La leggenda dell'imperatore degli sci lunghi, Franz Klammer

Gino Cervi

Settant'anni fa nasceva uno dei migliori discesisti della storia dello sci alpino, ancora oggi lo sciatore con più successi in questa disciplina in Coppa del mondo

È il 5 febbraio 1976 e a mezzogiorno si corre la discesa libera dei Giochi olimpici invernali di Innsbruck. Ci sono 60.000 spettatori e gli occhi di tutti sono puntati sul campione di casa. Ha solo ventidue anni, da un paio di stagioni è il dominatore delle gare veloci della Coppa del mondo di sci alpino, ha potenza atletica, una tecnica strepitosa e un coraggio che fa mozzare il fiato: si chiama Franz Klammer.

Quella mattina, sui tre chilometri della velocissima pista del Patscherkofel non si scappa: è lui il grande favorito. Un’intera nazione si ferma per assistere alla gara: chiudono fabbriche e uffici, le scuole anticipano l’uscita degli studenti, deserte le strade di Vienna e delle altre città austriache.

Ma è a Innsbruck che l’attesa sale più forte, insieme alla pressione. Il sorteggio ha assegnato a Klammer un brutto numero di pettorale, il 15: sarà l’ultimo a partire del primo gruppo dei più forti. Si presenta al cancelletto indossando una tuta gialla e un casco rosso. Sarà la tensione, sarà la pista già troppo segnata dal passaggio dei primi quattordici concorrenti, ma all’intertempo le cose non si mettono bene. Lo svizzero Bernard Russi, campione olimpico uscente, e l’azzurro Herbert Plank sono andati più forte e hanno 20 centesimi di vantaggio. Ancora a tre quarti di gara, mentre sta imboccando la “S” finale del percorso, Klammer è sempre terzo.

Non gli resta che una cosa da fare: attaccare il muro finale come se fosse un falco in picchiata. E Klammer, più forte della forza centrifuga, più lieve della gravità, taglia il traguardo. Il cronometro si ferma sui -0,33: oltre mezzo secondo guadagnato in meno di un chilometro, una velocità che sfiora i 103 km/h. Franz Klammer è medaglia d’oro davanti al suo pubblico in delirio. La folla lo acclama. Lo incorona. Kaiser Klammer, l’imperatore del brivido.

 

   

A guardarli oggi, quei pazzi della discesa libera di 40-50 anni fa sembrano praticare quasi un altro sport. Solo alla metà degli anni ’90, il cambio di forma degli sci avrebbe modificato radicalmente la tecnica di sciata. Gli sci di quegli anni, soprattutto quando venivano messi in piedi al fianco degli atleti arrivati al traguardo, assomigliavano alle lance di un torneo medievale, tanto erano lunghi e stretti. E gli sciatori, soprattutto i discesisti, lanciati a bomba sulle pendenze quasi verticali della Streiff di Kitzbühel o dalla Lauberhorn di Wengen, sembravano insetti impazziti dalle lunghe zampe su lastre di ghiaccio. La riduzione della lunghezza – raramente oggi gli sci superano l’altezza dello sciatore – e la sciancratura della forma – più larghi in coda e in punta rispetto al centro – consentono di affrontare le curve in modo più fluido. Ma i più attenti testimoni dello sci alpino indicano come già un asso come Franz Klammer, mezzo secolo fa, sapesse condurre in una maniera fluida gli sci, affidandosi raramente all’uso delle lamine, quasi fosse un antesignano del carving contemporaneo.

Quell’elegante signore nato 70 anni fa, il 3 dicembre 1953, a Mooswald, in Carinzia, di anni ne aveva soltanto 18 quando, a Bad Kleinkirchheim, nel 1971 vinceva la sua prima discesa libera in Coppa Europa. Due anni più tardi, Schladming avrebbe visto il suo primo successo in Coppa del Mondo. Poi il 1974, l’anno della definitiva consacrazione: ai Mondiali di Sankt Moritz Klammer conquistava il titolo della combinata e la medaglia d’argento nella libera, ma soprattutto trionfava in tutte le discese libere del calendario di Coppa del Mondo. Nel 1975 furono 8 vittorie su 9 gare, ma a cavallo delle due stagioni stabilì il record, tuttora imbattuto, di 12 vittorie consecutive in gare di Coppa del Mondo.

 

Franz Klammer (via Wikimedia commons)
       

Protagonista incontrastato della discesa libera fino al 1978, Klammer conobbe per due anni una grave crisi tecnica e di risultati. Alcuni dicono per colpa di un complicato adattamento alla nuova marca di sci (passò dalla Fischer alla Kneissl); per altri fu il contraccolpo del drammatico incidente che Klaus, il fratello minore, subì in una gara, costringendolo a soli 16 anni su una sedia a rotelle. Klammer venne escluso dai Giochi di Lake Placid del 1980 e la sua mancata convocazione fu in Austria una sorta di affare di stato. Ritornò al successo nel 1981, per poi rivincere nella stagione 1982-83 la quinta Coppa del Mondo di specialità. L’ultima vittoria in gara fu il 21 gennaio 1984, quasi a dieci anni dall’oro olimpico di Innsbruck: e accadde a Kitzbühel, che lo vide vincitore per la quarta volta sulla mitica Streiff, a eguagliare il record del connazionale Karl Schranz.

Franz Klammer è il primatista di vittorie (26) di Coppa del Mondo in discesa libera, di cui detiene anche il record di successi di Coppa per specialità (5: quattro consecutivi tra il 1975 e il 1978 e nel 1983). Nel 1998 ha dato vita a una Fondazione che porta il suo nome che assiste gli sciatori che hanno subito gravi incidenti.

Nel 2021 è uscito un film ispirato alla sua medaglia d’oro alle Olimpiadi di Innsbruck del 1976: Klammer-Chasing the Line. Una leggenda.

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