte in maschera
Una serie A all'insegna delle trasformazioni. Cinque macrotemi per decriptare un campionato alla ricerca di nuovi protagonisti e della classe media
Con quella inevitabile dose di incertezza che si porta dietro un campionato ancora alle prese con il mercato aperto, usanza che sembra impossibile da scalfire, la Serie A riparte all’insegna delle trasformazioni. Delle prime otto della scorsa stagione, soltanto due non hanno cambiato la guida tecnica, rendendo di fatto impossibile fare le carte al prossimo campionato, esercizio perfetto per passare mezz’ora sotto l’ombrellone, ma per sua stessa natura poco fruttuoso. Diventa più interessante provare a interpretare cosa ha mosso le società, tra chi ha scelto di rischiare e chi invece ha optato per il conservatorismo, ben sapendo che soltanto l’ultima pagina del thriller rivelerà chi ha avuto ragione.
Cinque macrotemi dai cui partire, destinati a incrociarsi e a scontrarsi nel lungo romanzo del campionato.
Il primo, inevitabile, riguarda il Napoli e l’urgenza della conferma. Antonio Conte si è lasciato sedurre dalle promesse, mantenute, di Aurelio De Laurentiis sul mercato. Sembrava ci fosse tutto, poi ci si è messo di mezzo il destino, che ha tolto dalla scena Romelu Lukaku. Non è un giocatore qualunque, il belga. Non lo è mai stato nella sua carriera e mai lo sarà per Conte, un legame viscerale. Il Napoli, lo scorso anno, ha viaggiato al ritmo del respiro del suo centravanti, quanto a quello di McTominay. Un campionato aggredito, azzannato a livello fisico. Il suo gioco è diventato diverso nel corso degli anni, ma numeri alla mano è stato comunque uno dei migliori centravanti del torneo, trovando anche quei gol pesanti che spesso i detrattori indicavano come tallone d’Achille. Dalla durata del suo stop e dal modo con cui il Napoli riuscirà a sostituirlo (con buona pace di Lucca) capiremo che ne sarà dei campioni d’Italia, alle prese anche con il logoramento europeo.
C’è chi per insidiare il trono azzurro ha scelto la via del coraggio. Ma le mosse di Inter, Juventus, Roma e Atalanta sono comunque molto diverse tra loro. Il coraggio dell’Inter è figlio dello stupore, dello shock post addio di Inzaghi e 5-0 in finale di Champions League, due schiaffi arrivati in coda alla stagione fuori da ogni pronostico. Uno scossone che ne ha generati altri, dal tentativo per Fabregas fino al caso Calhanoglu, con tanto di vicenda Lookman a condire il tutto. Resta comunque un punto interrogativo su una squadra guidata da un allenatore, Chivu, alla sua prima esperienza su una panchina di Serie A fin dal ritiro estivo. Era lecito pensare a un cambio di scenario a livello di organico, invece l’Inter è rimasta sostanzialmente la stessa, con qualche rincalzo in attacco e poco altro.
La Juventus ha cambiato tutto a livello dirigenziale lasciando però intatto l’incarico di Igor Tudor, finalmente giunto all’occasione che aspettava sin da quando ha appeso gli scarpini al chiodo. Dovrà dimostrare che con gli stessi ingredienti (o quasi) avuti da Thiago Motta è possibile mettere in tavola un piatto diverso, sfida non semplice ma stimolante. La Roma ha scelto l’allenatore con il marchio di fabbrica più impattante dell’intero campionato, l’architetto di un miracolo così rilevante da essere rimasto tale per quasi un decennio. Gasperini dà tanto e altrettanto pretende sul mercato, è solito alzare la voce quando le cose non gli vanno a genio, ma a Bergamo è stato garanzia di qualità, laddove per qualità si intende un piazzamento in Champions, quello che i Friedkin anelano da anni. E l’eredità di Gasp è stata così prepotente da indurre l’Atalanta a cercare il suo più fedele emulatore: la dirigenza ha voluto ignorare il passato più recente di Ivan Juric provando a guardare oltre, una scelta quasi dogmatica.
Ma c’è anche chi ha scelto di tornare ad accarezzare vecchie foto, più o meno sbiadite, sperando di rinverdirne il ricordo: il Milan, con il richiamo alla base di Massimiliano Allegri dopo undici anni, alla ricerca di stabilità dopo una stagione sull’ottovolante portoghese del duo Fonseca-Conceição; la Lazio, ritrovatasi col mercato bloccato dopo aver annunciato in pompa magna il ritorno di Maurizio Sarri, la cui figura sta persino superando il concetto di allenatore, identificandosi con la Lazio stessa non essendoci altro appiglio gradito alla piazza; infine, la Fiorentina, che restituisce alla Serie A Stefano Pioli e andrà a caccia, per l’ennesima volta, di quel trionfo in Conference League che non è ancora arrivato.
E si spera anche di trovare, finalmente, una classe media del campionato capace di divertirsi e divertire: il Bologna è già qualcosa in più, conta di rimanere saldamente nella zona europea, con il lavoro di Italiano in campo e quello del duo Sartori-Di Vaio; il Torino, con una tifoseria che da anni sbraita verso la proprietà e coltiva il sogno di riassaporare l’Europa ma deve sempre fare i conti con un certo velo di mestizia, e il Genoa, che ambisce a qualcosa in più della comoda salvezza; il Como, che a suon di milioni e alchimie tattiche vuole rovesciare l’ordine costituito.
Anche in coda c’è chi ha scelto di scommettere, il Parma con Cuesta e il Cagliari con Pisacane, tecnici giovani e dalle idee forti per lasciarsi alle spalle la monotonia, e in parte anche il Lecce, che insegue la quarta salvezza di fila con chi, come Di Francesco, è reduce da due retrocessioni. Sarà un rush finale di mercato bollente per il Verona, che deve ricostruire almeno metà squadra tra cessioni (Coppola, Ghilardi, Tchatchoua), svincolati (Duda, Dawidowicz) e infortuni pesanti (Suslov). Hanno cambiato due neopromosse su tre: Inzaghi ha lasciato il Pisa a Gilardino in un passaggio di consegne che profuma di Mondiale 2006, Nicola andrà a caccia dell’ennesima salvezza della sua carriera a Cremona, come quegli attori che vengono chiamati per interpretare sempre la stessa parte anche quando meriterebbero qualcosina in più. Il Sassuolo sembra più avanti delle altre due e concede a Fabio Grosso una bella occasione per mettersi in mostra. Bentornato campionato.