Paolo Zanetti (foto LaPresse)

Serie A

Il futuro sospeso di Paolo Zanetti nel delirante momento dell'Hellas

Marco Gaetani

L'allenatore dei veronesi doveva essere esonerato dopo la sconfitta contro l'Empoli, ma è ancora alla guida della squadra che sta per cambiare proprietà

Chissà cosa penserà Paolo Zanetti, a meno di ribaltoni dell’ultimo istante, sedendosi sulla panchina del Tardini domenica. Li avrà letti i giornali, le avrà sentite anche lui le voci, avrà persino visto aggirarsi attorno al campo d’allenamento quello che praticamente tutti hanno indicato come suo erede designato: non per sciacallaggio tra colleghi, ma più semplicemente perché Paolo Sammarco, il favorito principale per la sua sostituzione, è l’allenatore della Primavera del Verona. Nel delirante momento dell’Hellas, con sette sconfitte nelle ultime otto giornate di campionato e venticinque gol subiti concentrati in poco più di un mese e mezzo (e una sosta nazionali ad alleggerire un bilancio già sufficientemente drammatico), c’è anche un esonero sbandierato da molti che però, in realtà, esonero non è. Almeno non ancora.

 

L’avventura di Zanetti sembrava finita domenica pomeriggio, quattro sberle prese da quell’Empoli che aveva salvato due stagioni fa e salutato a settembre del 2023 dopo aver preso sette gol dall’allora Roma di Mourinho. Dopo lunghi pensieri e ripensamenti, invece, potrà giocarsi l’ultima chance, lo scontro diretto contro il Parma, appunto, allenato da una vecchia conoscenza veronese come Fabio Pecchia. A salvare, almeno per il momento, il tecnico veneto, sarebbero questioni meramente burocratiche: da un lato il fatto che Sammarco non ha ancora il patentino Uefa Pro e potrebbe andare in panchina solamente con una deroga a tempo, dall’altro la trattativa, ormai in dirittura d’arrivo, tra il patron Setti e il fondo statunitense Presidio Investors, che starebbe per rilevare le quote dell’Hellas. Un passaggio imminente, stando ai ben informati, così vicino da potersi concretizzare addirittura entro la fine del 2024. E i nuovi proprietari avrebbero il desiderio, peraltro pienamente comprensibile, di assumere l’eventuale scelta del nuovo tecnico senza doversela vedere con un ingresso in panchina fresco di nomina altrui.

 

Quello di Zanetti è dunque il profilo del perfetto dead man walking e per questo motivo viene da chiedersi con che umore, con che spirito sta preparando questa sfida da dentro o fuori, al termine della quale rischierebbe di rimanere a spasso persino in caso di vittoria. È uno scenario di rara crudeltà sportiva: tutti sembrano aver scaricato Zanetti, eppure deve continuare a fare il suo mestiere.

   

Due settimane fa aveva ammesso il suo disagio nel dover rimanere in ritiro, la difficoltà di un uomo che per amor d’incarico deve rinunciare a vedere i suoi figli. Dal tracollo interno con l’Empoli, il Verona è tornato ufficialmente in zona retrocessione dopo un buon inizio di stagione, seguito però da alcune partite da incubo, con una fase difensiva a tratti semplicemente improponibile in Serie A. Contro il Parma, terzo duello salvezza in fila dopo quelli già persi contro Cagliari ed Empoli, dovrà vedersela con un attacco che nei suoi momenti di massima ispirazione sa essere esplosivo. Ma Zanetti dovrà affrontare soprattutto i fantasmi di un esonero che sembra già scritto a matita, cui manca solo l’inchiostro per l’ufficialità. E allora chissà cosa penserà, se andrà a caccia di un sussulto che rischia comunque di rivelarsi inutile.

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