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Tra le pagine dell'Italia all'Europeo

Mauro Berruto

Euro 2020 è il momento perfetto per dedicarsi a due libri che raccontano la squadra nazionale italiana

Siamo in pieno climax. Tutto va in crescendo: l’attesa, il ritorno dei tifosi negli stadi, le emozioni di questo Europeo dell’anno dispari che, dopo l’enorme spavento per il drammatico rischio corso da Christian Eriksen nella seconda giornata, sta decollando verso la sua fase più importante. Anche la nostra Italia sta decollando e, un passo alla volta, tenterà di atterrare il più tardi e lontano possibile. È dunque il momento perfetto per dedicarsi alle pagine di due libri che raccontano la squadra nazionale più amata, più discussa, più desiderata e più… attesa, visto che da cinque anni non la vedevamo scendere in campo nella fase finale di una grande manifestazione calcistica. 

La storia dei nostri azzurri alla caccia dell’Europeo è magistralmente raccontata da Stefano Ferrio e Gianni Grazioli, Azzurri d’Europa. L’Italia ai campionati continentali, una storia di monetine, coppe alzate o sfiorate e rigori da rouletta russa (Minerva, 2021), con un lavoro dettagliato di ricostruzione storica e, allo stesso tempo, con brillante verve narrativa. È un viaggio nel rapporto fra gli azzurri e la manifestazione continentale, ricco di aneddoti e di emozioni che parte, non a caso, dal 1968, edizione che resta la nostra unica vittoria e che di pathos ne generò in misura abbondante. Una semifinale decisa dal volo di una monetina da 5 franchi svizzeri lanciata dall’arbitro tedesco Kurt Tschenscher che premiò la scelta di Capitan Facchetti e portò gli azzurri a una doppia finale contro la Jugoslavia, la prima ripresa per i capelli a dieci minuti dal termine grazie a un goal di Domenghini e la seconda vinta, nella ripetizione, per 2-0. Ferrio e Grazioli, dopo questo incipit trionfale, raccolgono tanti punti di vista inediti, tante letture “dietro le quinte” di momenti che la nostra memoria di spettatori ricorda come scolpita nella pietra. E chissà che quella frase motivazionale che Dino Zoff rivolse alla sua squadra, quella del 1998 arrivata a un passo dal titolo, possa tornare utile a Mancini: “A parte Totti, voi nelle vostre squadre non contate un bel nulla, perché venite regolarmente messi dietro le superstar straniere. Ecco, la maglia dell’Italia può essere il vostro grande riscatto, può farvi finalmente contare qualcosa”. 

Il secondo libro da tenere vicino al telecomando che in questi giorni fa entrare nelle nostre case, finalmente, immagini di calcio quasi come in tempi pre-pandemici è di Alberto Sabattini, Azzurro. Cercando l’Europa, una vita a fotografare gli eroi della nazionale (NFC edizioni, 2020). Sabattini, per gli amici “Pagnotta”, è un fotografo straordinario che ha letteralmente regalato sogni a occhi aperti a tutti i bambini e a tutti gli amanti del calcio, dagli scatti per le figurine Panini fino alle immagini catturate negli stadi di tutto il mondo. Poche parole, dunque, e molte immagini nel libro di Sabattini, anche se le parole sono di enorme qualità e sono affidate a Italo Cucci, che ripercorre un meraviglioso viaggio nella memoria raccontando la “sua” Italia in azzurro, e a Nicola Calzaretta che dipinge, con le parole, un ritratto che si affianca alle immagini dei grandi protagonisti della storia della nostra Nazionale. Ogni foto è un’emozione, ci riporta proprio a quel momento lì, al dove e con chi eravamo mentre Sabattini faceva scattare l’otturatore. Una specie di segnalibro della nostra esistenza che termina con un’invocazione, affidata a Italo Cucci, ma che condividiamo tutti: Mancio, dammi l’Europa!

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