Foto LaPresse Torino/Archivio storico

Il Foglio sportivo

La prima Coppa dei Campioni di Canale 5

Alberto Facchinetti

Juve-Celtic di 40 anni fa spezzò il monopolio della Rai: "Berlusconi mi chiamò in piena notte. E mi disse: adesso ti spiego come faremo". Parla Paolo Taveggia, ex manager di Fininvest

“Signore e signori vi ricordiamo l’andamento del primo tempo, rete di Virdis al 28’, rete di Bettega al 40’, entrambe bellissime. E due gran tiri di Marocchino, un tentativo di Virdis e uno di Brady. Nel secondo tempo una serie di conclusioni di Virdis poco fortunate, qualche timido tentativo del forcing da parte del Celtic: il risultato non è cambiato e la Juventus si assicura la qualifica al turno successivo di Coppa dei Campioni”. Si chiude così, appena prima dei saluti di rito, la telecronaca realizzata da Giuseppe Albertini per Juventus – Celtic, gara di ritorno dei sedicesimi di finale di quella che oggi è la Champions League. È la prima partita di una coppa europea trasmessa in diretta da una tv privata. La passa Canale 5 il 30 settembre 1981 in tutta la regione Lombardia. Telemontecarlo ad inizio degli anni Ottanta era a livello sportivo molto attiva e aveva già messo in palinsesto alcune gare di coppa, ma la rete con sede all’estero nel Principato di Monaco, trasmetteva live grazie all’eurovisione. Era una cosa diversa rispetto alle televisioni locali.

 

La Fininvest di Berlusconi era riuscita ad acquistare i diritti televisivi delle italiane impegnate in Coppa. La Juventus di Trapattoni era inscritta nel torneo principe, la Roma di Liedholm nella Coppa delle Coppe, Inter e Napoli erano in Uefa. Tutte avevano accettato la proposta berlusconiana, eccetto il Napoli che era rimasto fedele alla Rai.

All’andata la Juventus aveva perso 1-0 a Glasgow per uno sfortunato autogol di Gaetano Scirea. A Torino il Trap schierò l’attaccante Pietro Paolo Virdis, lasciando in panchina Massimo Bonini. Oltre che in diretta in Lombardia, la Juve venne poi trasmessa in differita in Piemonte. L’Inter di Bersellini affrontò l’Adanasport sul campo neutro di Cesena, in contemporanea con la Juventus. Canale 5 decise di proporre i nerazzurri in differita alla 23:45 per la sola Lombardia. La Roma la faranno vedere per il solo Lazio l’indomani alle 23. Il primo ottobre ci fu la possibilità per i telespettatori di vedere anche il 2-0 della Juve su tutte le reti locali affiliate a Canale 5, prima alle 19 e poi a mezzanotte, questa volta però ad esclusione proprio della Lombardia.

Paolo Taveggia allora aveva 28 anni ed era un manager di Canale 5, con Rino Tommasi responsabile dello sport. Dopo gli studi in economia, lavorò qualche anno in banca e quindi per una concessionaria di pubblicità, quando proprio sul finire degli anni Settanta passò a Tele Milano 58 che sarebbe diventata di lì a pochissimo Canale 5. “C’era una conoscenza diretta tra Marcello Dell’Utri, appassionato di calcio, e il presidente della Juve Giampiero Boniperti – racconta al Foglio Sportivo - Fininvest pagò il giusto e così la società bianconera vendette a noi la partita di Torino. Il 1981 fu pazzesco, la Rai era abituata al monopolio e non si aspettava delle azioni del genere da parte nostra”.

 

Per i giornali dell’epoca la partita della Juve sarebbe stata fatta vedere in Lombardia e non in Piemonte per motivi tecnici non precisati. “Invece era una chiara volontà di Boniperti – continua Taveggia - probabilmente per difendere l’incasso. Ricordo che aveva fatto mettere una clausola nel contratto”.

Fu una giornata campale per il giovane ufficio di Fininvest. “Avevamo messo in piedi una regia al comunale di Torino. Per un gioco di specchi che rimbalzavano il segnale, le immagini arrivavano a Milano 2 attraverso Monte Penice e il grattacielo Pirelli, riuscendo così a trasmetterle in diretta. Da Cesena invece a fine primo tempo partì un motociclista per consegnarci i primi 45 minuti dell’Inter, a fine gara un suo collega portò la seconda parte. A Roma Berlusconi mandò addirittura il suo aereo privato”.

L’indomani le cassette delle partite furono spedite in tutta Italia. Uno schema che si stava consolidando. “Mi ricordo – dice Taveggia – quando Berlusconi mi chiamò in piena notte e mi disse: adesso ti spiego come faremo. Registriamo un programma completo, poi alla mattina spediamo le bobine in tutte le regioni per poter trasmettere in sincronia. Con un palinsesto uniforme in tutta l’Italia, si poteva proporre alle aziende più grosse una pubblicità nazionale”.

Fininvest era arrivata al calcio vero, a quello della Coppa dei Campioni, dopo anni di passione. Il 1981 era stato decisivo. Il 28 luglio 1976 una sentenza della Corte Costituzionale aveva stabilito la legittimità della trasmissione via etere in ambito locale per i privati. Il calcio e la boxe diventarono da subito appuntamenti da inserire nei vari palinsesti. La differita e la non diffusione su tutto il territorio nazionale erano però elementi non derogabili. In verità un’emittente locale come Telefoggia aveva trasmessa in diretta una partita di campionato (di serie B) della squadra di casa già il 14 settembre 1980.

I due antecedenti Fininvest alla partita Juventus-Celtic furono i Mundialiti. Il primo, disputato tra dicembre 1980 e il gennaio successivo in Uruguay, era per squadre nazionali, tra cui quella azzurra di Bearzot. “Dall’Uruguay si trasmise via satellite in diretta, era la prima volta per una tv privata. Qualche mese dopo organizzammo il Mundialito per club, quello in cui Cruyff giocò con il Milan. Venne a proporcelo uno dei suoi manager. Usciva da un infortunio ed era in pessime condizioni per poter giocare. Ma era un grande nome, e così Berlusconi sborsò 80 milioni di lire per averlo, chiamò Rivera per dirgli che avrebbe giocato con il Milan. Ormai era chiaro che per il nostro business televisivo il calcio era fondamentale. Dovevamo arrivare a quello ufficiale”.

 

Il lavoro non fu semplice. “Noi dovevamo fare le cose fatte bene, meglio della Rai, anche per ingolosire gli investitori. Per il Mundialito avevamo chiamato una troupe con regista della Bbc per insegnare il mestiere ai nostri”. La telecronaca di Juventus – Celtic fu di Giuseppe Albertini, così come in precedenza quelle dei due mundialiti. “Berlusconi mi chiese chi avrebbe fatto le telecronache. Era un problema perché nessuno in Italia aveva il coraggio di venire con noi, avevano paura di schierarsi contro la tv di stato. Io proposi Albertini, che Berlusconi non conosceva ma poi giudicò bravissimo”.

Albertini era nato a Roma nel 1911, si era trasferito in Svizzera in giovane età e aveva iniziato a lavorare come telecronista nella TSI, la tv della Svizzera italiana. Nei mondiali del 1970 per un accordo tra le due tv aveva commentato alcune partite per la Rai. Nel 1981 aveva già 70 anni, ma era ancora una bella voce. Conosceva il calcio e ai due gol juventini disse semplicemente “rete”, come era suo costume.
“Albertini – racconta Taveggia – era un telecronista ed un uomo di un’eleganza rara”. Continuò ancora con Fininvest, commentando anche il Mundialito per club 1983, alcune amichevoli del Brasile e andò a Tokyo nel dicembre del 1985 per l’Intercontinentale vinta dalla Juve sull’Argentinos Juniors.

Taveggia invece si dimise da Fininvest nel 1984 per lavorare a fianco di Umberto Branchini, l’organizzatore di pugilato. Tornò con Berlusconi, appena questi comprò il Milan nel 1986. Per anni lo si è visto in panchina con Sacchi e poi con Capello, accanto a Silvano Ramaccioni. Poi ha lavorato per la Fifa, passando anche per gli uffici dell’Inter. Oggi a 69 anni fa il nonno. Per tutti gli anni Ottanta i canali Fininvest continuarono a trasmettere calcio, nel frattempo il Milan era diventato uno squadrone che in Europa faceva meraviglie come del resto anche Inter, Juventus, Napoli e Sampdoria. Le reti di Berlusconi mandavano in onda le partite con un quarto d’ora di differenza, aggirando così il problema della legge che non era ancora stata cambiata. Venne usato questo stratagemma anche nelle finali intercontinentali dei rossoneri di Arrigo Sacchi nel 1989 e 1990.

La legge Mammì che autorizzava le reti private a trasmettere in diretta su scala nazionale arrivò nel 1991. La prima partita trasmessa in diretta su Italia 1 fu un’amichevole tra Atletico Madrid e Milan, per quanto riguarda le coppe europee bisognerà attendere ancora qualche settimana. Dai gol di Virdis e Bettega era passato un decennio.

Di più su questi argomenti: