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Il Foglio sportivo
La favola di Islam, dall'Olbia alla nazionale del Bangladesh
“Un’emozione grandissima, un grande orgoglio: era un mio obiettivo, la Nazionale è il sogno di chiunque giochi a calcio, ma non pensavo di riuscire a realizzarlo così presto”. Parole e musica di Fahamedul Islam, calciatore in forza all’Olbia Calcio 1905
Ma chi è Fahamedul Islam?
“Ho 18 anni, sono arrivato in Italia dal Bangladesh quando avevo nove anni, nel 2016, per ricongiungermi con mio padre che era arrivato in Italia, a La Spezia, qualche anno prima per lavorare”.
Dove giochi?
“Da febbraio scorso gioco nell’Olbia Calcio 1905, che milita nel girone G della serie D”.
Riavvolgiamo il nastro e partiamo da principio: hai cominciato a giocare a calcio qui in Italia?
“No, ho cominciato a calciare nel mio paese”.
Ma lo sport nazionale, e quello più in voga in Bangladesh, è il cricket.
“Sì, è vero, ma anche il calcio è molto praticato: mi sono confrontato con tutti e due gli sport e mi è piaciuto di più correre dietro un pallone. Diciamo che sono stato influenzato dai miei amici che giocavano tutti a calcio”.
E poi, cosa succede?
“Sono arrivato a La Spezia che avevo nove anni: nei primi periodi, sono andato solo a scuola. Ho cominciato a giocare a calcio tardi, nell’oratorio della chiesa vicino dove abitavo, a dodici anni”.
E le tappe successive quali sono state?
“Dopo l’oratorio, sono entrato nel settore giovanile dello Spezia, nelle formazioni Under 13 e 14. Da lì il salto alla Sampdoria, prima nell’Under 17 e poi nella Primavera”.
Quindi, il calcio vero.
“Ho giocato vicino Genova, nel Ligorna, squadra che milita nel girone A della Serie D e poi nel Livorno”.
A Febbraio scorso sei passato all’Olbia Calcio 1905.
“Sì, sono qui in Sardegna ed ho firmato un contratto con loro fino al giugno del 2027”.
La tua famiglia ti ha seguito in questa esperienza?
“No, vivo da solo: ho un mio appartamento. I miei genitori vivono e lavorano a La Spezia”.
Cos’è per te il calcio?
“Un lavoro: voglio continuare a giocare, migliorarmi, crescere e coronare il mio sogno, giocare in Serie A”.
Qual è il tuo ruolo in campo?
“Ho girato un bel po’: sono partito come attaccante, poi ho fatto l’esterno alto, il centrocampista interno e, infine, la mezzala”.
Dove ti trovi meglio a giocare?
“Come mezzala”.
Piede?
“Destro naturale”.
Qual è il tuo giocatore preferito?
“Cristiano Ronaldo”.
Ma è un attaccante…
“Nel mio ruolo seguo Rodrygo del Real Madrid”.
Facciamo anche il nome di un calciatore italiano?
“Federico Chiesa”.
Tifi per lo Spezia?
“Sì, è stata la mia prima squadra in Italia e lo sarà per sempre”.
Cosa hai provato nel ricevere la convocazione dalla nazionale del tuo paese?
“Un’emozione grandissima, un grande orgoglio: era un mio obiettivo, la Nazionale è il sogno di chiunque giochi a calcio, ma non pensavo di riuscire a realizzarlo così presto”.
I primi di giugno, nella capitale Dacca, hai affrontato in amichevole il Bhutan, vittoria per 2-0, mentre con Singapore è arrivata una sconfitta.
“In tutto ho giocato circa 120 minuti: all’inizio, l’emozione mi ha condizionato, ma poi ho pensato solo alla partita”.
Non hai fatto un pensierino alla maglia azzurra?
“No, la Nazionale italiana è molto difficile da raggiungere. E poi, ho la cittadinanza bengalese, ho scelto la nazionale del mio paese”.
Sei tornato in Bangladesh dopo tanto tempo: hai trovato il tuo paese cambiato?
“Ci ero ritornato anche nel 2021, ma questa volta l’ho davvero trovato cambiato, molto diverso da come lo avevo lasciato io. È un paese più moderno, sono migliorate tante cose: i trasporti, le infrastrutture”.
Come ti vedi nel prossimo futuro?
“Voglio continuare a giocare a calcio: voglio farlo in Italia, ma se così non dovesse essere, non mi pongo limiti e sono pronto a fare le valigie e andare all’estero, in paesi come Spagna e Inghilterra. So che è difficile, ma non voglio rinunciare a niente”.
E la tua famiglia cosa dice?
“I miei genitori mi hanno sempre seguito e appoggiato nelle mie scelte, ed io ho sempre desiderato avere la mia famiglia accanto, e così sarà anche in futuro”.
A chi devi dire grazie?
“Non c’è una persona specifica: tutti sono stati importanti per me. Voglio ringraziare tutti i mister che ho avuto: sono una persona e un calciatore migliore grazie a loro”.