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Ritornano in Pakistan quei 5 giorni di cricket che non si sono mai giocati

Matteo Serra

L'11 dicembre parte il Test match contro lo Sri Lanka. Dieci anni fa a Lahore il pullman che stava portando i giocatori ospiti allo stadio era stato colpito da un commando terroristico

“È qualcosa di molto emozionante”. Shoaib Malik ha commentato così, sulla propria pagina Twitter, la notizia che la nazionale di cricket del Pakistan tornerà a giocare una partita in casa, l’11 dicembre. Malik, che è stato capitano della Nazionale ed è uno dei giocatori pakistani più importanti di sempre, non gioca un match davanti ai propri tifosi dal 3 marzo 2009, più di 10 anni. Quel giorno era in programma a Lahore un incontro con lo Sri Lanka: quella partita però non si è mai giocata, perché il pullman che stava portando i giocatori ospiti allo stadio è stato colpito da un commando terroristico che ha causato la morte di sei agenti di scorta e due civili e il ferimento di molte persone, tra cui cinque giocatori e il viceallenatore della squadra. L'obiettivo dei terroristi era quello di sequestrare il bus, attraverso una serie di attacchi con mitra, kalashnikov e due autobomba, in modo da generare il caos. L'intervento della polizia è riuscito a evitare il peggio, ma questo episodio è rimasto una grossa cicatrice nella storia dello sport pakistano, tanto che più nessuna nazionale ha accettato di andare lì a giocare, obbligando il Pakistan a disputare in Arabia Saudita i match “casalinghi”.

 

Shoaib Malik in quel periodo era il capitano del Pakistan. Per questo, lui più di tutti gli altri deve aver provato vergogna e tristezza per quello che è successo. Nel cricket il ruolo del capitano ha molto più peso morale rispetto a quanto succede in altri sport: è il responsabile di tutta la squadra, sia in campo che fuori, ha forte peso nelle decisioni da prendere e sta a lui garantire che i propri compagni non vengano meno allo “spirito del gioco”. Il cricket non è infatti basato su delle regole ma su delle leggi (ben 42), un vero e proprio codice etico che impone sempre di rispettare l'avversario e il fair play: non si tratta di una buona consuetudine, quanto di una precisa declinazione del gioco. Malik, nelle vesti di capitano, rappresenta sé stesso, la propria squadra e tutto il paese; un paese che da quel giorno del 2009 non è stato ritenuto più in grado di ospitare un Test cricket.

 

Il calendario sportivo delle nazionali di cricket è organizzato su diversi eventi: la più importante è la Coppa del Mondo, ma esistono poi altri generi di incontri, con modalità e durata diverse. Tra questi il Test cricket è la forma più tradizionale e storicamente più prestigiosa: sono partite giocate su diversi giorni, fino a un massimo di 5, e sono fondamentali per stabilire il blasone delle varie squadre. Solo 12 sono le Nazionali ammesse a questo genere di incontri, ovvero le uniche full members dell'International Cricket Council. Con queste premesse, è facile immaginare quanto sia stato grande il disappunto per il popolo pakistano nel vedere il loro sport in esilio, e al tempo stesso intuire quanto sia grande la gioia nel rivederlo tornare a casa.

 

Il cricket in Pakistan, come in tutto il sud est asiatico, è un motivo di vita, supera nettamente i confini della semplice disciplina sportiva. È lo sport nazionale – dei quasi due miliardi di appassionati, oltre tre quarti sono di queste zone - e, almeno nel paese, è tale da invadere molti campi della società, dalla pubblicità alla moda, sino alla politica. L'attuale Primo ministro è Imran Khan che, prima di candidarsi, è stato per più di 20 giocatore della nazionale. Non un semplice giocatore, un idolo sportivo, amato a tal punto che nel 1998, nonostante si fosse già ritirato, fu richiamato a gran voce dal pubblico perché tornasse a guidare la squadra in vista della Coppa del Mondo. In quell'anno il Pakistan ha vinto il suo primo e finora unico titolo mondiale, e forse Khan lì ha messo le basi per il suo futuro successo politico.

 

Il direttore del comitato internazionale del cricket in Pakistan ha espresso grande gioia per la notizia che i test match torneranno a Rawalpindi, nel Punjab. “È una grande notizia per la reputazione del nostro paese, che finalmente torna a essere considerato sicuro come tutti gli altri paesi del mondo”. Ha ringraziato poi la nazionale dello Ski Lanka per aver accettato di tornare in Pakistan dopo i tragici eventi del 2009, assicurandogli una sicurezza massima.

 

L’incontro si giocherà tra l'11 e il 15 dicembre al Rawalpindi cricket stadium. Il bis si disputerà tra il 19 e il 23 dicembre a Karachi. È già partito il processo per riportare pian piano anche tutte le altre nazionali a giocare in Pakistan, a partire dal Galles e l'Inghilterra, le madri dello sport, attese per il 2022. Un esilio lungo 10 anni, ma il Pakistan è pronto a riabbracciare il Suo sport, magari proprio con Shoaib Malik in campo.

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