Foto LaPresse

Il Foglio sportivo - il ritratto di Bonanza

Liverpool, aria di libertà

Alessandro Bonan

La squadra di Klopp si muove senza schemi, a volte obliqua, a tratti lunga, ma rispettando un principio fondamentale: guardare a testa alta l’avversario e la porta di fronte

Uomini affamati che corrono guardando avanti, fiduciosi di trovare la preda. Si avventurano nella foresta, senza torce tra le mani, ma con la luce negli occhi. Sono una schiera priva di disciplina ma con dentro tanta forza, un’enorme convinzione, un istinto primordiale di libertà. Chi sono questi moderni selvaggi, questa ciurmaglia di incoscienti? Sono i giocatori del Liverpool, quelli che hanno sconfitto il Milan, giocando un calcio libero, istintivo, primitivo.

Hanno cominciato la partita spingendo l’avversario verso il muro, la propria porta. lo hanno costretto a diventare piccolo, corto e stretto, dentro un’area, poco più. Una furia durata 28 minuti, come una specie di uragano. Del Milan era rimasto poco, sembrava nulla. Solo un portiere e un paio di difensori, gli eroi che hanno permesso una improvvisa, per quanto inutile, rivincita. Perché di colpo la furia si è placata, come se la tribù di Klopp avesse visto volteggiare un aquilone e ne fosse rimasta incantata. Tutti con il naso all’insù, mentre il Milan slalomeggiava tra le loro gambe, quasi incredulo di fronte a questa improvvisa resa. Ma esiste un calcio libero, dove si può decidere quando e come fermarsi, staccare il pensiero dalla partita, riflettere, guardare un aquilone passare e poi ricominciare a correre, a combattere, a vincere. La libertà in generale è una condizione incompatibile con lo sport professionistico, sia individuale che di squadra.

 

Ma esistono eccezioni, e il Liverpool di Klopp ne è l’esempio più scintillante.

La squadra si muove senza schemi, a volte obliqua, a tratti lunga, ma rispettando un principio fondamentale: guardare, a testa alta, l’avversario, la porta di fronte, senza mettersi nella complessa situazione di trovarsi l’orizzonte dietro le spalle. Luce negli occhi, pallone come una lancia, avanti veloci, con una tecnica che sa di lotta e giocolieri, di mischia da palla ovale, di sventagliata cieca a destra e a manca, che tanto, sia da un lato che dall’altro, si trovano selvaggi che gridano sotto la luna. In mezzo a questa furia, il Milan, dentro la partita solo per concessione altrui. Una squadra con dei valori importanti, che in Italia sembra la più veloce ma che al cospetto degli inglesi pareva controvento. Dalla notte di Anfield Road però, Pioli esce più forte, nonostante la sconfitta. Ha trovato un portiere felino, una difesa possente, un piccolo genietto tuttofare a centrocampo, e una indicazione per il futuro: migliorare il Milan con più spinta e tecnica in velocità. Vivendo l’incoscienza con il sorriso, proprio come fa il Liverpool. La squadra che vince la partita giocando in libertà.

Di più su questi argomenti: