Domenico Modugno (foto LaPresse)

un cantagiro

Ninna nanna, tradimento e perdono: Mimì Modugno al Giro d'Italia

Gino Cervi

Nel corso della 4a tappa del Giro d'Italia 2024 solamente in un punto la corsa tocca il mare: a Polignano, il paese da dove Mister Volare partì

Per tre sere, il 26, il 27 e il 28 agosto del 1993 Polignano a Mare sembrava Rio de Janeiro a Carnevale. Sul lungomare c’erano 70.000 persone, cinque volte tanto gli abitanti della città pugliese, alta e bianca sulla scogliera dell’Adriatico. Ed erano tutti lì per lui. Sul mare c’era un corteo di barche come se fosse la festa di San Vito Martire, il santo patrono, nelle sere di metà giugno. Il traffico era bloccato e nelle vie strette del centro storico sfilata una spider con sopra seduto un omino con un po’ di barba lunga, sorridente, e con un bastone in mano: salutava e salutava, salutava e benediceva la gente che lo voleva toccare, anche solo sfiorare.

 

I polignanesi aspettavano da anni quel giorno, da quando il loro più illustre cittadino aveva abiurato. Ora, quarant’anni dopo, e dopo mille avventure e disavventure, tornava a casa a chiedere scusa. Prima del grande concerto che avrebbe concluso la festa, sul palco, più forte della semi-infermità a cui era stato ridotto dieci anni da un terribile ictus, l’omino si fece forza, si alzò dalla carrozzina e con la sua inconfondibile voce urlò nel microfono: "Chiedo scusa a tutti, ma pur di mangiare avrei anche di essere giapponese!".

 

Così, il grande Domenico Modugno, a 65 anni, solamente un anno prima di morire, si riconciliava con la città in cui era nato l’8 gennaio 1928.

 

Lungo il 189 km di tracciato della quarta, e interamente pugliese, tappa del Giro d’Italia, la Alberobello-Lecce, che vede i girini sbarcare nella Penisola dopo il preambolo albanese, solamente in un punto la corsa tocca il mare: giustappunto a Polignano. Ad aspettare i corridori sul lungomare, una grande statua in bronzo di Mimmo Modugno con le braccia spalancate, come a spiccare il volo, o come a tagliare il traguardo. Ne mancheranno ancora parecchi di chilometri all’arrivo di Lecce, anche se a Polignano qualcuno si disputerà un traguardo volante, e potrà forse imitare il gesto di Mister Volare.

 

Ma perché i polignanesi ce l’avevano con Modugno? All’inizio della sua carriera artistica, musicale e cinematografica, per un malinteso a cui lui stesso non seppe, o non volle, smentire, tutti quanti dicevano che fosse siciliano. Il motivo era dovuto a una scena del film Carica eroica (1952), per la regia di Francesco De Robertis, una delle prime apparizioni di Mimmo sul grande schermo. La pellicola raccontava, in una sorta di neorealismo applicato all’epica di guerra, dell’ultimo vittorioso assalto del terzo Savoia Cavalleria, a Isbuscenskij, durante la campagna di Russia. Modugno recitava la parte di un soldato siciliano che, in un villaggio russo, addormenta un bambino cantandogli con la chitarra una Ninna nanna. Il testo di quella canzone è in salentino, anzi nella sua variante settentrionale, parlata a San Pietro in Vernotico. Era qui che la famiglia Modugno si era trasferita nel 1932 da Polignano, al seguito del padre, Vito Cosimo, comandante di Polizia. Il piccolo Mimì imparò così il dialetto di San Pietro, sensibilmente diverso dai dialetti del nord e del centro della Puglia, ma morfologicamente e foneticamente simile a quelli del cosiddetto gruppo dei dialetti meridionali estremi, ovvero il calabrese e il siciliano, e le loro varianti interne.

   

Da qui nacque il fraintendimento: nella comunicazione di massa dei giornali e della nascente televisione era molto più facile attribuire, all’emergente artista, bravo a cantare e a muoversi sulle scene del teatro e delle quinte cinematografiche, un’identità siciliana piuttosto che una non meglio definita salentinità. Anche perché in questo modo il giovane esuberante mattatore per farsi largo poteva attingere al ricco patrimonio di canzoni popolari dell’isola, oltre che allo sterminato repertorio della canzone napoletana. Contribuì a questo il sodalizio, prima artistico e poi anche sentimentale del giovane Mimmo con Franca Gandolfi, attrice, soubrette e cantante messinese.

 

 

Il primo disco inciso da Modugno per la RCA, nel 1954, era un 78 giri che conteneva sul lato A il singolo La cicoria e su quello B la Ninna nanna che era stata interpretata nel film di due anni prima. Il testo apparteneva alla tradizione popolare salentina ma per analogie di suoni e parole venne scambiato con il più “commerciale” siciliano.

  

Quando quattro anni dopo Modugno divenne Mister Volare con il successo mondiale di Nel blu dipinto di blu al Festival di Sanremo 1958: tutti volevano sapere da dove sbucasse quel fenomeno che in un sol colpo aveva dato una spallata alla musica leggera melodica tradizionale e aveva inaugurato un nuovo modo di fare canzoni. E passò la vulgata che fosse un figlio della Sicilia. I polignanesi se ne ebbero a male e ci vollero anni e anni prima che le parti si riconciliassero. Mimì e Polignano tornarono ad abbracciarsi. Come Polignano a Mare prova ad abbracciare il Giro che passa e vola via.

  

https://www.youtube.com/watch?v=-UkhT0N1aiI
   

Il favorito

Quale velocista allargherà le mani sul traguardo di Lecce facendo come Mister Volare sul lungomare di Polignano? Volare, del resto, è una canzone da velocisti e sfiorare il monumento di Modugno a Polignano potrebbe portare bene a chi si giocherà la vittoria a Lecce. Tra i partenti di questo Giro non c’è nessun Domenico né Mimmo. Dopo le due vittorie di Pedersen allo sprint nella prima e nella terza tappa, il mio pronostico di Mister Volare-Volata va all’olandese Olav Kooj.

 

Playlist Domenico Modugno

L’uomo in frac (rosa, ovviamente)

 

Strada ‘nfosa (in vista del Gran Premio della Montagna)

 

Lu pisce spada (nella tonnara delle volate di gruppo)

 

Tre briganti e tre somari (fuga senza speranza)

 

La lontananza (è come il vento…: quando si perde contatto col gruppo)

Di più su questi argomenti: