A Baku vince Perez nel Gran premio dei colpi di scena

Fabio Tavelli

Gli ultimi tre giri del Gp dell'Azerbaijan sono un ribaltamento continuo. Poteva vincere Verstappen, ma una gomma lo tradisce. Tutto bloccato e nuova partenza. L'inglese poteva accontentarsi ma non lo fa: zero punti pure per lui. Leclerc quarto

Verstappen sfortunato, Hamilton sciagurato. Vince Perez, ma soprattutto perde il sette volte campione del mondo. Andiamo con ordine.

La gara era finita a tre giri dalla bandiera a scacchi e sarebbe stata doppietta Red Bull con agile vittoria di Verstappen. Poi via ai colpi di scena. Un pneumatico tradisce Max e lo manda a muro quando al suono del suo inno nazionale mancava veramente poco. A quel punto tutti a pensare: ma guarda un po' questo Hamilton quanto è fortunato (l’espressione originale era un tantino più popolare). La direzione gara decide di fermare tutto, di tenere i piloti mezz’ora ai box (molti sono scesi anche dalla vettura, probabilmente convinti che alla fine la gara sarebbe stata considerata conclusa) e di farli ripartire dalla griglia di partenza. Una decisione scellerata, potenzialmente a rischio di cancellare tutto quel che era accaduto nelle due ore precedenti. In quel momento l’angioletto custode di Hamilton deve avergli detto: Lewis, già hai avuto la fortuna di vedere Max prendere zero punti, accontentati del secondo posto e torniamo in testa alla classifica. Il diavoletto invece gli ha suggerito: approfittane del tutto, attacca subito Perez, vinci anche a questa e fai il cannibale come Eddie Merckx. Aveva ragione l’angioletto. Hamilton va lungo alla prima curva e materializza l’antico e mai passato di moda: chi troppo vuole, nulla stringe. Si compone così il podio più inedito possibile con Perez-Vettel (eroico)-Gasly. Sul quale manca la Ferrari di Leclerc. Bene, in qualifica, non benissimo in gara.

Leclerc ha condotto cinque giri partendo dalla pole, poi si è arreso al passo degli avversari e soprattutto ai cavalli di Red Bull e Mercedes. E fin lì sarebbe tutto nelle previsioni. Che però a Leclerc siano arrivati davanti anche Vettel e Gasly ricorda a tutti come tra rendimento sul giro secco e sviluppo della gara ci siano davvero due Ferrari diverse. Male Sainz, autore di un errore provocato da gomme ancora fredde che gli ha di fatto compromesso la gara.

Lode a Sergio Perez, quindi, preziosissimo scudiero del suo Capitano durante la gara e interprete perfetto nel suo ruolo di gregario di lusso. Quello che non è nemmeno più Valteri Bottas, autore di una gara al limite dell’imbarazzante e incapace addirittura di andare a punti. Sarà il caso che Toto Wolff rifletta sul rendimento del finnico, magari leggendo a fondo il suo contratto per capire se nelle pieghe non ci sia qualcosa che consenta un “arrivederci e grazie” in corso d’opera.

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