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Inizia Euro 2020. Record strambi e statistiche incredibili degli Europei

Giuseppe Pastore

Dal giocatore che non ha mai perso in nazionale, alla nazionale che ha sempre vinto ai rigori, dalla Svezia larssonizzata ai figli che possono fare meglio dei padri. Le statistiche inutili e fatti strani di settant'anni di Europei

Inizia questo venerdì Euro 2020, il primo grande torneo estivo per Nazionali a svolgersi in un anno solare diverso da quello indicato nella denominazione ufficiale. Qui di seguito una lunga sequenza di statistiche inutili e fatti strani su cui potrete riflettere in veranda, illuminati dal chiaro di luna.

NON parlate di Notti Magiche in presenza di Roberto Mancini e Gianluca Vialli. Se è vero che l'estate del 1990 rimane tuttora un dolce ricordo per milioni di italiani, almeno fino al quarto d'ora del secondo tempo di Italia-Argentina, questo non vale per il nostro ct e per il suo grande amico e compagno di viaggio in panchina. A Italia '90 Mancini giocò la bellezza di zero minuti in sette partite, confinato regolarmente in tribuna da Azeglio Vicini pure nella finale per il terzo e quarto posto, senza addurre nemmeno lo straccio di una giustificazione; ancora peggio fu il Mondiale di Vialli, atteso come la grande stella azzurra ad altezza Maradona e Van Basten e invece avvitatosi in un calvario di infortuni, rigori sbagliati (contro gli Usa), proclami infelici (“Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare”), fino a perdere il posto a vantaggio di Totò Schillaci. Notti Tragiche.

NON andate mai ai rigori contro la Repubblica Ceca. Non vi venga in mente! I cechi, insieme ai cugini maggiori della Cecoslovacchia, detengono un primato incredibile: per tre volte sono stati costretti ai rigori nella storia degli Europei e per tre volte hanno vinto, segnando venti rigori su venti contro la Germania Ovest (finale 1976), l'Italia (finale 3°/4° posto 1980, a Napoli) e la Francia (semifinale 1996). Il più famoso di questi venti rigori è certamente quello calciato a cucchiaio da Antonin Panenka contro i tedeschi: valse il primo e unico titolo europeo alla Cecoslovacchia nel 1976 e il cognome Panenka divenne un modo di dire proverbiale che scavalcò anche la cortina di ferro, fino a dare il nome a un celebre mensile calcistico spagnolo.

Invece, se nel vostro animo alberga il desiderio di tirare un rigore a cucchiaio, fatelo pure! Nella storia degli Europei i tentativi di scavetto sono sempre andati a buon fine: oltre al già citato Panenka 1976 i medi appassionati italiani ricorderanno anche Totti nel 2000 (contro l'Olanda) e Pirlo nel 2012 (contro l'Inghilterra), a cui aggiungiamo anche il misconosciuto portoghese Helder Postiga nel 2004 (sempre contro l'Inghilterra) e Sergio Ramos nel 2012 (contro il Portogallo). Scucchiaiate pure, allora! E soprattutto non fate come Graziano Pellé, che nel 2016 promise il cucchiaio a Neuer ma poi non ebbe la forza di passare dal pensiero all'azione, e ciabattò malamente sul fondo.

Ricordate l'ordalia finale della recente Villarreal-Manchester United di Europa League, risolta dai rigori dei due portieri? Nella storia degli Europei solo un portiere ha tirato un rigore: si tratta del portoghese Ricardo Alexandre Martins Soares Pereira, eroe assoluto nell'assurdo quarto di finale Portogallo-Inghilterra 2004, quando prima parò un rigore a mani nude (!) all'inglese Vassell e subito dopo si presentò dal dischetto per tirare e segnare il settimo penalty, sancendo la qualificazione in semifinale della sua Nazionale.

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Se state per affrontare la Danimarca, date un'occhiata alle formazioni ufficiali: se vi troverete il nome di Jens Stryger Larsen, sarete con ogni probabilità spacciati. Il trentenne esterno difensivo dell'Udinese vanta infatti ben 36 partite in Nazionale e non ne ha mai persa una. Ci penserà magari il Belgio, il prossimo 17 giugno? O quella mattina Stryger Larsen accuserà un dolorino e chiederà di rimanere in panchina?

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Nessuna coppia padre/figlio ha mai segnato nella storia degli Europei, ma quest'anno abbiamo due candidati: il nostro Federico Chiesa (suo padre Enrico segnò alla Repubblica Ceca nel 1996) e lo svedese Jordan Larsson, figlio del grande Henrik gran stoccatore della Svezia anni Novanta e Duemila, con 4 gol distribuiti in due edizioni. Singolare, inoltre, che nella classifica marcatori all-time degli Europei ci sia spazio per Jordi Cruijff (in gol contro la Svizzera nel 1996) ma non per papà Johan, che disputò una sola partita nell'edizione 1976 senza trovare il gol.

A proposito di Larsson, questa sarà la decima edizione consecutiva di un campionato Europeo o Mondiale per nazioni con un Larsson convocato nella Svezia. Dal 1994 al 2008 ci aveva appunto pensato Henrik, mentre dal 2012 a oggi il testimone è passato al centrocampista Sebastian, raggiunto quest'edizione da Jordan. L'ultima Svezia de-larssonizzata risale all'Europeo 1992, organizzato in casa: quell'estate il Larsson più forte del Regno era il tennista Magnus, numero 37 del ranking ATP.

Scommettiamo che non riuscite a ricordarvi i nomi degli unici due giocatori italiani espulsi in un Europeo? Dai, non facciamola troppo lunga: Luigi Apolloni (Repubblica Ceca-Italia 1996) e Gianluca Zambrotta (Olanda-Italia 2000). Questa potete pure rivendervela al pub con gli amici.

Occhio al cronometro: nella storia degli Europei non è mai stato segnato un solo gol al primo minuto. La rete più veloce appartiene al russo Dmitrj Kirichenko dopo 67 secondi di Russia-Grecia del 20 giugno 2004, giocata in quel di Faro (Portogallo).

Infine, in vista di Italia-Galles del 20 giugno, una buona e una cattiva notizia. La cattiva notizia è che abbiamo incontrato il Galles all'Olimpico di Roma per sette volte, rimediando ben sei sconfitte e una sola vittoria, un 4-1 del novembre 1969. La buona notizia è che le altre sei partite erano partite di rugby.

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