a canestro
Tutto quello che c'è da sapere sui playoff della Serie A di basket
Inizia la post-season del campionato italiano. Le corazzate Milano e Bologna chiamate a rispettare i pronostici, Tortona-Trento e Venezia-Sassari si preannunciano due serie all’ultimo canestro. La guida
È tempo di reset. Playoff al via, il campionato italiano di basket entra nel vivo. E neanche a dirlo: tutti i fari sono puntati su Milano e Bologna, a caccia della ‘bella’ dopo un successo per parte nelle ultime due finali scudetto – alla Virtus quello del 2021, all’Olimpia la rivincita dell’anno scorso. “Spero che ci arriveremo e che sia di nuovo contro Milano”, aveva detto Massimo Zanetti, presidente delle V nere, durante l’evento del Foglio a San Siro. Mettendo pure le mani avanti: “Sulla carta loro hanno qualcosa in più, ma che vinca il migliore”. Alle altre sei squadre sul tabellone, l’onore del guastafeste. O della sorpresa, ma fino a un certo punto: non succede dai tempi del monopolio della Mens Sana Siena che la Serie A venga conquistata per due stagioni di fila dalla stessa squadra. Oggi e domani si parte con gara-1 dei quarti.
Di seguito una rapida guida alla post-season, accoppiamento per accoppiamento.
MILANO (1) vs PESARO (8). A rigor di pronostico, l’incrocio dall’esito più scontato. Il divario fra i due roster è cosa nota. Al gap tecnico si aggiunge poi lo stato di forma: negli ultimi mesi l’Olimpia ha raddrizzato la sua stagione, chiudendo con onore l’Eurolega e piazzando il sorpasso in testa al campionato, grazie a cinque vittorie nelle ultime cinque. Pesaro invece, dopo un autunno esaltante, è arrivata al rush finale in debito di ossigeno. E ha riacciuffato il treno playoff soltanto all’ultima curva, a scapito di Brescia. La speranza della Victoria Libertas? Aggrapparsi a coach Jasmin Repesa, ex di turno e profondo conoscitore del nostro basket. Più l’estro dei veterani: Carlos Delfino si è preso la squadra sulle spalle nel momento clou, Austin Daye è un animale da big match. Se stanno bene, Milano deve fare attenzione. Ma Ettore Messina ha trovato la quadratura del cerchio e la leadership di Shabazz Napier. Se Napier è in serata no, c’è sempre quella di Shields. E altrimenti quella di Baron. O Voigtmann, Davies, Pangos. Servono troppe defezioni, per cambiare gli equilibri della serie.
BOLOGNA (2) vs BRINDISI (7). In linea di massima vale lo stesso discorso fatto sopra. Con qualche margine d’incertezza in più: la Virtus nelle ultime settimane ha ripreso a correre, ma ha smarrito un po’ di fluidità e soprattutto Milos Teodosic per infortunio. “La sua assenza è devastante per l’assetto e il riassetto della squadra”, ha ammesso coach Scariolo. Il play serbo ha giocato soltanto due delle ultime 14 partite: la via del recupero è tracciata, ma va gestita con prudenza. Il che vuol dire, se Bologna almeno ai quarti dovesse farcela senza di lui tanto di guadagnato. Dall’altra parte Brindisi è una squadra ben collaudata, Frank Vitucci la guida dal 2017 e quest’anno ha trovato ottime risposte dagli esterni – Reed, Harrison, Lamb – oltre al solito contributo sotto canestro di Nick Perkins. Soprattutto al PalaPentassuglia, dove ha già battuto Belinelli e compagni nella stagione regolare, può mettere in difficoltà la corazzata Virtus. E intanto strappare un punto nel barrage. Poi chissà.
TORTONA (3) vs TRENTO (6). È una sfida affascinante, molto più equilibrata di quel che il divario in classifica lasci intendere. I piemontesi sono ormai una solida realtà della nostra pallacanestro: al secondo anno di A giocano da veterani e coach Ramondino ha dato continuità al capolavoro (semifinale playoff) della passata stagione. Ma da fine marzo in poi, Tortona ha perso sei gare su otto. J.P. Macura performa da mvp soltanto a folate. E il ko di Mike Daum ha costretto la società a intervenire sul mercato – tesserato lo sloveno Mitja Nikolic –, sparigliando così le carte di un formidabile gruppo. La pressione, insomma, questa volta è tutta sulle spalle di Christon e compagni. Perché Trento è una squadra tignosa, che difende bene e fa giocare male. Sarà una serie a basso punteggio? Entrambi i precedenti stagionali si sono risolti quasi all’ultimo tiro, in favore di Tortona, ma i playoff sono un altro palcoscenico. A cui l’Aquila basket è più abituata: lontani i fasti delle due finali scudetto di fila (2017 e 2018), i reduci di quell’esperienza (Forray e Flaccadori) sanno salire di giri quando il gioco si fa duro. Mentre coach Lele Molin ha trovato in Atkins e Grazulis i più affidabili terminali offensivi. Prepararsi a vederne delle belle. O al singolare, gara-5.
VENEZIA (4) vs SASSARI (5). Ormai una classica del nostro basket: finale scudetto nel 2019, rivincita ai quarti nel 2021, oggi ci risiamo. I due precedenti di lusso dicono Reyer. Ma sono cambiate tante cose, sia in laguna sia in Sardegna. In casa orogranata, il 150esimo anniversario della società è coinciso con l’addio di Walter De Raffaele dopo sette trionfali stagioni da head coach. È successo a febbraio, con la squadra fuori dalle prime otto: da allora, con Neven Spahija in panchina – fresco di rinnovo – la Reyer ha saputo risollevarsi. Otto vittorie nelle ultime nove gare sono il miglior biglietto da visita per i playoff. Anche la Dinamo, qualche mese più indietro, ha vissuto il suo momento buio seguito da una rincorsa super (sette successi di fila tra fine gennaio e fine marzo). Ma sempre con l’esperienza di Piero Bucchi al timone. Cosa aspettarsi ora? Una serie senza esclusione di colpi, tra il secondo (Sassari) e il terzo miglior attacco del campionato (Venezia, prima per percentuale nel tiro da tre). Con tanti duelli individuali: Robinson contro l’ex di turno Spissu, Bendzius contro Bramos, Diop contro Watt. E il PalaSerradimigni contro il Talercio: nei precedenti stagionali (e pure ai playoff 2021) è stato sempre rispettato il fattore campo. Venezia stavolta se l’è preso grazie a un +1 negli scontri diretti. Questo o altri dettagli faranno la differenza.
sotto la tour eiffel