
Isaac Del Toro ha vinto la diciassettesima tappa del Giro d'Italia 2025 (foto Getty Images)
Giro d'Italia - lettere a dislivello
Il grande bluff di Isaac Del Toro nella diciassettesima tappa del Giro d'Italia
Isaac Del Toro ha vinto a Bormio, dopo aver fatto credere a tutti di essere in difficoltà sul Mortirolo. Carapaz ha attaccato ancora, ma non gli è andata bene questa volta. Il sogno di Bardet di vincere al Giro si è interrotto a pochi metri dal traguardo
Nel tratto più duro, quello finale, del Passo del Mortirolo, Richard Carapaz ha provato a inseguire il suo pensiero stupendo, il migliore possibile al Giro d’Italia: la maglia rosa. Mancavano trentaquattro chilometri all’arrivo della diciassettesima tappa del Giro d’Italia 2025, c’era un lunghissimo falsopiano che separava la fine della discesa del Mortirolo alla salita de Le Motte. Dettagli. Ha attaccato l’ecuadoriano. Una rivoluzione non è mai priva di rischi. E con gli eccessi di razionalità quasi mai si riscrive la storia di una corsa di tre settimane. Richard Carapaz staccato tutti in salita, ha fatto altrettanto in discesa. Ha trovato nel falsopiano un compagno di squadra. Il piano era giusto. È fallito perché dietro di gregari ce ne erano di più. E più forti.
Nel tratto più duro, quello finale, del Passo del Mortirolo, Isaac Del Toro si è tenuto in ultima posizione del gruppo dei migliori in classifica. Aveva perso la ruota di tanti, pure quella di Simon Yates per diverse centinaia di metri. Non aveva nessuno attorno dei suoi gregari, si erano tutti staccati. La maglia rosa si è guardato attorno, ha sbuffato. L’evidenza della crisi? Macché, un bluff. In poche decine di pedalate è rientrato su Simon Yates. Arrivato in Valtellina ha messo i suoi gregari davanti e ha recuperato il terreno perso in salita da Richard Carapaz. Gli bastava questo. A riprendere i fuggitivi rimasti a fare da apripista alla corsa rosa ci hanno pensato altri, quelli che avevano voglia di provare a vincere la tappa.
A questo Giro d’Italia, Isaac Del Toro aveva già dimostrato di essere un signor corridore. A ventun anni Isaac Del Toro ha dato dimostrazione di avere anche la dote, non comune, di saper correre con intelligenza, saper leggere le situazioni di corsa, gestire a perfezione le energie. Scalando il Mortirolo ha illuso chi pensava di poterlo staccare, li ha visti affannarsi, sperare. Poi ha rimesso a posto le cose.
A Bormio è arrivato per primo, quarta vittoria in carriera, prima al Giro d’Italia (dopo tre secondi posti), grazie a uno scatto in salita al quale ha resistito solo Richard Carapaz e un allungo in discesa figlio di una curva fatta meglio degli altri. Un allungo al momento giusto – poco prima dell’ultimo chilometro – grazie al quale si è liberato della compagnia dell’ecuadoriano (terzo all’arrivo) e di Romain Bardet (secondo), l’unico della fuga a non farsi raggiungere dagli uomini di classifica.
Anche quello di Romain Bardet era un pensiero stupendo. Chiudere la carriera con una vittoria al Giro d’Italia, la corsa a tappe che preferisce. Poteva essere la tappa giusta, con le montagne distanti dall’arrivo e una salitella a pochi chilometri dal traguardo seguito da una discesa veloce e tecnica. Ha deciso di provarci. È andato vicino a riuscirci. Quando però qualcosa sfugge un attimo prima di averlo afferrato, la delusione esplode più forte. Dopo la linea d’arrivo, seduto sull’asfalto, appoggiato alle transenne, Romain Bardet aveva lo sguardo triste e un senso di fine imminente addosso.
Le delusioni di ieri Isaac Del Toro le ha lasciare in Trentino. Ha raggranellato secondi buoni per allungare la classifica generale, per allontanare un po’ la presenza fastidiosa di Simon Yates, sceso al terzo posto a 51”, e di Ricard Carapaz, ora distante 41.
Non sono del tutto passate però. Sulle lunghe salite fa ancora fatica a mantenere il ritmo degli altri, soprattutto quando è costante. Sembra quasi che si annoi, che si distragga, come se avesse bisogno di continue accelerazioni capaci di ridestare il suo interesse per la corsa.
Giulio Pellizzari ha terminato al quinto posto, ha recuperato altre due posizioni in classifica generale. Antonio Tiberi invece è andato in crisi, ha perso undici minuti, le speranze di ripetere il Giro di un anno fa sono sfumate.
Per solidarietà ai corridori che corrono il Giro d’Italia, qui si è deciso di raccontare le tappe del Giro d'Italia facendo la loro stessa fatica: una lettera a metro di dislivello. Ecco il racconto della diciasettesima tappa, la San Michele all'Adige-Bormio, 155 chilometri e 3.800 metri di dislivello, in 3.800 battute (spazi inclusi).