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Agenti Fifa, le nuove regole che cambieranno il mercato

Francesco Caremani

La Fifa ha deciso di tornare a un sistema di licenze rilasciate su scala mondiale. Ecco cosa cambierà per i procuratori. Parla l’avvocato Federico Venturi Ferriolo

Il nuovo regolamento degli agenti sportivi Fifa, che dovrebbe entrare in vigore entro l’anno, è ancora una bozza, ma fa già discutere il mondo dello sport. Si tratta di una rivoluzione – e una restaurazione insieme – rispetto alla situazione vigente negli ultimi sette anni, a partire dalla deregulation del 2015; l’ultimo lascito del presidente Blatter, prima che venisse indagato e poi sospeso dal Comitato etico. Guardandosi indietro viene da sorridere nel rileggere le intenzioni di quella ‘riforma’: limitazione al 3 per cento della provvigione degli intermediari (leggasi agenti) e possibilità di questi di rappresentare più parti in una stessa negoziazione.

 

La Fifa, infatti, ha deciso di tornare a un sistema di licenze rilasciate su scala mondiale a fronte del superamento di un esame specifico, privilegiando la professionalità e aprendo le porte alla rappresentanza degli allenatori, delle calciatrici e dei minori, ove consentito dagli ordinamenti delle singole federazioni e dei singoli stati. Il risultato è una bozza di regolamento che il governo del calcio mondiale sta predisponendo e definendo proprio a valle di incontri e confronti con le rappresentanze degli agenti, dei calciatori e di tutti gli stakeholder del football.

 

“I tre pilastri di questa riforma sono: il tetto, quale limite massimo, ai compensi per gli agenti; l’obbligo per gli stessi di rappresentare un unico soggetto nel contesto della medesima trattativa; la creazione di una  clearing house, una piattaforma digitale nella quale pubblicare, in ottica di trasparenza e tracciabilità, dati, informazioni, attività e pagamenti degli agenti”, sottolinea l’avvocato Federico Venturi Ferriolo, Partner – Co Head of Sports presso LCA Studio Legale di Milano. Ci pare chiaro come si voglia cancellare la figura dell’intermediario che in questi anni è stata rappresentativa di scarsa professionalità, conflitto d’interessi e mancata trasparenza nei rapporti contrattuali e finanziari; una bocciatura su tutta la linea della deregulation del 2015.

 

“Nella bozza di regolamento della Fifa, sulla quale ha lavorato molto il sindacato mondiale dei calciatori, c’è la necessità di rafforzare il concetto di stabilità contrattuale – cristallizzatosi all’indomani del terremoto rappresentato dalla sentenza Bosman – e ogni opportuno presidio funzionale a evitare speculazioni e pratiche abusive. Il calciatore deve essere libero di firmare o meno un contratto senza eventuali pressioni dei club e/o degli intermediari (che saranno solo agenti riconosciuti), considerando che spesso gli interessi del giocatore non coincidono con quelli di quest’ultimi”, ricorda l’avvocato Venturi Ferriolo.

 

Come accennato, la nuova regolamentazione potrebbe estendere la figura dell’agente alle calciatrici e agli allenatori, argomento che in Italia si lega alla riforma del lavoro sportivo e da un altro punto di vista porre dei paletti più restrittivi alla pratica del football trafficking; fenomeno nel quale finti agenti o pseudo intermediari carpiscono la buona fede, e i soldi, delle famiglie per lucrare sui minorenni, spesso abbandonati a sé stessi, senza documenti, una volta giunti in Europa.

 

L’idea di una esame per ottenere la licenza di agente Fifa, con previa formazione, come già succede in Italia, è quella di aumentare la professionalità degli addetti ai lavori e la loro conoscenza delle pratiche legali, connesse ai contratti, ai trasferimenti e al rispetto di regole etiche e professionali, tutte cose che in questi ultimi anni sono venute più volte meno, rendendo il calcio un  far west, nel quale i calciatori, come le mandrie delle praterie statunitensi, erano preda dell’intermediario più scaltro, invece che partner di agenti preparati.

 

“Gli agenti, in quanto soggetti non tesserati, non sono direttamente sottoposti alle regole dell’ordinamento sportivo e non risponderanno a tale regolamentazione se non in forza della licenza che verrà istituita dalla Fifa, alla quale saranno connessi doveri professionali e deontologici oltre che una riserva di giurisdizione in favore del Football Tribunal della stessa”. aggiunge Federico Venturi Ferriolo.

 

C’è un altro aspetto. Fino a oggi il mercato degli allenatori non era regolamentato e l’idea di introdurre la figura dell’agente anche per loro, nonostante molti ne abbiamo già uno, è un passaggio importante verso la trasparenza. Il fatto, poi, di essere tutti sotto l’ombrello della Fifa con licenze rilasciate e riconosciute dal governo del calcio mondiale dovrebbe aiutare a risolvere e redimire con maggiore facilità eventuali controversie tra le parti. Infine, non è difficile decifrare nella stabilità contrattuale (leggasi diminuzione dei parametri zero) e nel tetto alle provvigioni degli agenti una mano ai club stremati dall’indebitamento e spiazzati dalla pandemia.

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