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Oltre il nuoto c'è di più: Ginevra Taddeucci tra criminologia e ristrutturazioni

Giuliana Lorenzo

Quando non nuota, la campionessa ama viaggiare, visitare Napoli, e mangiare (con qualche sgarro). Si è laureata e ha quasi ultimato un master in criminologia. Dopo i mondiali di Doha 2024 aveva quasi pensato di smettere, ma poi ha continuato a nuotare, "testa bassa" ed è ripartita

Ginevra Taddeucci non fa nemmeno troppa fatica a macinare chilometri, in acqua e fuori. Dopo il recente Mondiale delle discipline acquatiche di Singapore, da cui è tornata facendo razzia d’argento, ben quattro su quattro gare (10 km, 5km, 3km sprint knock out e staffetta), meglio pure del compagno di squadra Gregorio Paltrinieri, si è presa un po’ di meritata vacanza, scegliendo la Thailandia. A farle compagnia gli azzurri del fondo: Giulia Gabbrielleschi, Marcello Guidi e il fidanzato, sempre fondista, Matteo Furlan. Quando la campionessa non nuota, ama prendere aerei, viaggiare dall’altra parte del mondo, talvolta anche on the road, per esplorare e conoscere e non limitarsi a quel mordi e fuggi a cui sono spesso costretti tutti gli sportivi di livello. Durante le molteplici e infinite bracciate – così come nelle sue avventure, dalla West Coast americana fino all’Australia – l’accompagnano le hit che canticchia in testa o in macchina, molte volte dei Pinguini Tattici Nucleari, sua band preferita. Toscana doc, o meglio fiorentina, dopo aver provato con la danza, ha iniziato a nuotare ad Empoli, a nove anni, seguendo le orme del cugino e spinta, in principio dal nonno e poi anche dalla mamma a cui ha dedicato la prima medaglia vinta ai campionati del mondo. 


Il nuoto che nell’immaginario collettivo è uno sport completo e salutare, le era stato consigliato proprio perché aveva scoperto di essere celiaca e aveva avuto problemi nello sviluppo. Poi, da una scelta forzata è scattato l’amore e la scintilla definitiva con il fondo quando l’hanno portata nel 2012, prima degli Europei junior, all’Idroscalo di Milano. Ha deciso così, di sua sponte, di nuotare gestendo non solo gli avversari ma anche condizioni climatiche e situazioni al limite. E forse proprio spingendosi oltre è stata in grado, in questi ultimi due anni, di dare il meglio, prima nelle acque insidiose della Senna, a Parigi e poi in quelle di Palawan Beach, sull’isola di Sentosa, combattendo il caldo. 


Ai Giochi Olimpici dello scorso anno, si è qualificata in extremis e in virtù dei problemi legati alla mancata idoneità fisica di Arianna Bridi, guadagnando un inaspettato bronzo nella 10 km, di cui è vicecampionessa europea e mondiale. Il bronzo l’ha lanciata in una nuova dimensione, facendole acquisire certezze e una ritrovata consapevolezza. Taddeucci, allenata da Giovanni Pistelli già storico coach dell’ex fondista Rachele Bruni, in Asia ha il merito di aver riportato, sul podio iridato, nella 10 km (per lei prima medaglia mondiale individuale), l’Italia a distanza di 14 anni da Martina Grimaldi nel 2011. È mancato forse l’oro, ma il bottino è importante e di spessore soprattutto perché arrivato in un anno post olimpico dove ha preferito costruire qualcosa per il suo futuro. “Speravo di ottenere un piazzamento migliore – ha detto ai canali Federnuoto l’azzurra tesserata con le Fiamme Oro e Nuotatori Pistoiesi – Avevo bisogno di rimettere a posto la mia vita e costruire qualcosa anche fuori. L’ultimo quadriennio è stato ricco di emozioni e medaglia, ma altrettanto stressante. Il ritmo davanti era insostenibile per me”. 


Oltre lo sport, gli allenamenti, qualche visita a Napoli, sua città preferita e qualche sgarro in cucina, visto che in passato ha ammesso di non seguire una dieta particolare e di amare le patatine fritte, si è laureata e ha quasi ultimato un master in criminologia. Per finire, sta pure ristrutturando un casale familiare. Ha rimesso e sta rimettendo in ordine vari tasselli della sua vita e forse aver trovato una nuova tattica in acqua non può che averla tranquillizzata. Dopo quel bronzo olimpico, ha vinto l’argento agli Europei di quest’anno nella 10 km e l’oro nei 5km, imparando a non cercare la fuga o l’eccessivo sprint, ragionando e gestendo energie e bracciate. Ha provato a scacciare i suoi demoni, anche se talvolta ha riconosciuto di avere un’attitudine negativa e di dover nuotare controcorrente, contro paure e varie insicurezze. Dopo il Mondiale di Doha 2024, quando chiuse al 22esimo posto, aveva pensato di smettere per cercare di essere finalmente felice. “Ho continuato a nuotare, testa bassa – scrisse a fine 2024 su Instagram -  tante lacrime in quegli occhialini, a volte visibili a volte no. Da sola non avrei continuato un giorno di più dopo il 3 febbraio”. Ha trovato il sostegno della famiglia, del fidanzato, del suo allenatore ed è ripartita superando e sorprendendo gli altri e in primis se stessa, prima a Parigi e poi a Singapore.

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