(foto EPA)

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Che spettacolo indegno tra Tottenham e United

Jack O'Malley

La finale di Europa League ha fatto rimpiangere perfino il gioco brioso di Allegri e Mourinho

Nel momento in cui scrivo, con gli ultimi scampoli di sobrietà rimasti, non so chi abbia vinto lo scudetto lì da voi. Né, onestamente, mi frega qualcosa di un campionato in bilico fino all’ultima giornata per il semplice fatto che le due contendenti facevano a gara a chi schifava di più la vittoria. Certo, io in quanto inglese dovrei tacere dopo lo spettacolo indegno che Tottenham e Manchester United hanno messo in campo mercoledì sera a Bilbao. Ma parlo lo stesso. 

Nessuno qui si illude che l’Europa League sia una competizione seria, da anni è teatro di calcio mediocre benché ruspante, patria dei bomber di provincia e delle pettinature improbabili. Quest’anno però si è oggettivamente toccato il fondo con la sfida tra gli sbandati di Amorim e le seghe di Postecoglu. Abbiamo assistito a 97 minuti che hanno fatto rimpiangere il gioco brioso di Allegri e Mourinho, con gli Spurs passati in vantaggio grazie a un autogol casuale e poi più chiusi di un negozio kosher in un quartiere musulmano. 

 

Le statistiche mi danno fastidio quasi quanto l’acqua naturale, ma confesso di avere guardato quelle del secondo tempo della finale di Europa League: sono una sentenza di morte sul calcio spettacolo che l’Uefa si affanna tanto a promuovere. Zero tiri in porta del Tottenham, zero xG, zero tentativi, e in compenso due palle così. Per lo United ho finito gli insulti da tempo, annoto quanto sia stucchevole la retorica del “siamo i Red Devils, la storia è dalla nostra, torneremo grandi” usata dai canali social del Manchester in questi giorni: se sulla storia continui a sputare non è che torni a vincere per diritto divino. Lo ha visto anche il City una settimana fa, battuto dal Crystal Palace in una finale di FA Cup che se lavorassi a Rai Sport non faticherei a definire, con originalità, “storica”. 

 

Come Tuttosport ama la Juve e odia l’Inter, io amo la bionda e odio le competizioni fake inventate dai burocrati del calcio: come il mostro assassino nei film horror, si avvicina ineluttabile il Mondiale per club. E con esso il carico di fuffa che saremo costretti a leggere su siti e giornali e ascoltare nelle trasmissioni tv: commentatori ed ex calciatori si fingeranno esaltati per partite orrende, e tutti faranno buon viso a cattivo non-gioco pensando che in fondo non sono lì per la gloria, i tifosi o la storia, ma per i soldi.  Datemi un sottotetto in cui rinchiudermi e nessuno si farà male. Penso.

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