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Giro d'Italia - lettere a dislivello

Giro d'Italia, il patatrac di Nova Gorica

Giovanni Battistuzzi

Kasper Asgren ha vinto la quattordicesima tappa del Giro d'Italia. Doveva non succedere niente, poi una caduta ha riscritto la classifica: nel primo gruppo sono rimasti Del Toro, Carapaz e Simon Yates. Giulio Ciccone ha perso oltre un quarto d'ora

Chi resta in piedi forse non ha ragione, ma di certo non ha torto. E il torto oggi ha caricato sulle spalle di tanti, tanti minuti. E inaspettati. Perché oggi non doveva succedere niente, è successo di tutto. A 23 km dall’arrivo della 14a tappa del Giro, una caduta ha scombussolato i piani e le aspettative dei più. Ha rovinato la corsa di Giulio Ciccone, in ritardo oltre un quarto d’ora. Ha complicato le ambizioni di Antonio Tiberi, arrivato a 2'. Ha ingrigito quelle di Juan Ayuso e Primoz Roglic che hanno perso un minuto. Solo Isaac Del Toro, Simon Yates e Richard Carapaz non possono avere rimpiant: le loro spalle sono leggere dei secondi guadagnati. 

In piedi sono rimasti in tanti, a terra qualcuno, ma nelle prime posizioni. E così il gruppo si è scisso in decine di microgruppi tutti all’inseguimento di qualcosa che non sapevano esattamente cosa fosse. Tutti all’inseguimento di Kasper Asgren, Mirko Maestri e Martin Marcellusi. Maestri e Marcellusi sono stati ripresi, Asgren no, ha tenuto a distanza tutti, nonostante lui fosse da solo e gli altri in tanti. Ha gioito a braccia alzate.

   


     

Per solidarietà ai corridori che corrono il Giro d’Italia, qui si è deciso di raccontare le tappe del Giro d'Italia facendo la loro stessa fatica: una lettera a metro di dislivello. Ecco il racconto della quattordicesima tappa, la Treviso-Nova Gorica, 195 chilometri e 1.100 metri di dislivello, in 1.100 battute (spazi inclusi).

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