Il finale della sesta tappa del Giro d'Italia 2025 (foto LaPresse)

Giro d'Italia - lettere a dislivello

Giro d'Italia, a Napoli Groves vince una volata farsesca

Giovanni Battistuzzi

Il maltempo e una caduta hanno condizionato la sesta tappa del Giro vinta dall'australiano. Taco van der Hoorn ed Enzo Paleni hanno rischiato di beffare il gruppo

Enzo Paleni e Taco van der Hoorn sono due marcantoni dalla testa dura, due di quelli che è meglio non dover inseguire perché hanno il brutto vizio di essere incapaci di arrendersi anche davanti all’evidenza di un gruppo molto più numeroso e molto più fresco famelico alle loro spalle.

  


Per solidarietà ai corridori che corrono il Giro d’Italia, qui si è deciso di raccontare le tappe del Giro d'Italia facendo la loro stessa fatica: una lettera a metro di dislivello. Ecco il racconto della sesta tappa, la Potenza-Napoli, 227 chilometri e 2.600 metri di dislivello in 2.600 battute (spazi inclusi) 


  

I gregari dei velocisti ci hanno messo parecchio a riprenderli. Molto più di quello che avevano preventivato. È stato un bel viaggio il loro, 192 chilometri di pedalate colme di speranze e vuote di certezze. Quando li hanno ripresi ai meno due dall’arrivo si sono guardati con un sorriso tirato. Hanno proseguito assieme sino a sotto il traguardo, si sono scambiati un cenno d’intesa e un pugnetto di complicità. In fondo hanno inseguito un’illusione. Non può andar davvero male quando si insegue un’illusione.

Eppure oggi è andata male a tanti. Anzi è andata bene solo a Kaden Groves, primo sotto il traguardo di Napoli al termine di una volata tra pochi e per giunta mal assortiti. Uno sprint a tratti farsesco dove i gregari correvano più dei velocisti, i velocisti non seguivano i pesci pilota, i pesci pilota non pilotavano nessuno e si trovano soli e spersi sul lungomare di Napoli, disorientati da tutto quel vuoto che avevano alle spalle.

Non è stata colpa loro però. Tutto si era guastato ben prima.

La pioggia, la strada bagnata dopo giorni di sole, una leggera discesa, un freno tirato troppo, forse un po’ di disattenzione. Il patatrac. Caduta in testa al gruppo, in tanti a terra. Botte, abrasioni, maglie e pantaloncini sbrindellate, corpi doloranti e sanguinanti. Qualche ritiro immediato, qualcuno che arriverà nei prossimi giorni.

Il maltempo ha fatto l’apparizione al Giro d’Italia durante la sesta tappa, la Potenza-Napoli, 227 km, la più lunga della corsa. E come sempre accade alla sua prima apparizione fa danni alla maniera di una tappa alpina.

   

       

Non in classifica però, almeno per oggi: dopo la caduta gli organizzatori hanno deciso di non assegnare punti, abbuoni e altre classifiche dopo la caduta. Tutti gli atleti che taglieranno il traguardo verranno accreditati del tempo del vincitore”. Insomma chi vuole vincere la tappa ha facoltà di farlo, tutti gli altri facciano quello che vogliono.

I velocisti e i suoi gregari ci hanno dato dentro per riprendere van der Hoorn e Paleni. Gli uomini di classifica si sono staccati: tutti graziati dal tribunale della pioggia.

Poteva andare diversamente? Forse, anche perché nel finale le strade erano ottime. L’assegnazione dei punti della classifica della maglia ciclamino avrebbe potuto almeno convincere la maglia rosa Mads Pedersen a restare in gruppo.

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