Il calcio di Nori

Il secolo dei "minutari". Parma-Crotone le squadre della "coda del maiale"

Paolo Nori

Sette kilometri prima di andare a vedere Parma-Crotone (che pareggiano) e la convizione che alcuni giorni è inutile, non ce la si fa. Come i giocatori del Parma

Quando mia figlia era piccola, che ancora non parlava, io ogni tanto, al mattino, la prendevo su, la caricavo nel passeggino e le dicevo «Andiamo a vedere com’è il mondo, oggi». Oggi mia figlia ha diciassette anni, non ci viene più, con me, a vedere com’è il mondo, ma ci son delle mattine che me lo dico da solo, quando esco di casa: «Andiamo a vedere com’è il mondo, oggi», mi dico, e così ho fatto la mattina del 30 gennaio, poco dopo le sette, quando sono uscito di casa per correre.

 

Mi ero svegliato un’ora prima, e appena in piedi avevo sentito le ginocchia che mi facevano male e avevo pensato “Non ce la posso fare, oggi, a correre”.

Poi avevo messo su il caffè, avevo aperto il minutario (ho un quaderno che chiamo minutario; un poeta russo diceva che, nel novecento, non è più sufficiente il diario ci vuole il minutario, e a me sembra che il ventunesimo secolo sia ancora di più un secolo da minutari, non da diari), ci avevo scritto «Buongiorno», avevo bevuto il caffè, avevo aperto il file del romanzo al quale sto lavorando, avevo scritto una mezza paginetta poi mi ero detto «Sai cosa faccio? Vado a correre», e mi ero vestito, mi ero messo le scarpe, ero sceso per strada, era una di quelle giornate d’inverno che si vede tutto, in Emilia, dalle alpi agli appennini.

 

Volevo correre 6 chilometri, alla fine ne ho corsi 7, stavo bene, ho fatto un po’ di fondo. Io son cinque anni, che faccio del fondo; vorrei correre la maratona di Pietroburgo, a giugno, forse non questo giugno, il prossimo, dopo sei anni di fondo, chissà se ce la faccio, non ce la posso fare, secondo me.

 

Sono stato contento, di questa corsa del 30 gennaio, anche se sono andato piano, mi han superato in tanti, ma io non corro contro gli altri, io corro contro di me, tutti i giorni, e svegliarmi, tutti i giorni, dicendomi «Non ce la posso fare», e trovarmi, due ore dopo, che ce l’ho fatta, e ho corso magari anche di più di quel che pensavo, per me è una piccola rivoluzione che mi piace, è il mio piccolo modo di cambiare il mondo.

 

E quando, qualche ora dopo, sono arrivato allo stadio Tardini di Parma per vedere Parma – Crotone, dopo essermi tolto il piumino, per via che mi era venuto caldo (“Il mondo oggi è caldo”, ho pensato) mi sono chiesto se quella mattina i giocatori del Parma si fossero svegliati pensando “Non ce la possiamo fare, a battere il Crotone, oggi”.

 

Sono due squadre che l’anno scorso erano tutte e due in serie A e son retrocesse tutte e due in serie B (ultima, il Parma, penultima, il Crotone), e che quest’anno erano favorite per tornare in serie A e che stanno andando malissimo, sono indietro come la coda dal maiale (tredicesima, il Parma, diciottesima, il Crotone); per il Parma gli esperti dicono che questa è l’ultima spiaggia per raggiungere i play off e avere l’opportunità di arrivare in serie A con gli spareggi, a Crotone alla serie A non ci pensano neanche pensano piuttosto a salvarci dalla serie C, penso in tribuna stampa dello stadio Tardini di Parma.  Ho appena finito di pensare così, comincia la partita.

 

Dopo 16 minuti, e dopo l’ennesima palla persa dal Parma, e dopo che in 16 minuti il Crotone ha battuto 5 calci d’angolo e il Parma 0, e loro ha tenuto la palla per il settanta per cento del tempo e noi per il 30, io mi ricordo ho pensato «Questa squadra non esiste. Ma io» mi son chiesto «cosa vengo a vedere? Una cosa che non esiste?».

 

Dopo un po’, però, ci svegliamo, abbiamo un’occasione, e un angolo anche noi, e una punizione che Franco Vazquez la tira all’incrocio dei pali, meravigliosa e siamo in vantaggio, uno a zero.

 

E poi prendiamo anche una traversa, e poi comincia il secondo tempo. E poi il secondo tempo è quasi finito e un difensore del Parma, Coulibaly, perde un pallone così, gratis, e loro quasi quasi pareggiano. Sospiro di sollievo. Un minuto dopo, un centrocampista del Parma, Cassata, perde un pallone così, gratis, e loro pareggiano.

 

E io, intanto che faccio su la mia roba, penso: “Ecco vedi, avevan ragione, stamattina, i giocatori del Parma, non ce la potevano fare, a battere il Crotone”. E mi vien da pensare che i giocatori del Parma loro sì, che sono lungimiranti. Mica io, che mi sbaglio sempre. E che il mondo, oggi, poteva esser più bello, mi vien da pensare. E mi prendo su e torno a casa e la prossima partita si gioca sabato prossimo a Benevento e la vedo sul computer dalla cucina di casa mia.

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