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Ocio però #37

Il calcio oltre il tempo regolamentare

Giovanni Battistuzzi

I tempi di recupero illudono sia i tifosi dell'Inter che quelli del Napoli, lasciando però tutto com'era e dando al campionato il dono dell'incertezza sino agli ultimi novanta minuti stagionali. In Serie B invece i minuti di recupero saranno in mano a un giudice

C'è stato un momento, prima del novantesimo minuto della trentasettesima giornata di Serie A, nella quale l'Inter aveva due punti di vantaggio sul Napoli e aveva quindi già mezzo scudetto in tasca. Poi Yann Aurel Bisseck ha messo il gomito dove non doveva, Pedro ha segnato il rigore e tutto è tornato come al minuto zero.

 

C'è stato un momento. dopo il novantesimo minuto della trentasettesima giornata di Serie A, nel quale lo scudetto è stato vicinissimo a cucirsi di nuovo sul petto dei giocatori del Napoli. Cyril Ngonge buttato giù in area di rigore da un calciatore del Parma, l'arbitro che indica il dischetto: rigore. Il direttore di gara viene però chiamato al Var, vede l'azione e scopre che prima del rigore c'era stato il fallo di Giovanni Simeone. Quindi niente rigore e punizione a favore degli emiliani. E mentre accadeva questo, Marko Arnautovic per due volte aveva rischiato di riportare l'Inter in vantaggio e quindi portare i nerazzurri a +2 sul Napoli.

  

Non male i minuti di recupero della trentasettesima giornata di Serie A. Sicuramente più interessanti dei novanta regolamentari. Ocio però che tra Inter e Lazio il pareggio era il risultato più giusto per ciò che si è visto in campo, lo 0-0 tra Parma e Napoli no, nonostante la partita verrà forse ricordata per due parate del portiere del Napoli Alex Meret. Perché il Napoli poteva tranquillamente vincerla questa partita. Perché sia finita invece senza nemmeno un gol è uno di quei misteri che rende ancora il calcio interessante, nonostante tutto quello che si dice su mega stipendi, passaggetti, manie di protagonismo dei protagonisti eccetera.

   

Napoli e Inter dovranno pazientare ancora una settimana e poi altri novanta minuti più recupero per capire quale squadra sarà campione d'Italia, quale città potrà festeggiare. Il campionato si è prolungato, è arrivato incerto, sia in testa che in coda, sino all'ultima giornata. Si è fatta un bel dono la Serie A. Ocio però che è più che un dono sembra un'illusione, una di quelle da galleria degli specchi, che deformano la realtà. L'Inter finalista di Champions League si è distratta troppo in campionato pur avendo la possibilità di chiudere facilmente la questione mesi fa per palese superiorità tecnica e d'organico. Il Napoli ha sfruttato bene quello che aveva, ha rischiato di vincere il campionato in anticipo, si è fatto lo sgambetto da solo. Il livello medio però della Serie A tendeva al basso, il numero di punti di chi vincerà il campionato sarà il più risicato degli ultimi anni e tutto questo equilibrio in fondo non si è visto a ripensare all'intera stagione.

    

I minuti, anzi i giorni, di recupero segneranno anche il destino della Serie B. Il Brescia rischia la penalizzazione di quattro punti per irregolarità dei pagamenti. In coda è tutto bloccato al momento: a oggi il Frosinone è salvo, la Salernitana e la Sampdoria si dovranno giocare lo spareggio salvezza e le Rondinelle finirebbero in Serie C al posto della Sampdoria. Con gran rammarico dei tifosi del Genoa che avevano già esultato per la finaccia della squadra con la quale dividono stadio e città. L'arbitro di tutto questo non è però un tizio vestito di giallo con il fischietto, ma un giudice. Ocio però che in Italia, e non solo nel calcio, c'è sempre un altro giudice che non è d'accordo con il primo e prova a riscrivere quello che è stato scritto. Pure questo è un tempo di recupero. In questo caso molto meno eccitante di quelli di Inter-Lazio e Parma-Napoli.

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