Fratelli d'Europa

"Forza all'Italia, viva l'Alitalia". L'Europeo di calcio è già "straripante"

Si scrive “Euro 2020”, si gioca nel 2021. Gran confusione con gli hashtag da usare

Andrea Minuz

Italia-Turchia. E' già retorica. "La ripartenza, la riscossa, la rinascita". Tre schiaffoni a Erdogan, la baracconata d'apertura un po' Superbowl. Ma alla fine si può sognare con Figliuolo-Mancini-Maneskin. Alé.

Eccoli, dunque, gli europei del graduale ritorno alla normalità. Si scrive “Euro 2020”, si gioca nel 2021. Gran confusione con gli hashtag da usare (si poteva sperimentare l’egualitario #Euro202*). Si celebra finalmente il calcio, un po’ di pubblico negli stadi, persino una tiepida movida dopo la partita (molti turchi ieri sera in monopattino su e giù per Lungotevere).

 

Si celebrano l’Europa, l’irreversibilità dell’euro e tre schiaffoni a Erdogan. Non sarà l’urlo di Tardelli, ma il “porca puttana” in labiale di Immobile dopo il gol è davvero la sintesi perfetta di tutto. Di quest’anno e mezzo, di noi, dei maxischermi di nuovo nelle piazze, gli unici capaci di far concorrenza a Netflix. L’associazione fatale tra calcio e paese è inevitabile. Ecco il diluvio di retorica, la “rinascita”, la “ripartenza”, la “riscossa”. Alberto Rimedio apre la telecronaca con un perentorio: “Roma è il centro d’Europa” (sintonizzandosi subito con la campagna elettorale di Michetti). S’impappina Paola Ferrari nel finale: “Siamo ripartiti, forza all’Italia, viva Alitalia”. “Straripante” è l’aggettivo più usato in Rai nel post-partita.

 

Però almeno a “Notti Europee” non ci sono virologi (per ora). La verità è che ci era mancato tutto. Persino Varriale con accanto Marchisio praticamente muto, come usava una voltale vallette. Ci mancava una magnifica baracconata in mondovisione come la cerimonia d’inaugurazione. Uno show che accorcia le distanze tra noi e il Superbowl, gli europei e l’Eurovision, Leni Riefenstahl e il Cirque du Soleil.

 

Con gli sbandieratori volanti, i percussionisti aerei, gli elfi, le ventiquattro sfere d’Europa che sembravano i Pokemon, Totti e Nesta, la banda della polizia, il “Guglielmo Tell”, l’ologramma di Bono Vox e The Edge, Andrea Bocelli (mozione Pd per far cantare sempre “Bella Ciao” dopo “Nessun dorma”) e il gran finale con tempesta di fuochi d’artificio che incendia l’Olimpico. Un piccolo assaggio di cosa saremo in grado di fare coi soldi del Recovery Fund. Adesso, dopo una grande rimonta, siamo secondi nei vaccini. Abbiamo già vinto l’Eurovision. Si può sognare il tripletea Wembley: Figliuolo-Maneskin-Mancini. Alé. 

Di più su questi argomenti: