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Non c'è bisogno dell'Ai per capire una partita di Premier

Jack O'Malley

C’è qualcosa di peggio del Mondiale per club: la sfida tra robot umanoidi che ci hanno proposto in Cina

Grazie a Dio non sono abbonato a SportsPro, quindi non ho potuto approfondire l’analisi pubblicata qualche giorno fa su “come la Premier League, Microsoft e l’intelligenza artificiale cambieranno il modo in cui i tifosi fruiscono del calcio inglese”. Poi però mi è capitato di leggere altrove che grazie a questo accordo “gli utenti avranno accesso a un assistente AI interattivo capace di fornire insight in tempo reale su squadre, performance, statistiche storiche e match analysis, direttamente dalle piattaforme ufficiali della lega”. Pausa birra. 

“L’iniziativa rappresenta un passo cruciale per rendere più interattiva e data-driven l’esperienza sportiva, sfruttando l’AI generativa per rafforzare il coinvolgimento dei fan e amplificare l’impatto globale del brand Premier League”. Il calcio è diventato talmente noioso che la realtà della partita che abbiamo davanti non ci basta più, da tempo siamo diventati ossessionati dai dati e dalle percentuali, dalle heat map e dalle statistiche su quante volte un esterno destro a piede invertito allenato da Guardiola ha segnato a un portiere biondo allenato da un manager dell’est Europa. Ci riempiamo la testa di tutti questi numeri che però ci spiegano i risultati delle partite sempre dopo, mai prima, e pensiamo di avere capito la trama segreta dello sport (ex) più bello del mondo. 


Pensate di andare allo stadio per stare a guardare insight sullo smartphone tutto il tempo. Ovvio, se la partita è un match del Mondiale per club potrei quasi capirlo. Per fortuna la farsa è agli sgoccioli, sugli spalti l’entusiasmo è meno palpabile di un culone, e quando le squadre europee si sono accorte che i soldi promessi non erano poi così tanti sono andate in vacanza. Persino per me che non avevo aspettative è stato un torneo più deludente di una birra calda sgasata e analcolica. A proposito, sono iniziati gli Europei femminili e leggo che l’Italia ha due obiettivi: superare il girone e riportare l’entusiasmo tra i tifosi. Sul primo non mi esprimo, sul secondo faccio notare che bisognerebbe averne, di tifosi, per poterli entusiasmare. Ma poiché al peggio non c’è mai fine, mi è toccato anche vedere “la partita di calcio tra robot umanoidi” in Cina (era su tutti i siti nei giorni scorsi): tutti sul pallone, i robot inciampavano, correvano pianissimo, lisciavano la palla, facevano autogol, smettevano di giocare. Insomma, erano chiaramente robot femmine.

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