La tattica a Napoli e l'aritmetica a Benevento. La domenica nel pallone

Leo Lombardi

Dal solito scaricabarile di Maurizio Sarri alle simpatie nerazzurre di Marco Giampaolo. Quello che c'è da sapere sulla 29esima giornata di serie A

SAMPDORIA-INTER

(domenica ore 12.30, arbitro Tagliavento di Terni)

 

Marco Giampaolo non ha mai nascosto la simpatia per l'Inter, era un sentimento di famiglia. A un passo dalla Juventus e dal Milan, accostato al Napoli, nessuno ha mai associato il suo nome al club nerazzurro. E magari da quelle parti ci staranno pensando, dopo le ultime tirate pubbliche di Spalletti sul livello della squadra. Parole pubbliche, non smentibili come quelle confessate tempo addietro al ristorante a un gruppo di tifosi giallorossi, e che hanno fatto inarcare più di un sopracciglio.

BENEVENTO-CAGLIARI

(domenica ore 15, arbitro Manganiello di Pinerolo)

 

A Benevento è cominciato il conto alla rovescia verso l'aritmetica certezza della retrocessione immediata, nel frattempo si può comunque cercare qualche gratificazione. Magari proprio con il Cagliari, capace – un mesetto fa – di ridare fiato persino al Chievo. Un passo falso in Campania complicherebbe assai la classifica.

CROTONE-ROMA

(domenica ore 15, arbitro Banti di Livorno)

 

Crotone è sempre stata terra generosa con i ragazzi giunti in prestito, con una predilezione per gli esterni d'attacco. C'è passato Bernardeschi, prima di lui era toccato a Florenzi (che allo Scida si ripresenta da terzino per necessità di squadra). Ora tocca a Federico Ricci, indicato tempo addietro come talento da seguire nella prima esperienza in Calabria, lì giunto dal vivaio della Roma. A gennaio ha chiesto di tornarvi per riprendere in mano la carriera, qualche segnale positivo si intravede.

MILAN-CHIEVO

(domenica ore 15, arbitro Mariani di Aprilia)

 

Della serata all'Emirates con l'Arsenal i tifosi del Milan ricorderanno il rigore inesistente assegnato da Eriksson e la nuova papera di Gigio Donnarumma. E' arrivata dopo almeno tre interventi decisivi, ma conferma che c'è un deficit di concentrazione assente in passato. E forse non è un caso che si sia ripresentato nella settimana in cui Reina ha sostenuto le visite mediche per il Milan, riattivando l'attivismo dell'ineffabile Mino Raiola.

TORINO-FIORENTINA

(domenica ore 15, arbitro Gavillucci di Latina)

 

Grandi deluse? Meglio grandi delusioni. Il campionato di Torino e Fiorentina è stato inferiore alle attese, generato da un mercato illusorio soprattutto per i granata. A una decina di partite dalla fine si è già lì a pianificare la prossima stagione. E i tifosi sarebbero contenti se il futuro riservasse qualcosa in più del mero atto di presenza in campionato (tolta, per entrambe, la doppia sfida con la Juventus).

VERONA-ATALANTA

(domenica ore 15, arbitro Di Bello di Brindisi)

 

E se alla fine avesse ragione il presidente Setti? Tutti lì a rimpiangere la cessione di Pazzini e a chiedere la testa di Pecchia. Invece il Verona ha cominciato a camminare dopo la fine del mercato di gennaio: tre sconfitte, è vero, ma anche tre vittorie. Ora la classifica è meno nemica e potrebbe arrivare una soddisfazione con l'Atalanta, sempre che non ci sia un risveglio dopo il recupero allo Stadium (nessun tiro nella porta della Juventus).

LAZIO-BOLOGNA

(domenica ore 20.45, arbitro Damato di Barletta)

 

La Lazio si è ritrovata in Europa dopo le delusioni in Italia (tra coppa e campionato). I biancocelesti sono ai quarti di Europa League con fondate speranze di andare avanti, visto che la prossima avversaria sarà il Salisburgo targato Red Bull (a proposito: come il Lipsia, e l'Uefa tace). Simone Inzaghi ha ancora avuto il merito di non fare calcoli e di affrontare l'impegno a viso aperto. A volte può andar male, ma quando va bene arrivano soddisfazioni che non si dimenticano.

NAPOLI-GENOA

(domenica ore 20.45, arbitro Pasqua di Tivoli)

 

A proposito di calcoli. Scientemente o no, il Napoli si è ritirato da tutti i tavoli da gioco per pensare solo allo scudetto. Una tattica che ha portato al sorpasso della Juventus, all'attuale inutilità dello scontro diretto a Torino (sono quattro i punti di differenza) e al solito scaricabarile di Sarri. Dire che altri sono obbligati a vincere il campionato significa comportarsi come la volpe di esopiana memoria con l'uva. E si tratta pure di un torto alla propria società e alla propria squadra.

Di più su questi argomenti: