Foto AP 

IL FOGLIO SPORTIVO - THAT WIN THE BEST

Questo United sembra diventato una squadra di Serie A

Jack O'Malley

Ronaldo ha sbagliato davvero tutto: ora come ne uscirà? Intanto Ancelotti continua a vincere

Non bastava il caldo, che neppure la mia birra gelata riesce a rendere sopportabile, adesso ci tocca pure la Serie A. Il campionato italiano inizia e io mi sono già annoiato: pieno di falliti della Premier League, si preannuncia mediocre e poco eccitante, una Ligue 1 senza l’aglio e i picchiatori di Marsiglia. Un campionato dove starebbe bene il Manchester United, però, ormai ombra di se stesso e caricatura della squadra gloriosa che fu. Da settimane i Red Devils sono ricattati dai capricci di Cristiano Ronaldo, precipitato in un incubo da cui difficilmente si sveglierà: a 37 anni non è più l’uomo al centro della festa, anzi inizia a essere come quel vecchio zio che deve sempre raccontare l’aneddoto divertente e fare divertire tutti, ma alla decima volta che lo fa ha rotto le palle. 


Un anno fa CR7 ha lasciato la Juve ed è tornato a casa, a Manchester appunto, dove sperava in una stagione migliore: niente Champions, Mondiali tra pochi mesi (gli ultimi della sua carriera, a meno di trascinarsi tipo ospizio per altri quattro anni), nessuna squadra che sembra volerlo e soprattutto il rivale di sempre Leo Messi che ha capito tutto con una stagione di anticipo: annusando l’aria di Barcellona, e in generale quella del calcio europeo, la Pulce ha scelto il parco giochi degli Emiri a Parigi, dove gioca in un campionato eccitante quanto una partita di calcio femminile, prende una marea di soldi, è circondato da altri fenomeni più giovani di lui, e quando segna in rovesciata tipo me al calcetto del giovedì sera si parla ancora di lui per qualche giorno. 


Ronaldo ha sbagliato tutto, i suoi sbuffi sono diventati un meme, fa la figa senza poterselo più permettere e non è chiaro come ne uscirà. Un po’ lo capisco, però: gioca in una squadra il cui capitano è Harry Maguire, forse il calciatore più preso per il culo sui social di sempre, un difensore più imbarazzante degli articoli della Gazzetta sulla bravura di Urbano Cairo sul calciomercato, una società che punta a comprare Rabiot e avrebbe voluto Arnautovic  e insiste a schierare in attacco Rashford, che dopo il rigore sbagliato in finale degli Europei è stato celebrato per le sue meritevoli buone azioni: tutto molto bello, ma sei un calciatore, e un attaccante: prima o poi dovresti segnare, altrimenti persino i giornali liberal e le newsletter politicamente corrette smetteranno di applaudirti. 


Povero Manchester United, povero Sir Alex Ferguson. E poveri noi. Consolatevi con questo poco, voi tifosi della Serie A più scarsa di sempre, con società così indebitate che comprano giocatori solo in prestito con diritto di riscatto spalmabile in cinque esercizi al verificarsi di condizioni statisticamente più improbabili di un eterosessuale con il vaiolo delle scimmie. E a proposito di debiti, leggo che i tifosi del Barcellona sfottono quelli del Real Madrid perché Mbappé non è un diventato un giocatore dei Blancos. Magra consolazione, per chi tifa una squadra in cui ormai i calciatori devono giocare gratis per non far fallire la società. E intanto il Real Madrid anche senza Mbappé ha vinto un’altra coppa. Che avrebbe dovuto giocare un’inglese, se non si fosse messo di mezzo Carlo Ancelotti. A cui brindo, mio malgrado.

Di più su questi argomenti: