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Come sarà il calcio del futuro

Matteo Rivarola

Non solo droni, Var o sostituzioni illimitate. La FIFA ha presentato un piano per cambiare l'ecosistema calcistico. Andiamo verso i Mondiali ogni due anni? I piani di Gianni Infantino e Arsène Wenger

Corre forte il mondo del calcio e non solo in campo. Tecnologie, temi e riforme, al centro di un processo di crescita costante, che mirano a migliorare sempre più, una macchina alla continua ricerca della perfezione. Vi siete mai chiesti come sarà il calcio del futuro? Attenzione, non stiamo parlando solo di norme e regolamento, bensì di competizioni e calendari. La FIFA in tal senso valuta e sperimenta ogni giorno diverse innovazioni che potrebbero rivoluzionare i campionati più rilevanti e le stagioni degli atleti protagonisti. Non solo droni, Var o sostituzioni illimitate.

Tra gli obiettivi principali della Federazione e del suo responsabile dello sviluppo mondiale, Arsène Wenger, ci sono il ridurre le partite giocate, garantire più spazio ai tornei giovanili e far disputare i campionati mondiali ogni due anni. Sì, avete letto bene, la Coppa del Mondo, potrebbe andare in scena ogni due stagioni. Un cambiamento radicale, che ha come obiettivo quello di diminuire le gare amichevoli e di ridotto “appeal”, incrementare lo spettacolo e fornire ai più giovani la possibilità di esprimersi in competizioni di livello assoluto.

 

Al centro del progetto, ci sono proprio i calciatori del futuro. Lo stesso Wenger, ha ricordato durante la sua lunga permanenza sulla panchina dell’Arsenal, di aver notato la prima volta Gilberto Silva, proprio in una partita valida per le qualificazioni mondiali di calcio. Simile, fu anche il caso di J.S.Park, il coreano si mise in mostra nel Mondiale 2002, proprio contro l’Italia e il PSV decise di puntare su di lui. Inoltre, sapete cos’hanno in comune Weah, Best e Di Stefano? Non hanno mai disputato una partita ufficiale in un campionato del mondo con la propria Nazionale. Un grande rimorso non averli visti all’opera, considerato il talento dei protagonisti in questione.

Ecco spiegato in poche righe un motivo in più, secondo la FIFA, del perché servirebbero più competizioni di livello mondiale e meno di “seconda” fascia. “Sono convinto, che il mio piano sia la scelta giusta. Il Mondiale ogni due anni è chiesto da 166 Paesi”. Queste le parole di Wenger, a margine della presentazione in Qatar del programma “Il calcio del domani”. Una scelta, che come ricordato dal Presidente Gianni Infantino, garantirebbe anche introiti maggiori, rispetto a quelli attuali. Fifa e Uefa in questo senso però, al momento, percorrono due rette parallele. Le critiche e i malumori, alimentano ancor di più uno scetticismo, che rischia di ledere l’apertura a possibili novità concrete.

 

Gli interrogativi sugli effetti dell'ecosistema calcistico, sono parecchi. Forse non tutti fondati, ma restano pur sempre troppi i punti in disaccordo. Da chiarire, anche gli effetti che il mondo del calcio avrà sul sistema sportivo globale. Servirà un confronto immediato, per tracciare realmente le possibilità di cambiamento su “The Football of Tomorrow”, come viene chiamato dalle parti di Zurigo. Un tema mai banale, che non riguarda solo il calcio giocato, bensì anche la salute fisica e mentale dei calciatori. Tra le tematiche affrontate dalla FIFA infatti, è presente anche l’introduzione di una pausa obbligatoria per gli atleti alla fine del rispettivo campionato. Facile a dirsi, più complicato a farsi, considerato l’eventuale e imminente impegno europeo o mondiale.

E il fascino della competizione? Sì, anche quello è da tenere in considerazione. Un campionato del mondo ogni due anni, rappresenterebbe una vetrina preziosa per giovani talenti siamo d’accordo, ma anche un calo esponenziale sul valore, sul richiamo dell'evento e del suo brand. Chiediamolo ai tifosi cosa ne pensano, confrontiamoli e proviamo solo per un instante a fare prevalere il romanticismo sugli interessi sportivi ed economici. Il calcio è emozione, cuore, sentimento e non semplici regole, calendari e gironi. Conserviamolo e proteggiamolo, sempre con un unico scopo. Divertirci e far divertire.

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