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Formula 1

A Miami, un altro passo di Oscar Piastri verso il Mondiale

Fabio Tavelli

Le McLaren hanno dominato il Gran premio americano. Deprimenti le Ferrari: settimo Leclerc, ottavo Hamilton

Se la storia non mente, Oscar Piastri può iniziare a fare gli scongiuri visto che nessun pilota vincitore di quattro gare su sei ha poi perso il titolo a fine stagione. L’unico fattore che può frenare questa McLaren transiterà da Barcellona nel primo week end di giugno ma di questo parliamo alla fine.

   

A Miami è andato in scena un nuovo capitolo della lotta, impari, tra Verstappen e le McLaren. Solo Max può far diventare dure le gare alle papaya ma stavolta nemmeno lui ha potuto sottrarsi al destino ineluttabile di vedere prima Piastri e poi Norris andargli via. Con tanta fatica nei corpo a corpo, perché passare Max è sempre una scalata del Tourmalet nonostante il netto vantaggio di macchina che hanno i due della McLaren. Ma i 37 secondi che Piastri ha dato al terzo, Russell, sono un macigno gigantesco. Verstappen nonostante i duelli rusticani ha preso quasi 40 secondi. Per tacer dalle Ferrari, Leclerc a 57 secondi e Hamilton a un minuto. Un minuto! Deprimente vedere i due sulla Rossa battibeccare attraverso il muretto per scambiarsi le posizioni tra un settimo e un ottavo posto. La Ferrari torna da Miami come quinta forza, su dieci, dietro anche alla Williams di Albon. Vien da chiedersi se sia il caso di tirare i remi in barca sin da qui e mettere tutto il budget sul progetto del 2026.

   

A proposito di 2026, nonostante il Gp abbia visto lo scavo di un fosso profondissimo tra le McLaren e il resto del gruppo, nel week end di Miami una interessante riflessione di Flavio Briatore autorizza il tentativo di un approfondimento. Secondo Briatore la Fia sbaglia a cambiare ora il regolamento tecnico (il prossimo “aggiornamento” è previsto per l’anno prossimo). A maggior ragione ora che i distacchi tra le monoposto sono così contenuti (Briatore parlava dopo qualifica e gara-sprint e non poteva sapere che invece il Gp della domenica senza pioggia sarebbe stato un monocolore). “Diciamo da anni che vogliamo più equilibrio in pista ed ora che abbiamo tanti vincitori diversi noi cosa facciamo? Cambiamo il regolamento così l’anno prossimo avremo di nuovo una scuderia che lo interpreterà meglio e sarà irraggiungibile, rendendo le gare di nuovo noiose”. C’è un fondo di verità in tutto questo.

 

Nel 2014 la Mercedes con l’introduzione del motore ibrido iniziò un dominio a tratti imbarazzante. Concluso con il titolo di Verstappen nel 2021, ultimo anno prima del nuovo cambiamento del 2022 che diede poi alla Red Bull un vantaggio schiacciante. Fino al recupero della McLaren, che fino tre anni fa navigava nelle retrovie triste e solitaria. Tutto questo cosa significa? Che ogni volta che si cambia regolamento c’è qualcuno che se ne avvantaggia ma poi negli anni i valori si livellano (gara di Miami a parte). Tutto questo perché chi parte meglio poi non può riuscire a progredire per sempre e le altre scuderie, chi prima chi dopo, riescono a colmare il gap. Il punto di debolezza del pensiero di Briatore è che la Formula 1 per definizione è sinonimo di miglioramento e innovazione. E non avrebbe senso arrivare a plafonare tutte le prestazioni impedendo ai team di sviluppare la tecnologia per progredire. Il rischio di vedere dal 2026 un nuovo scatto in avanti di qualcuno e la fine dell’equilibrio è un pericolo che Liberty Media ha però ben presente. Al punto di aver già fatto sapere che una situazione come quella del 2014 non sarà tollerata. Nel caso in cui una scuderia fosse tanto brava da sbaragliare il campo i padroni del vapore, preoccupati dal fatto inequivocabile che poco equilibrio significa audience in calo e dunque meno ricavi, troveranno il modo (ancora non si sa come ma loro lo sanno di sicuro) per ribilanciare le prestazioni. Favorendo a livello di test e ore di galleria del vento chi è rimasto indietro. Una possibilità non esattamente in linea con la filosofia della Formula 1 ma quando di mezzo c’è il grano gli americani sono da sempre più attenti di altri.

   

Una cosa non dissimile a quel che accadrà dal Gp di Barcellona del 1 giugno quando le ali anteriori delle monoposto diventeranno rigide per tutti, togliendo un vantaggio evidente a quella che è attualmente la miglior vettura, ovvero la McLaren. Di fatto una prova tecnica di quel che Liberty Media non vuole nel 2026 ma che evidentemente prova a evitare anche nel 2025.

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