Marine Le Pen e Ibra, Elton John e il #boycottDolceGabbana, Verona e Toni

Pierluigi Pardo
E’ tutto troppo veloce e pure piuttosto manipolabile, in effetti.

E’ tutto troppo veloce e pure piuttosto manipolabile, in effetti.

 

Dolce e Gabbana fanno un’intervista che nessuno (o quasi) legge fino in fondo. Ma diventa hashtag alla velocità della luce. #BoycottDolce&Gabbana. Lo scrivono in molti (Simona purtroppo no, con quello che costano le borse…).

 

Diventano i nemici del popolo gay. Gli spediscono pure le tessere onorarie di Forza Nuova. Davvero.

 

Tutto si intreccia, come sempre. La Le Pen ad esempio è contro Ibra, per quella frase, “Francia paese di m…” detta per colpa di un arbitro. Mica lo pensa, ovvio. Ma lo dice e allora vai di “la Francia ai francesi”, “se ne può anche andare” e altre amenità. A Guidolin quindici anni fa scappò la stessa frase, dedicata a Bologna, mentre i tifosi rossoblù lo stavano fischiando. La settimana dopo quelli del Modena nel derby tutti in coro: “Ha ragione Guidolin”.

 

Una roba antica, tipo “Cicciobomba Cannoniere”, che sa di filastrocche e sfottò innocenti. A Rafa Benítez urlano “ciccione” dagli spalti. Che poi il problema mica sono i carboidrati. L’allenatore le sue colpe ce l’ha. Storie di turnover e atteggiamento, nervosismo in serie e scelte sbagliate. Il Pipita e Gabbiadini a marcire in panca. Disastro.

 

Così mentre Tosi (Flavio) scende in campo contro Zaia, Toni (Luca) lo fa felice esaltando la sua Hellas.

 

Trenta punti più su la Juve vince anche quando non vuole, o comunque non serve. Mercoledì però c’è Dortmund, e nulla sarà più come prima, in un senso o nell’altro.

 

La fedeltà è un valore e pazienza se in 235 hanno cambiato casacca in due anni di Parlamento. L’Inter ha cambiato allenatore ma non le è andata meglio. In Germania ha cambiato portiere, contro il Wolfsburg. Non benissimo. Adesso ha davanti una montagnola tedesca da scalare.

 

Niente a che vedere, comunque, con le tragedie vere. La Muffat e gli atleti francesi nel reality argentino. Linda Scattolin, triatleta, investita da un pullman in Sudafrica. Un tragico paradosso per una iron-woman. Di passaggio. Tutti.

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