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Il primo incontro di Muhammad Ali e la lungimiranza di Mr. Pitter

Giovanni Battistuzzi

Il 29 ottobre del 1960 alla  Freedom Hall di Louisville, Kentucky, Cassius Clay fece il debutto tra i professionisti. Per l'esperto di boxe del Louisville Courier Journal però "Clay sui ring veri difficilmente avrà futuro"

Fosse stato per lui quel giorno, quel 29 ottobre del 1960, dalla Freedom Hall di Louisville, Kentucky, se ne sarebbe andato via già alla fine del primo round. Quell'incontro era poca cosa. Quei due sul ring erano poca cosa. Tunney Hunsaker aveva più cattiveria che classe, anzi di classe quasi nulla. L'aveva già visto combattere due volte. La prima contro Terrell Pruitt ed era stato uno strazio. La seconda contro Ernie Terrell e aveva perso malamente. Ma Ernie Terrell era un gran pugile. L'aveva già scritto che a suo avviso avrebbe fatto meglio a continuare a fare il capo della polizia di Fayetteville, West Virginia. Non gli aveva dato retta. Aveva continuato e per giunta si era ritrovato a boxare con una ballerina.

  

  

Se ne sarebbe andato volentieri, ma aveva un articolo da chiudere e un direttore che col carattere che si ritrovava era meglio non contraddire. Gli aveva detto che era un incontro di quart'ordine, ma non aveva sentito ragione. È il campione olimpico gli aveva risposto. Vacci gli aveva ordinato. Mica aveva capito che la boxe è una cosa e il pugilato alle Olimpiadi un'altra. E ora gli toccava vedere questo supplizio. Un poliziotto che si ingobbiva nel tirare un dritto e un ragazzotto che si muoveva come un ballerino per il ring e che nemmeno sapeva tenere la guardia.

 

Sei round e nemmeno il KO. Ma i giudici furono unanimi: vittoria a Clay. Riaccese il sigaro, rilesse ciò che aveva scritto, corresse due cose e andò alla redazione del suo giornale, il Louisville Courier Journal. Suonava bene tutto. Specie la conclusione. "Clay ha vinto ieri come vinse alle Olimpiadi di Roma: muovendosi tanto e boxando poco. Gli è andata bene che davanti a lui ci fosse un pugile di fiato modesto. La vera boxe non c'entra niente con il dilettantismo, Clay era perfetto per quello. Sui ring veri difficilmente avrà futuro. Dispiace accorgersi della cattiva coscienza di impresari che pur di far soldi degradano la boxe mettendo sul ring pugili di valore modesto". Firmato Charles M. Pitter.

 

Quando mr. Pitter si ritrovò di fronte a Clay diventato già da un anno per tutti Muhammad Ali, il pugile aveva solo pochi giorni prima mandato KO Sonny Liston. Alì lo salutò, sorrise. Si inchinò. "C'hai visto lungo. Complimenti". Poi rise e se ne andò.

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