Marco Banchini

Como e la scommessa vinta di Banchini

Leo Lombardi

La squadra ha ottenuto la promozione in serie C e, dopo anni di fallimenti e rinascite, torna nel calcio professionistico. Merito anche di un allenatore con un lungo passato da emigrante

Una ramo del lago a testa, una promozione a testa. Dopo il Lecco nel girone A è stata la volta del Como, tornato in serie C al termine di una volata lunga in campionato con il Mantova, la grande favorita del girone B. Un ritorno nel calcio professionistico dove la società lariana si era mossa in maniera per nulla lineare negli ultimi due decenni. Il top lo aveva raggiunto con Enrico Preziosi presidente, con la doppia promozione dalla serie A, in due anni, nel 2002. Ma come veloce era stata l'ascesa altrettanto lo era stata la caduta, con il re dei giocattoli ormai pronto a mollare il lago con destinazione mare, per mettere radici al Genoa. Tre retrocessioni consecutive, fino alla C2. Finisce qui? Per nulla, perché non si trovano i soldi per iscriversi, la società fallisce e comincia un calvario che è ormai merce comune nel calcio italiano, nessuna categoria esclusa.

 

 

Il Como riparte dalla D, ritrova la B nel 2015, fallisce di nuovo l'anno successivo, dopo essere passato attraverso proprietà improbabili come quella della signora Akosua Puni, meglio conosciuta come la moglie di Michael Essien, una stella al Chelsea e una meteora nel crepuscolare Milan di Silvio Berlusconi nell'annata 2014-15. Nel 2017 la rifondazione quella, si spera, definitiva. Secondo le regole, la pilota il sindaco Mario Landriscina, individuando una proprietà italiana che, a inizio aprile, ha ceduto alla Sent Entertainment, società britannica che opera nei media e nell'intrattenimento in ambito sportivo e che ha individuato in Como una base interessante per fare calcio e affari.

 

L'obiettivo è quello del consolidamento, come solida è stata la squadra. Una sola sconfitta in campionato, nello scontro diretto di Mantova, e la costruzione di una promozione come piace a Massimiliano Allegri, ovvero prendendo meno reti possibili. Quella del Como è la difesa più forte di tutta la serie D, con 18 gol incassati in 33 partite. Ha sofferto solo contro il Seregno che, oltre a essere stata l'unica squadra imbattuta nei due confronti, è stata anche l'unica a segnare tre gol ai lariani nel match chiuso con un pareggio in casa.

 

Una promozione nel segno di Marco Banchini, 38 anni, e una carriera cominciata a 20, allenando nel settore giovanile del Vigevano, la sua città, quando ancora giocava. Diventa una scelta definitiva a 25 anni, quando il terzo intervento per ricostruire i legamenti del ginocchio destro gli impedisce di tornare in campo. A rafforzare la svolta anche una laurea in scienze motorie alla Statale di Milano, con una passione profonda per la preparazione atletica. Banchini dai ragazzi passa ai dilettanti, poi si trasforma in emigrante, come fanno tantissimi italiani che, a una carriera di basso profilo da noi, preferiscono buttarsi in avventure nei posti più strambi, dove ritrovarsi protagonisti. Il tecnico si mette in evidenza a Durazzo, in Albania, dove si presenta nel gennaio 2014: porta il Teuta al terzo posto e manca l'accesso all'Europa League per differenza reti. Capacità che gli vengono riconosciute in Ucraina, dove firma con il Chernomorets Odessa, ma la guerra del Donbass gli impedisce di andare là.

 

Allora Banchini svolta, in maniera inaspettata. Un viaggio lungo, fino a Port Vila, capitale delle isole Vanuatu, nell'oceano Indiano. Allena l'Amicale, prende parte a un campionato dove le partite si svolgono non solo tutte nello stesso giorno, ma anche tutte nello stesso impianto. Con lui ci sono l'albanese Rijat Shala, conosciuto a Durazzo e passato da noi con esperienze significative a Salerno e Novara, e un manipolo di connazionali. L'Amicale vince campionato e Coppa, si qualifica per la Champions League di Oceania, manca l'accesso ai quarti per la classifica avulsa. 

 

“Un'esperienza bellissima, la gente ti applaudiva sempre anche se perdevi nettamente”, che si chiude per una paternità in arrivo, non colmabile dall'enorme distanza. In Europa giunge una proposta dal White Stars Bruxelles ma, come per l'Ucraina, si mette di nuovo in mezzo la cronaca: il viaggio per la firma salta per gli attentati che insanguinano il nord Europa in quel periodo. Banchini va a Malta al Qormi, ma dura un mese per i guai economici del club. A marzo 2016 rieccolo in Albania al Laci, dove ancora una volta si ferma sul più bello: sconfitta ai rigori nella Coppa. Fino al ritorno in Italia dove, dopo due anni da vice a Siena e a Caserta, accetta la sfida di Como. E la vince, perché “preferisco vivere da protagonista che da gregario”.

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