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Il Foglio sportivo
La voglia di vela di Ruggero Tita non finisce mai
Il bicampione olimpico tra Luna Rossa e la nuova avventura nel SailGp con Spithill. "Quel posto me lo dovrò guadagnare perchè al timone ci sarà il migliore", dice riguardo la possibilità di essere timoniere di Luna Rossa a Napoli nel 2027
Un velista italiano con due ori olimpici nella vela non si era mai visto. E magari, in futuro, potrebbero diventare tre. Non ce l’aveva fatta né Agostino Straulino negli anni Cinquanta (un oro e un argento), né Alessandra Sensini, a lungo la velista più medagliata di sempre (un oro, un argento e due bronzi) tra il 1996 e il 2008. Ce l’ha fatta Ruggero Tita, trentatreenne di Rovereto, in Trentino, che è più vicino alle montagne che al mare. E ce l’ha fatta insieme a Caterina Banti, romana di 38 anni, vincendo sia a Tokyo che a Parigi, o meglio, a Marsiglia. Potrebbe essere il timoniere di Luna Rossa a Napoli nel 2027: “Quel posto me lo dovrò guadagnare, perché al timone ci sarà il migliore, anche se devo ammettere che, dopo aver vinto il secondo oro olimpico in Francia, tutti si aspettavano che sarei salito a bordo nelle regate della Louis Vuitton Cup a Barcellona. E per la verità anche io ci avevo sperato”, ha detto al Foglio Sportivo. Grande clamore ha destato l’annuncio dell’ingresso nel sailing team di Luna Rossa del fuoriclasse neozelandese Peter Burling vincitore delle ultime tre Coppe, ma non dovrebbe essere un concorrente di Tita perché chi ha partecipato alla Coppa 2024 non potrà essere a bordo di un team di un’altra nazione nel 2027.
La vela italiana, che ha conquistato l’interesse del grande pubblico soprattutto grazie alla Coppa America – prima con Azzurra, poi con il Moro di Venezia e infine con Luna Rossa – ha finora raccolto risultati olimpici piuttosto modesti. Presente nel programma a cinque cerchi dal 1920, prima di Tita contava solo tre medaglie d’oro. Ora, grazie anche a Marta Maggetti, oro a Marsiglia nella tavola iQFoil, sono diventate sei. Ma Ruggero Tita non è uno che resta seduto sulla spiaggia ad aspettare gli eventi. È salito a bordo di una nuova avventura: il SailGP, dove ha preso il timone del Red Bull Italia SailGP, chiamato da Jimmy Spithill, ceo del team italiano, sostenuto da Assia Grazioli Venier e Gian Luca Passi, due italiani che lavorano nel mondo del private equity negli Stati Uniti e che guidano una cordata di investitori in cui brilla anche il nome di Anne Hathaway. Valore di partenza: 45 milioni di dollari.
Il SailGP è un circuito articolato in quattordici tappe, disputato con catamarani volanti di cinquanta piedi (quindi circa 15 metri), tutti identici, a cui partecipano dodici team. È un’idea di Russell Coutts, finanziata da Larry Ellison (Oracle) oggi il secondo uomo più ricco del mondo secondo solo a Jeff Bezos, nata nel 2019 e oggi in forte crescita. In Italia tutte le regate sono trasmesse da Sky. Sta portando lo sport della vela fuori dalla nicchia in cui spesso si è crogiolato. Secondo quanto raccontano gli organizzatori solo il dieci per cento dell’ audience è esperta si vela. Anche a New York, dove abbiamo incontrato il timoniere italiano, le tribune erano stracolme per seguire le regate tra Governors Island e la Statua della Libertà. Questi catamarani, che volano sui foil sfiorando i 100 km/h, sono estremamente spettacolari e si manovrano a pochi metri dagli spettatori.
Anche se le barche sono di proprietà dei team, vengono gestite direttamente dall’organizzazione e consegnate ai velisti solo pochi giorni prima di ogni singola tappa. “È molto difficile entrare nel meccanismo di queste barche complesse, ma gli spagnoli l’anno scorso hanno vinto il campionato in poco tempo, ciò significa che anche noi abbiamo possibilità di essere tra gli equipaggi top entro fine stagione. Stiamo facendo progressi. Gestire regate che durano pochi minuti con barche velocissime è molto complicato, soprattutto perché gli avversari sono i migliori velisti del mondo. C’è da imparare, anche solo navigando accanto a questi mostri, osservandone la strategia per affrontare situazioni complesse. Inoltre, sto imparando molto sulla leadership necessaria per guidare un equipaggio più numeroso, che il ruolo di timoniere richiede”. Per ora, Ruggero Tita e il suo equipaggio si sono fatti notare soprattutto per le ottime partenze. Prossimo appuntamento: 19-20 luglio a Portsmouth, in Gran Bretagna, sul Canale della Manica. Da New York, Ruggero è partito subito per Cagliari. Anche se il protocollo della Coppa America non è ancora stato svelato nei dettagli, le operazioni alla base di Luna Rossa sono ripartite, con uscite quotidiane con l’AC40, il monoscafo più piccolo, e presto saranno in acqua con due barche identiche.
La maggior parte dei velisti coinvolti nel SailGP partecipa anche alla Coppa America: dal neozelandese Peter Burling, attualmente sul mercato, all’inglese Ben Ainslie e al francese Quentin Delapierre. Sulla barca italiana ci sono anche Andrea Tesei ed Enrico Voltolini, provenienti da Luna Rossa. Il regolamento impone la presenza di una donna a bordo: anche se a New York non era presente, la velista che farà più frequentemente parte dell’equipaggio sarà probabilmente Maelle Frascari, possibile compagna di Tita per le Olimpiadi di Los Angeles dopo il ritiro di Caterina Banti. “La scelta di organizzare la Coppa America nel 2027 ha rilanciato il desiderio di una terza campagna olimpica. Resterà un solo anno per conquistare il diritto a partecipare: si può fare. E Maelle, per la sua infinita esperienza, è una delle candidate a essere il mio equipaggio”.
Le donne stanno facendo enormi progressi nella vela professionistica: proprio nell’appuntamento newyorkese, una prova è stata vinta dal catamarano brasiliano timonato da Martina Grael, due volte medaglia d’oro olimpica e figlia di Torben, il “mago del vento” tattico su Luna Rossa nel 2000, 2003 e 2007. “Le ragazze hanno potenzialità enormi nei ruoli dove la forza fisica non è determinante” racconta Ruggero, che in quasi dieci anni di equipaggi misti ha imparato a conoscerle.” Il loro contributo sarà fondamentale e la base di aspiranti professioniste si allargherà sempre di più”. Dunque, partendo da un corso di vela sul lago alpino di Caldonazzo, in provincia di Trento, Ruggero Tita è oggi protagonista dei tre eventi più importanti del mondo della vela tra le boe: Olimpiadi, Coppa America e SailGP. “La prima volta che sono salito su un Optimist, a sette anni, non pensavo certo che avrei sfondato nella vela. Il mio sport era lo sci, da buon trentino. Sognavo di diventare Bode Miller. Sono troppo giovane per avere il mito di Alberto Tomba. Ma quando, a tredici anni, ho vinto il primo titolo italiano Optimist è iniziato il cambio di prospettiva dei miei sogni”.


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