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Superveloce e superfelice. Il mondo rapido di Marcell Jacobs

Marco Pastonesi

Sabato il velocista azzurro ha conquistato il titolo europeo nei 60 indoor, con tanto di record italiano (6”47), che vale anche come migliore prestazione mondiale stagionale. Il segreto? “Un superlavoro dopo tante batoste, sofferenze, pianti, momenti bui”

Sessanta metri: un urlo muto, un’evasione a razzo, una bomba senza miccia. Il più veloce nel tutto-e-subito in Europa è un italiano nato a El Paso, cresciuto a Desenzano del Garda, trasferito a Gorizia e adottato a Roma: 26 anni, 188 per 79 e una storia, la sua, sempre bella da ascoltare. Marcell Lamont Jacobs.

  

E’ lo stesso nome del padre, un marine statunitense che Viviana conobbe quando andava a ballare l’hip hop con le sorelle. Un amore vero. Ma durato poco: un anno e mezzo. Quando Marcell senior è andato in guerra nei Balcani, Viviana è tornata a Desenzano e Marcell junior è cresciuto da orfano. “Mai avuto un padre, questa è la verità”. Ma c’era la mamma, c’era la scuola, c’era lo sport. Calcio, poi atletica. “Fino a 14 anni ho fatto di tutto, saltare e correre era un gioco, passavo dalle campestri ai 300 a ostacoli, fino al vortex, una specie di siluro a forma di bombetta che lanciano i ragazzini, il giavellotto dei piccoli”.

  

Andava di fretta, Marcell junior. Il lungo: a 18 anni si è impadronito del primato italiano juniores con 7,75, a 20 ha sfondato il muro degli 8 metri, a 19 è volato fino a 8,48, nessun italiano mai così volatile e aeronautico, ma c’era un po’ troppo vento, e la prodezza non poteva essere tradotta in primato. Poi, causa infortunio, una lunga fermata ai box. E al rientro, la velocità, i 100 metri, il tutto-e-subito. Tre anni fa 10”08, ma anche un 10”04 ventoso. Due anni fa 10”03, terzo italiano di sempre, dietro l’amico-nemico Filippo Tortu (9”99) e il mito-leggenda Pietro Mennea (10”01). Sabato il titolo europeo nei 60 indoor, con tanto di record italiano (6”47), che vale anche come migliore prestazione mondiale stagionale.

   

Super Jacobs. La gara? “Superveloce”. Lo stato d’animo? “Superfelice”. La vita? “Super super super”. La notte dopo, almeno quella, non è stata super: “Non ho dormito granché, ero ancora superadrenalinico e superemozionato, così non riuscivo ad addormentarmi, avevo mille pensieri per la testa e centinaia di messaggi sul telefono ai quali sto cercando di rispondere. Sì, devo ancora realizzare che cosa sia successo davvero”. Il segreto? “Un superlavoro dopo tante batoste, sofferenze, pianti, momenti bui”. C’è stato un periodo, quello della riabilitazione, in cui faceva il “nordic walking”, la camminata veloce con i bastoncini da sci di fondo, in un vigneto.

   

Super Jacobs con i suoi mille tatuaggi: “Il primo è quello sul costato, l’ho fatto anni fa insieme con i miei due migliori amici. È una frase sull’amicizia. Tra gli altri tatuaggi, adoro la tigre sulla schiena: è il mio animale preferito, solitario, ma in grado di graffiare. E poi tanti altri. Un mappamondo perché mi piace essere cittadino del mondo. Una rosa dei venti in mezzo allo sterno per non perdere mai la bussola. Sul braccio destro il Colosseo e un gladiatore che rappresentano il mio periodo ‘romano’ tra Flaminio e Fleming. I nomi e le date di nascita dei miei figli. E un’àncora, fatto insieme con la mia compagna”. Una superfamiglia: Jeremy, nato dalla prima compagna (lui aveva solo 19 anni), poi Anthony e Meghan nati dall’attuale compagna, Nicole; Paolo Camossi, l’allenatore, e una mental coach che gli sta togliendo pressione, paura, ansia; la pista dedicata a Paolo Rossi all’Acqua Acetosa di Roma; la maglia amaranto della Polizia per il gruppo sportivo delle Fiamme Oro, e quella azzurra dell’Italia, la bandiera tricolore in cui si è avvolto, “super”, ovviamente, oltre alla sponsorizzazione della Nike. “Mi sento italiano al 100 per cento, sono cresciuto in Italia e ho sempre vissuto con la mentalità italiana. Gli Stati Uniti li ho nel sangue e nelle fibre veloci, ma sto ancora imparando l’inglese, per fortuna in questi giorni mi ha dato una mano il mio compagno di stanza, lo staffettista Robert Grant. Con mio papà non ci siamo sentiti per tanti anni, lo consideravo un estraneo, mi cercava su Facebook e non rispondevo. Ma ultimamente, anche grazie al lavoro con la mia mental coach, si è ricreato un rapporto. E lo andrò a trovare negli Usa”. E la superfamiglia dei suoi “followers” (73,3mila), per i quali continua a essere, nonostante il salto dal lungo allo sprint, crazylongjumper (tatuato sul petto).

   

E adesso? “A testa bassa”, dichiara, a testa bassa come quando esce a razzo dai blocchi di partenza. Passando dalle sale alle piste, dal chiuso all’aperto, dai 60 ai 100, Super Jacobs ha provato a fare qualche veloce calcolo: “L’anno scorso correvo i 60 metri in 6”63, ora in 6”47, 16 centesimi in meno. Se soltanto riuscissi a togliere gli stessi 16 centesimi al mio crono dell’anno scorso sui 100, che è 10”10, beh allora…. Ho una buona fase lanciata, ma bisogna tenere le frequenze per altri 40 metri: mi rincuora che non abbiamo lavorato soltanto in funzione dei 60, ma per un 60 che deve arrivare a 100”. Oggi riposo, domani in campo. “Non vogliamo perdere tempo, le Olimpiadi sono vicine. Non sono più uno ‘scavezzacollo’ come mi definiva Paolo, peraltro non ho mai capito cosa intendesse! Comunque, un calendario della mia stagione ancora non c’è, di sicuro l’esordio è fissato per l’1-2 maggio ai Mondiali di staffette, per guadagnare Tokyo anche con la staffetta 4x100”. Una volta tanto con, e non contro, Tortu: “Mi ha fatto i complimenti e mi ha scritto che ha vinto 100 euro con la mia medaglia d’oro. Aveva scommesso su di me”.

  

Un fine settimana di "altri sport"

 

Basket: Milano, vittoria infrasettimanale a Kaunas contro lo Zalgiris nella Eurolega (e terzo posto in classifica), sconfitta domenicale in campionato a Trento (ma sempre al primo posto in classifica).

  

Pallavolo: playoff, negli ottavi Milano batte Verona, nei quarti affronterà Perugia.

  

Nuoto, campionati regionali, i primi due primati italiani dell’anno, Simona Quadarella nei 1500 con 15’29”74, Federico Burdisso nei 200 farfalla con 1’51”98.

  

Ciclismo: dopo Strade Bianche (primo, l’olandese Mathieu van der Poel) e Larciano (primo, il belga Mauri Vansevenant), dal 10 al 16 marzo la Tirreno-Adriatico.

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