L'arrivo della diciassettesima tappa del Tour de France 2025 (foto Getty Images)

Il racconto del Tour de France 2025

Non è stata una giornata tranquilla. Jonathan Milan ha vinto la 17a tappa del Tour de France

Giovanni Battistuzzi

La Bollène - Valence, 160,4 chilometri doveva, poteva, essere una lunga attesa per la volata finale. I corridori però hanno cercato di rovinare i piani dei velocisti. Allo sprint finale il friulano ha preceduto Jordi Meeus e Tobias Lund Andresen

Quei pomeriggi caldi e sonnacchiosi di luglio, nei quali gli occhi si chiudevano e l’immaginazione portava altrove sono scomparsi. Il Tour de France a volte sapeva trasformarsi in romanzo d’appendice, un libretto di trame tutte uguali, evasioni destinate a essere riprese al momento opportuno e velocità in rapido aumento quando i chilometri all’arrivo diventano pochini. Aveva un fascino particolare tutto questo. E poco male se il pathos era prossimo allo zero e l’eccitazione quasi assente. È sempre confortante avere l’illusione di sapere come qualcosa va a finire, essere preparati agli eventi. 

È tutto sparito. E quando riappare, come a Dunquerke, c’è sempre qualcuno che se la prende a male, che minaccia di togliere anche quel poco che di questo passato che è rimasto. Una rimozione sfrontata e totalizzante. 

La diciassettesima tappa del Tour de France 2025 poteva, doveva, essere una giornata tranquilla. Poteva, doveva, essere uno di quei pomeriggi caldi e sonnacchiosi. Ed era partita come doveva partire. Un po’ di bagarre, qualche tentativo di fuga andato male, poi Jonas Abrahamsen, Vincenzo Albanese, Mathieu Burgaudeau e Quentin Pacher erano rimasti soli a tracciare la via verso Valence. 

   

La fuga che ha caratterizzato la diciassettesima tappa del Tour de France 2025 (foto Ap, via LaPresse)  
    

È bastata una salitella, perché il Col du Pertuis (3,5 chilometri al 5,1 per cento di pendenza media) è una salitella per i corridori, per trasformare le nostre aspettative in un abbaglio di mezza estate. C’erano i velocisti da fare fuori dal primo gruppo e chi non ha un velocista in squadra ha fatto di tutto per staccarli di ruota. Ineos Grenadier e Movistar hanno alzato il ritmo oltre il limite di sopportazione dei più, in testa al gruppo in moltissimi hanno provato a farsi inseguire, Quinn Simmons, compagno di squadra di Jonathan Milan, il velocista leader della classifica a punti, ha inseguito tutti. Quello dello statunitense era un messaggio chiaro: fate pure quello che volete, io vi vengo a prendere, poi non tiro un metro e vinco io. È da inizio Tour che Quinn Simmons pedala alla grande, il suo messaggio era minaccia credibilissima. 

I velocisti staccati ci hanno impiegato molti chilometri a riacciuffare le ultime ruote del gruppo. Sono rientrati in tempo per non aver problemi sull’ultima salitella di giornata, per vedere scattare Wout van Aert all’inseguimento di un'impresa tanto romantica quanto improbabile

La stessa tentata da Jonas Abrahamsen pedalando alla sua maniera di foga e incapacità di rassegnarsi

Solo negli ultimi chilometri ciò che doveva essere è stato.

Solo negli ultimi chilometri la trama della diciassettesima tappa del Tour de France 2025 è rientrata nei binari. Volata doveva essere e volata è stata. Di gruppetto e non di gruppo perché tra pioggia e foga da scarsità di occasioni in molti, troppi, sono finiti distesi sull’asfalto bagnato di Valence. Tra quelli rimasti in piedi Jonathan Milan è stato il più lesto, il più veloce a prendere la testa, il più tenace a tenerla sino alla linea d’arrivo. Ha preceduto Jordi Meeus e Tobias Lund Andresen.

 

   

Per il velocista italiano è la seconda vittoria di tappa a questa Grande Boucle. È soprattutto la possibilità di sperare ancora di portare la maglia verde sino a Parigi, sul podio di Parigi. 

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