Foto Ap, via LaPresse

Qatar 2022

Lode ai rigori, che non sono il gioco del calcio ma nemmeno una lotteria

Andrea Trapani

Dal dischetto non si vince o perde mai per caso. A volte condannano alla sconfitta i più forti? Pazienza, hanno avuto il merito di eliminare la più grande ingiustizia creata dallo sport: la monetina che decideva il vincitore

Belle le partite che durano tre ore, emozionanti i rigori che regalano mille storie da raccontare ma sono davvero troppe le gare che arrivano in parità fino al 120esimo minuto. Venerdì notte, giusto per la statistica, Qatar 2022 aveva già eguagliato il record dei risultati decisi dal dischetto durante un Mondiale. Per carità, i rigori fanno parte del calcio. Si può essere in disaccordo sul loro valore ma, al contrario di quanto sostenuto dal comune sentire, non sono una lotteria, non si vincono o si perdono per caso, dagli undici metri servono freddezza, perizia e lucidità. “Un rigore ha bisogno di tutti gli ingredienti che compongono il calcio (campo, pallone, porta, giocatori, arbitro...), tuttavia le sue leggi non sono quelle del gioco”, scrive Jorge Valdano, il filosofo del pallone. “E’ un’azione primaria che non esprime ma semmai mutila il calcio e che, ciò malgrado, non riduce ma concentra le emozioni. La lotta fra comunità si trasforma in un combattimento a due. Uno contro uno. Il duello".

 

Un tipo di lotta che non piace a tutti. I motivi sono tanti, a partire dalla mancata accettazione che possa vincere la squadra che meno ha meritato in campo. Non è colpa di nessuno, il bello del calcio è che le statistiche sono tanto importanti quanto inutili per il risultato finale. Puoi dominare il gioco e perdere con l’unico tiro avversario. Tra i cinque rigoristi che sfidano il portiere può succedere la stessa cosa, non sempre vince il migliore. Bene così, visto che i tiri dal dischetto hanno eliminato la più grande ingiustizia creata dallo sport, ovvero la monetina che decideva il vincitore. All’epoca era l’unica soluzione per evitare di ripetere le partite dopo un pareggio. Il tempo è un bene prezioso, lo sanno bene, per esempio, i videogamer. Per ricreare le emozioni del campo davanti a uno schermo, lo scorrere dei minuti è una delle somiglianze più importanti. Non sorprende quindi che venga attribuita al creatore di Sensible Soccer – un nome che evocherà tanti ricordi a chi negli anni Novanta passò giorni e notti davanti a quel gioco – l’idea di calciare i rigori al novantesimo, prima di giocare i 30 minuti supplementari. La community di Sensible Soccer ha sempre amato il calcio, ma non sono i soli ad aver pensato a soluzioni per migliorarlo.

 

Pochi argomenti sanno far discutere quanto il gioco del pallone. Per il quale tutti hanno un’opinione o soluzioni ottimali, accademici compresi. La possibilità di cambiare la tempistica dei rigori è stata pubblicata anche tra gli studi del Cepr, il londinese “Centre for Economic Policy Research”, uno dei più importanti think tank europei. Dalla sua fondazione, nel 1983, ha creato una rete di cui fanno parte oltre 700 economisti delle maggiori università e istituti mondiali. Tra questi il professor Juan D. Carrillo che, nel 2006, ha pubblicato un paper in cui proponeva una nuova formula per determinare chi avrebbe vinto in caso di pareggio. Siamo agli inizi degli anni Duemila, era già arrivato il fallimento del “golden gol” e del “silver gol”, due surrogati mai amati da nessuno. Così l’economista decise che era arrivato il momento di dimostrare che le partite avrebbero potuto essere più attraenti se i rigori fossero stati calciati prima dei tempi supplementari. Una rivoluzione, forse un cambiamento troppo radicale da accettare. Con questa regola il risultato dagli undici metri sarebbe diventato determinante solo se, alla fine dei 120 minuti di gioco, fossimo ancora in parità. Insomma, si voleva costringere ad attaccare la squadra sconfitta. Una forzatura eccessiva per un gioco che vive di sorprese. Da buon economista Carrillo aveva fornito dati e numeri a supporto della sua teoria, ma per affermarsi tra gli appassionati non bisogna mai essere razionali. Infatti, si deve stare attenti a non esagerare prima che a qualche tv, in nome dell’intrattenimento, venga l’idea di tirare i rigori direttamente prima del fischio d’inizio. Ben venga lo spettacolo, ma il calcio vuole rappresentare ancora a lungo l’arte dell’imprevisto.

Di più su questi argomenti: